Capitolo 1

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La sveglia continuava a suonare incessantemente eppure non riuscivo a decidere, se alzarmi e quindi spegnerla oppure lasciarla suonare così da poter restare nel mio letto. Dovevo fare una scelta. Ovviamente la mia vita come quella di chiunque altro era un'immensa, interminabile costellazione di scelte. Purtroppo la mia coscienza urlava così forte da non darmi alternativa. Così mi alzai e la spensi. Erano le 08:30 ed ero in ritardo come al solito, in dieci minuti dovevo essere pronta.
Presi le chiavi di casa e uscii di corsa, July era in macchina che mi aspettava. Come di consuetudine, lei era lì che mi guardava come se volesse fulminarmi. Ma non appena salivo in macchina, davanti al mio viso stanco e a quel poco di trucco rimasto dalla sera prima non diceva nulla. July Barton era bellissima, aveva una chioma biondo scuro e dei grandi occhi verdi che le incorniciavano il viso. Il suo sorriso era disarmante, riusciva a strapparti una risata anche quando era l'ultima cosa che volevi fare.
Era come una sorella maggiore, abitavamo insieme ormai da tre anni e preoccuparsi per me era la sua principale occupazione.
Non c'era particolarmente traffico, il sole era tiepido, tipico del mese di maggio.
Ad un tratto lei si voltò verso di me e aveva l' espressione di chi aveva appena ricordato qualcosa.
-Domani sera non c'è l'inaugurazione di quel locale? Quello in centro?-
l'avevo dimenticato, tolto dalla mente. L'idea era partita da Sam e Matt, due nostri cari amici di università, per fortuna che lei se ne era ricordata.
-Giusto, l'avevo dimenticato-vidi il suo sorriso sghembo e capii subito a cosa stava pensando anzi a chi.
- Qualcosa mi dice che del locale poco ti importi. Ad interessarti è.. -
Non riuscii a finire la frase perché lei frenò bruscamente. Decisi di non continuare, non volevo sfidare la sorte.
Eravamo arrivate a destinazione, ogni volta che varcavo la soglia e andavo verso l'atrio che portava ad un lungo corridoio, mi sentivo a casa. Mentre lo attraversavamo per andare nella sala studio, incontrammo Matt. Matt Evans era un ragazzo a modo, solare e spiritoso.
Si avvicinò a noi sorridendo come un bambino -hey come state?- rivolgendo il suo sguardo quasi esclusivamente su di me.
Risposi per entrambe -bene anche se, per quanto mi riguarda, sono esausta-

Lui iniziò ad ispezionarmi come un carabiniere alla ricerca dell'assassino. Una volta finito mi guardò -in effetti hai delle occhiaie e una cera che difficilmente possono passare inosservate-

Lo ringraziai per la sua analisi accurata sul mio aspetto. July, poi intervenne -forse se la smettessi di tornare alle tre del mattino con Brooke, avresti di sicuro un aspetto diverso-

-Lo sai bene qual'è il motivo- forse la mia risposta, in quel momento, risultò arrogante ma non erano quelle le mie intenzioni. Chiudemmo il discorso lì e entrammo nella sala dove si stava tenendo la lezione del professore Andrew Phiterson. Era davvero bravo mi seguì tantissimo, era una di quelle poche persone alle quali piace fare il proprio lavoro mettendoci l'anima. Aveva tutta la mia stima.

Dopo la lezione andammo in una pizzeria vicina all'università, si chiamava "Pizano's Pizza & Pasta." Mentre finivamo il nostro pranzo, parlammo della mostra al Seattle Art museum, l'aspettavo con trepidazione da mesi e allora mancavano solo due settimane.

Una volta finito, ritornammo all'università per prepararci all'esame successivo. Dopo un paio d'ore iniziai ad avvertire un forte mal di testa, così decisi di tornare a casa.
Appena arrivata, mi distesi sul letto, la mia testa sembrava un vulcano pronto ad eruttare.
Aprii gli occhi e tutto ciò che vidi erano due mani che si posavano sulle mie guance, accarezzandomi ad un ritmo lento. All'improvviso mi sentii stretta in un abbraccio, non riuscivo a vederne il viso ma solo due mani grandi e calde. Alzai lo sguardo su di lui e mi mostrò anche i suoi occhi, erano un incontro tra il verde cristallino, che ricordava così tanto il mare e il giallo, invece, il calore del sole e del fuoco. Erano così intensi, mai visti in vita mia. Sembravano due stelle. Decisi, allora, di dare un nome a questo colore così unico. Lo chiamai VERDE STELLARE.

To be continued..

Così termina il primo capitolo di questa trilogia. Vi aspetto al secondo. ♥️

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