Il giorno seguente
richy's pov:
Sono le 8 e mezza di mattina. Non sono riuscito a dormire. Non ho chiuso occhio. Ho il cuscino completamente bagnato. No,non è il sudore. Ma bensì,lacrime. Il mio primo attacco di panico..in tutta la mia vita. Non ho mai pianto. Né per amicizia né per amore. Ma stanotte non ho resistito. È stato più forte di me. Questa notte ho pensato il contrario di tutte quelle cose che avevo detto su Dadda. Non era vicino a me,o forse lo era,ma io l'ho accantonato perché sovrastato dai pensieri e dalle lacrime. Voglio qualcuno con cui essere,per favore. Ne ho bisogno..ho l'urgenza di avere qui con me qualcuno. Però non una persona qualunque..ho bisogno di Dadda. Sfortunatamente,non può venire.. è a lavoro. E poi,non avrei nemmeno il coraggio di chiamarlo..non voglio farmi vedere in questo stato..mi sentirei uno schifo. Ho passato l'intera notte a pensare. E non ho tratto fine a nulla. Il pensiero che mi ha inondato la mente è stato...e ora?cosa faccio?
Post-pranzo
Non ho il coraggio di chiamare nessuno..mamma e papà sono fuori per lavoro,quindi significa stare 2 giorni da solo. Tanto non glielo avrei detto della mia situazione mentale. Sta mattina ho vomitato,e ancora sento la medesima sensazione. Sto malissimo. Ho bisogno di Dadda..ma non c'è la faccio...
4 di pomeriggio
Sento suonare il campanello. Sono in condizione penose. Ho appena finito di esternare qualche lacrima..ho tutti segni sulla faccia, è evidente che io abbia pianto. DIO MIO..STO IMPAZZENDO.
Apro la porta e...e c'era Dadda. Sono sicuro di non averlo chiamato questa volta. Cosa ci fa qui,non sto capendo nulla..
dadda's pov:
Ne sono a conoscenza che Riccardo si sveglia tardi, però mi scrive o chiama sempre alle 3, cioè l'orario in cui finisco di lavorare. Forse si è dimenticato? No,non può essere. Forse sarà meglio andare da lui. Maledetto Riccardo mi fai pure preoccupare.
Vado a casa, faccio la doccia,mi asciugo,mi vesto e subito mi dirigo verso casa di Riccardo.
Sono abbastanza preoccupato..Richy mi dice sempre tutto,dalle cose belle che fa alle cazzate più estreme,però ieri era diverso. È come se si fosse in qualche modo "sfogato". Era di un umore triste o forse abbattuto per qualcosa. Non che quei due il quale lui ci chiacchiera sempre gli abbiano detto qualcosa? Se è così vado da loro e non so cosa gli combino.
Alle 4 precise,sono sotto casa di Riccardo. Casa sua per me è come un posto dove posso riposare la mia testa da tutti i pensieri che ho. Mi riscalda il cuore anche solo a vedere la casa,figuriamoci quando vedo Richy.
Suono al campanello. Ora non sa che sono io, perché se ne sarebbe a conoscenza avrei già sentito i passi da camera sua dirigersi verso la porta d'ingresso e con la stefi che urla di non correre con l'omonima frase:"Dadda sta lì eh,mica scappa". Stefania è una grande. Le voglio troppo bene.
Apre la porta e..vedo una cosa che non avrei mai voluto vedere. Era in condizione a dir poco critiche. Ma la cosa che mi ha sconvolto di più...ho notato che aveva cenni visibilissimi ed evidenti di pianto. Riccardo che piange non può esistere. E non deve esistere. Se piange lui,piange il mondo.
Non servono parole per quello che ho appena visto. Entro dentro casa senza nemmeno salutarlo e prendendo un suo braccio,lo trascino sul divano. O mi dice tutto oppure qui non finisce bene.richy's pov:
Dadda mi guarda con una faccia strana, alquanto confusa,ma soprattutto..preoccupata.
Neanche mi saluta che mi prende per un braccio con forza e mi trascina sul divano,seduto faccia a faccia con lui. Dadda mi fissa,aspettando che parlassi..non voglio,sono spaventato. Improvvisamente,Dadda pronuncia queste parole:"Sfogati. Sono qui..non sei solo". Mi sono ghiacciato. Cosa significa "sfogarsi"? È una bella o brutta parola? Non so né cosa dire né fare.
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tre ragazzi senza sogni
General FictionUna storia verosimile basata sulla daddawedose.💫 Un ragazzo semplice,senza alcun obiettivo,nessun sogno nel cassetto. Girava per le vie della sua città,Pordenone.