Capitolo 2

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Mi svegliai di soprassalto e solo in quel momento mi resi conto, che si trattava soltanto di un sogno. La mia attenzione verso il provare a dare un significato a ciò che avevo appena sognato, si allontanò non appena sentii delle voci in lontananza, era July. Stava parlando a telefono con qualcuno. Avvertivo la sua agitazione man mano che continuava a parlare. La sua voce era tremolante come non lo era stata mai. Mi resi conto con sollievo, che il mio fastidioso mal di testa era passato. Mi fermai sull'uscio della cucina. Non riuscivo a sentire più nulla, c'era solo silenzio. Entrai e lei appena mi vide, corse ad abbracciarmi. Nel suo viso intravidi gioia e sorpresa "Cosa sarà successo?" pensai.
Mi allontanai e le chiesi -è successo qualcosa?-
Lei mi sorrise - ho una bellissima notizia, ha appena chiamato il segretario del direttore dell'università e ha detto che possiamo iniziare già da ora il tirocinio, senza dover aspettare il Master dell'anno prossimo. -
Io rimasi stupita e riuscii a pronunciare solo un - wow-seguito dalla fatidica domanda
- e quando si comincia? -
Lei sorridendo mi rispose. - beh, se non hai nulla in contrario già da lunedì - e riuscii a percepire nella sua voce una punta di sarcasmo.
- Scherza tu, io non riesco ancora a crederci July - le dissi stringendola in un abbraccio.
- Credici perché è vero. La fortuna è dalla nostra parte - e intanto cercava qualcosa.
- Cosa stai cercando? - iniziai ad aiutarla, anche se non sapevo esattamente, cosa cercare.
- Sto cercando le chiavi, per caso l' hai prese tu? - mi chiese, dopo aver cercato dappertutto: vicino al televisore, sul tavolo della cucina, il portachiavi nel salone, dove ci sono tutte anche i duplicati tranne quelle della macchina.
- Scusa, ma hai provato nella borsa? - lei mi guardò in modo buffo, come se fossi stata io a scoprire l'America.
- Ehm... no, adesso controllo -
Dopo un minuto la sentii gridare - trovate, vado a fare un po' di spesa, non c'è più nulla in frigo. -
- Visto? Comunque non tornare tardi perché alle cinque devo andare a lavoro - urlai a mia volta.
- Va bene, non preoccuparti. Ah ricorda, alle nove vengono Christina ed Emily. -
Annuii, anche se a dire il vero l' avevo dimenticato.
Mentre lei aprì la porta per uscire, mi vestii.
Il Pike Place Flowers era un negozio di fiori di un'amica di mia madre, lavoravo lì tutti i giorni tranne la domenica e il martedì accompagnavo la mia amica Lauren all'asilo in cui lavorava, grazie a lei ero in contatto con molti bambini, alcuni dei quali avevano perso i propri genitori.
C'era un bambino di nome Cris, aveva cinque anni e aveva perso madre dopo pochi minuti in cui era nato. Per questo motivo non aveva nessun ricordo di lei e ovviamente gli era mancata una figura materna. Il padre doveva concludere la sua specializzazione in pedagogia e con la morte della moglie, dovette occuparsi da solo del figlio. Anche se fortunatamente ebbe l'appoggio di sua madre. Mentre la nonna materna non accettò mai Cris, lo vedeva come la causa della morte di sua figlia. Ma non è così, lei durante l'ultimo mese di gravidanza ebbe un'infezione virale, che poteva trasmettersi al feto. Il ginecologo le prescrisse vari farmaci per combatterla ed eliminarla. I rischi c'erano e nonostante questo, lei aveva deciso di continuare la gravidanza. Il parto inizialmente non aveva avuto complicazioni, finché il piccolo non era nato, la madre lo tenne per un attimo tra le braccia per poi avere un'emorragia. Il suo battito diminuì in una frazione di secondo e morì all' istante.
Il ricordo di questa storia mi provocava sempre dei brividi lungo tutto il corpo.
Ogni qualvolta andavo all'asilo, Cris mi veniva sempre incontro abbracciandomi, tra noi si era instaurata subito, una complicità, forse perché la vita aveva messo entrambi a dura prova, troppo precocemente.
July intanto era tornata e lasciò le chiavi sul tavolino del salotto. Almeno così era sicuro che non le perdesse o roba del genere.
Mi infilai dei jeans, una camicia nera e delle ballerine dello stesso colore, presi la borsa sulla sedia e presi l'ascensore per scendere giù nel garage.
Aprii la Suzuki Swift e dopo essermi sistemata accesi la radio. Mentre mi spostavo da un semaforo all'altro fissavo i negozi, ripensando al sogno di oggi. "Cosa significherà?" Probabilmente non avrà un significato.
Poco prima di arrivare apparve un'insegna "Seattle's Heaven vi aspetta domenica sera alle 21.00, non mancate!
Con sotto una foto del locale, sembrava carino.
Arrivai al negozio e vidi Haley sistemare dei tulipani all'esterno, dove c' era un piccolo giardino con una panchina di legno scuro, tutto intorno c'erano dei piccoli girasoli. E ciò regalava una vista eccezionale anche perché adoravo il profumo dei fiori, la loro bellezza e semplicità. Parcheggiai la macchina nel viale accanto al negozio e scesi.
Lei mi vide e mi salutò calorosamente - hey Crystal sei anticipo, strano- era divertita e allo stesso tempo sorpresa.
- Lo so, la precisione non ha mai fatto parte della lunga lista delle mie qualità- sorrisi un po' spavalda e lei scoppiò a ridere.
- Già, comunque tesoro puoi darmi una mano a prendere i fiori laggiù?- mi chiese.
Mi tolsi la giacca e andai verso il tavolo dove erano appoggiate delle bellissime rose rosse, le presi e tornai indietro. Lei le sistemò con delicatezza, era così evidente la sua esperienza, prima le facevo perdere tanto di quel tempo a insegnarmi, che alla fine qualcosa riuscii ad imparare. Quel giorno, mentre sistemavo i fiori andando avanti e indietro, vidi arrivare una macchina e dopo pochi istanti scendere un uomo alto.
Iniziò a guardare nella mia direzione ma non capivo bene se stesse guardando me oppure la scritta verde in alto con su scritto Pike Place Flowers.
Fece dei lunghi passi decisi verso il giardino, dove stavo sistemando gli ultimi fiori. Haley era uscita da un po' a fare una commissione sarebbe tornata a breve.
Si fermò a un metro da me. Tolse i suoi occhiali da sole e per un attimo rimasi lì a contemplare i suoi occhi che erano di un verde chiaro con piccole sfumature di colore giallo, poi mi resi conto che lo stavo fissando più del dovuto, più di come farebbe una persona normale. Ma,
d'altronde, io non credevo di esserlo.

E COSÌ SI CONCLUDE IL SECONDO CAPITOLO, SPERO VI SIA PIACIUTO♥️♥️
COSA SUCCEDERÀ ALLA NOSTRA CRYSTAL DOPO AVER VISTO QUELL' UOMO? LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO.♥️♥️

-la vostra Crystal

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