Momento d'impatto

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Chi siamo? Cosa siamo?
Che cosa cerchiamo?
Qualcuno ci troverà?
Ci salverà?
E noi? ...

Chi siamo? Cosa siamo?Che cosa cerchiamo?Qualcuno ci troverà?Ci salverà?E noi?

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Sapete come avviene una collisione? Sappiamo quello che accade dopo. Ha una dinamica molto semplice: si verifica il luogo, la data, l'orario, la descrizione, i danni ...

Quello che intendo io, però, è ... uno scontro tra anime. Uno di quegli urti rumorosi dentro, che annullano ogni intenzione contraria. Lì non c'è dinamica da comprendere, ma da sentire.

Attimi fuggenti, che vagano alla ricerca di una definizione vissuta. Il momento in cui le azioni si susseguono e non riusciamo a fermarle, cercando di afferrare i tasselli scomposti delle reazioni provocate, motivate dal caso, per incastrarli in un flusso di resistenza interiore, perché abbiamo timore delle conseguenze ... positive. Ci fanno paura. Paura di recare dolore. Paura di non essere accettati. Paura di essere scrutati nell'intimo della nostra fragilità e respinti per il male che nutriamo dentro. Per la rabbia che ci logora per vissuti che vorremmo cancellare. Evitiamo di illuderci, dunque, e allontaniamo i buoni propositi, fuggendo con egoismo dalle emozioni.

Ma io parlo per me.

Ho compiuto un primo passo e ho visto uno sguardo rivolto verso la delizia di un pensiero. Una spalla nuda pronunciata; un profilo morbido coperto da ricci lucenti e ramati di mistero.

Ho avanzato un secondo passo, decidendomi di sedermi di fronte a lei per una chiacchierata. Le ho sorriso educatamente e non mi sono trattenuto.

Se avessi saputo come sarebbe andata a finire. Se non l'avessi fatta sbirciare dentro le mie colpe. Se non le avessi permesso di frugare ed esaminare in ogni mia crepa nell'orizzonte dei dannati, forse ... avrei saputo proteggerla da me e io difendermi da lei e da tutte le cose che mi ha detto e di quelle che io le ho detto e di altre ancora sospese e di tutte le puttanate che mi porto dentro ...

Uno di fronte all'altra. Davanti a un sipario. Immersi nelle nostre sequenze interpretative sullo sfondo di visioni desiderate, accompagnate dal silenzio di scena. Quello è l'attimo dell'attesa. Del fragore. Il momento d'impatto. Un impulso di forza e di quantità di moto riferiti a un sistema isolato, in quell'istante dove una collisione tra due anime rigide avviene in assenza di forze. La nostra visione scenica. Il tempo sospeso nell'infinito. Il silenzio dell'urto.

Una collisione di sguardi, che vengono assorbiti da uno specchio interno, dove uno osserva l'altro, trasmettendo i propri riflessi verso una sorgente che li assorbe trasformandoli in calore. Un'intesa di fotoni, che si scompongono in miriadi di particelle e continuano a viaggiare nel nostro spazio-tempo fino a essere assorbiti da altre particelle.

Io parlavo e lei ascoltava.
Io ho parlato e lei mi ha ascoltato.

Quando tutto questo avviene lo sentiamo dentro di noi. È il momento in cui infrangiamo i nostri sentimenti; udiamo l'esplosione; l'onda sonora irregolare del frantumo. Le schegge volano dappertutto. Le più grandi ci cadono ai piedi, le più piccole ci piovono addosso, le minuscole si allontanano espandendosi altrove, arrivando là dove non si riesce più a trovarle, incastrate dentro di noi a scheggiarci l'anima.

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