Rebecca

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Oggi è mercoledì, mi sveglio nel mio caro lettino, è da tanto che stiamo insieme, io e lui, ci dormo da quando sono nata! Guardo fuori alla finestra, il cielo è blu e il sole è giallo (e voi vi starete dicendo: beh, grazie al cazzo! Beh, a me piace descrivere le cose che mi piacciono!) già fuori risplendendo sui Quartieri Spagnoli, nonostante siano le 5 di mattina. Vi chiederete, ma com'è possibile? Beh, Napoli è fatta così, si sa, sciocchini!

Mi alzo dal mio lettino carino carino piccino piccino e mi guardo allo specchio. Io non capisco come fanno le altre ragazze ad essere così belle, perchè io non sono bella, ma almeno sono simpatica, ed è questo che conta! Mi guardo bene, sono magra magra, piccola piccola, il che piace ai ragazzi, ma ciò non conta, sarò sempre in lotta con me stessa! I miei capelli sono lunghi e color carota, perchè sono troppo lunghi me li metto molto velocemente in un codino sfatto, sempre molto velocemente (perchè ormai ho trascorso quasi 3 ore davanti allo specchio e sono in ritardo per la scuola) prendo un jeans e una maglietta (che mi hanno fatto innamorare) e me li metto. Ugh, sono così brutta e diversa della altre, non piacerò mai a nessuno!

A una certa sento mia mamma;
"REBECCA!!! DISGRAZIATA! SBRIGATI SONO LE 7.56!!!!" Urla, posso intuire che è già ubriaca di prima mattina.

"UGH! Arrivooo!!!" Le rispondo con delicatezza prendendo il mio zainetto etto sul tetto. Dal tetto? Eh si, proprio dal tetto, ce l'abbiamo, perchè non dovremmo usarlo, no??
Esco dalla mia bellissima cameretta e corro a scuola, letteralmente, corro! Sono già in ritardo e mi ci vogliono altri 10 minuti per arrivare lì! Finalmente, arrivo difronte al portone, e appena provo a entrare, una bidella mi blocca fuori. Cazzo.

"Carla, apri, ti prego!" Le dico.

"Rebecca? Oh, dio mio, sono già le 8.20, non posso farti entrare...Vabbè, perchè sei tu ti lascio fare, dai." Dice e mi apre il portone. Carla, amore mio, mia salvatrice.

Corro nel cortile andando verso l'edificio e mi scontro contro un ragazzo. Il ragazzo, pelle chiara chiara come lo sperma e occhi e capelli color carbone mi guarda. (Ugh. Che vrenzolo che sembra.)
Pensandoci bene, penso di conoscerlo...oh! Ma lui è...è Raffaele! È il ragazzo più popolare a scuola, tutti i maschi voglione essere lui e le ragazze vogliono AVERE lui. Anche alcuni ragazzi lo vogliono. Ma vabbè. Non discriminiamo.

Raffaele è conosciuto per la sua arroganza. Conosce tutti nella scuola, si dice sia addirittura amico della dirigente scolastica in comune, il che lo fa sentire come un re. Di solito alle ragazze questa sua arroganza piace, ma a me no. Se non si fosse capito...beh, io non sono come le altre ragazze!

Comunque, io e Raffaele ci scontriamo e i miei disegni di arte cadono tutti a terra. Da bravo ragazzo, Raffaele li calpesta, piuttosto che aiutarmi a prenderli. Ugh, che stronzone!

"Hey!" Io dico, frustrata. "Mocc a ch'ella granna cess e mammt ma c t ven, o frat??"

Lui, scoppia a ridere. Oh, Gesù Cristo, vorrei tanto prendere i miei disegni di arte e farglieli mangiare, ma al momento mi servono.

In quel preciso istante vidi un'altra scarpa calpestare i miei disegni, era la scarpa di Gennaro, riuscivo a sentire l’odore di menta con uno spicchio di tabacco.

Mi guarda e mi fa “la prossima volta impara a camminare sui piedi, imbranata.”

Lo guardo stupita e gli dico “non è colpa mia, non sono io ad avere 42 di piede e non vedere dove sto andando, no? Mica è colpa mia se ci sono dei disegni per terra.”

Lui mi parla in greco antico e mi dice, "f’ó cess??"
Io lo guardo con gli occhi lucidi, sentivo che le lacrime stavano scendendo, solo dopo mi resi conto di star piangendo davanti a loro CHE IMBARAZZO!
Sentí una lacrima rigarmi il viso, poi un secondo dopo un pollice caldo intento a scacciare via quella lacrima. Io rimasi immobile per lo shock, quando poi mi resi conto di chi era quella mano...era quella di Pino, il mio migliore amico d’infanzia...quando alzai lo sguardo vidi anche quella cessa puttana troia zoccola orfana della fidanzata. Giordana.

"Hey, ragazzi! Lasciatela stare!" Dice Pino. Ah, Pino, il mio carissimo Pino.

"No grazie, cioè... dimmi, perchè dovremmo, huh?" Chiede Gennaro mentre Raffaele e Giordana litigano, vicini allo strascino. Spero si strappino, i capelli di Giordana. Quella scema.

"Uhm, scusami?? Sta letteralmente piangendo, stronzo!" Risponde Pino, arrabbiato nero.

"A noi non interessa, se non è forte abbastanza da non piangere non sono cazzi nostri, coglione."

Gennaro fa un segnetto a Raffaele con la testa, e i due se ne vanno in classe. Cazzo. Sono già le 8.47, e non sono ancora in classe. La prof mi ucciderà.

"Uhm...g-g-grazie per avermi aiutata, Pino...oh, e Giordana." Io dico, timida, le mie guancie rosse dall'imbarazzo.

Uno per uno ce ne andiamo nelle nostre classi. Per me, è la 8J, per Pino è la 2P e per Giordana la 104. Quando arrivo in classe, mi becco un grandissimo cazziatone dalla prof. La cosa peggiore? Raffaele e Gennaro sono miei compagni di classe. Fortunatamente, Raffaele trascorre il 99% delle giornate a drogarsi in bagno mentre Gennaro non è pesce abbastanza da rompere il cazzo in classe. Questo mi rimane con Pierpaolo. Pierpaolo è il BFF di Raffaele, raramente lo segue in bagno per le canne è ogni volta che lo fa dura poco e quando torna si mette a dormire, stanco.

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