Guilty as sin?

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Prima parte


Riccardo

Sono stato a cena da Simone stasera come molte altre volte, siamo quasi sempre insieme da quando ci siamo trasferiti a Milano l'anno scorso e non mi dispiace affatto. È la prima casa in cui sono da solo, e quando spesso la solitudine si fa sentire tra le mura un po' spoglie del mio appartamento Simone è il primo da cui vado o a cui penso.
Ho sempre avuto molti amici e non mi lamento di restare un po' da solo ogni tanto, infatti ho spesso bisogno del silenzio per pensare a idee per i video e per montarli, e le persone a cui voglio bene non si possono di certo definire tranquille.
Più che altro non è il giorno in cui ho bisogno di riempire il silenzio attorno a me, ma è la sera.

Quando ero a Pordenone sapevo come riempire i momenti in cui lasciavo la testa vagare. O meglio, Sam sapeva cosa mi serviva. Il mio Sam, un piccolo cane a forma di wurstel, mi saltava sempre in braccio quando mi vedeva sdraiato sul letto o seduto alla scrivania a guardare nel vuoto; era sempre pronto a trovare qualcosa da farsi lanciare o un modo diverso per avere le coccole.
Mi manca, è forse l'unica cosa che mi manca della mia vita in Friuli oltre alla mia famiglia e alla carriera calcistica. Vorrei averlo portato con me, ma tenere un cagnolino in un appartamento di Milano non mi piace, voglio che sia libero di poter andare a fare delle passeggiate in dei bei parchi rigogliosi, e nella città in cui sono scarseggiano.

Sono sicuro che se Sam fosse stato qua ora mi starebbe portando la ciotola del cibo o qualche ciabatta che ha trovato in casa per farsi rincorrere e poi ricevere le coccole, per tenermi occupato in qualche modo.
Invece sono solo, sdraiato sul divano con una gamba sullo schienale e un braccio che oscilla nel vuoto sopra le assi del pavimento.
Ho lasciato gli occhiali da qualche parte sul tavolino dell'ingresso quando sono entrato, scalciando le scarpe in un angolo, e ora contemplo il soffitto alla ricerca di qualcosa a cui pensare per tenermi lontano dai miei pensieri 'off touch'.
Sorrido al nome, li aveva chiamati così Simone una volta in cui stavamo parlando di qualche argomento pesante, e lui ha detto che teneva tutti quei ricordi archiviati nel suo cervello nella scatola da non toccare. Ricordo di essere scoppiato a ridere alla traduzione sbagliata e di essere riuscito a contagiare anche lui e dopo siamo tornati alla nostra conversazione, ma da all'ora chiamo così quei pensieri in cui non voglio ricadere.
Ecco, Simone è uno dei principali abitanti di quella scatola.

Sposto lo sguardo sul telefono che ho in mano, e anche se vedo tutto sfocato sono comunque cosciente che sono sul suo contatto. 'Non chiamarlo. Non chiamarlo. Non chiamarlo. Te ne sei appena andato da casa sua, non. Chiamarlo.' mi ripeto, e getto il telefono ai miei piedi. Bene, ora che la tentazione se n'è andata, cosa posso fare?
Rimanere in silenzio è fuori discussione, so che tra poco la mia testa mi mostrerà spezzoni della serata e non voglio decisamente soffermarmi a guardarli ora.
Prendo il telecomando da sotto uno dei cuscini e accendo la televisione, non ho abbastanza voglia da alzarmi a collegare il computer per guardare un film, quindi guardo quello che c'è nei canali.

Passo più di un'ora a guardare dei vari programmi, e sorrido quando trovo 'Io e la mia ossessione', fermandomi a guardarlo tutto anche se queste puntate le ho già viste nei video del mio migliore amico.
Per fortuna mi addormento in fretta, ma sono svegliato dal mio telefono che ronza contro la pelle del divano. Quasi cado cercando di prenderlo, e dopo che l'ho trovato sotto un cuscino rispondo
"Pronto?"
"Ricky sono io, vieni da me per fare due chiacchiere?" sospiro, passandomi una mano sulla fronte. Andare a casa di Dadda la sera in questo periodo vuol dire che bisogna fumare, e ora non ne ho la minima voglia né forza mentale.
"No amico, sono troppo stanco facciamo domani sera" ci salutiamo. Ora che mi ha svegliato tanto vale andare a dormire.

Spengo la televisione e mi trascino a letto; mi metto il pigiama e in un attimo sono sotto le coperte, solo che la stanchezza che mi assillava prima è svanita.
'Perfetto', penso 'Questo è il miglior modo per evitare i miei pensieri'.
Sbuffando mi rigiro nelle coperte, concentrandomi a pensare nuovi format e video che potrei portare sul canale. Per un po' funziona, mi tiene la mente impegnata fin quando le immagini di Simone che mangia felice la pizza con le patatine non mi inondano la testa.
Le scaccio via, seccato che mi abbiano fatto risvegliare, ma dopo altre quattro volte in cui Simone, sempre sorridente, mi viene messo davanti agli occhi accetto il fatto di addormentarmi così.
'Ho cercato di non pensare a lui, è tutta opera del subconscio' è la scusa patetica a cui riesco a pensare prima di assopirmi per la seconda volta questa sera.

Non ho messo nessuna sveglia, e quando apro gli occhi ancora nel buio della mia camera intravedo dei fasci luminosi entrare da sotto la porta. Ieri sera ho dimenticato di tirare giù le tapparelle, e ora deve essere mattina inoltrata; mi stiracchio e dopo aver messo le ciabatte vado in cucina. Il contrasto del buio della camera e la luce del soggiorno mi colpisce così tanto che devo ripararmi gli occhi con una mano
"Ma che ore sono?" vado a prendere gli occhiali e poi il telefono, abbandonato da ieri sera sul divano e lo trovo pieno di messaggi.
Quando vedo la chiamata persa da Simone sorrido, almeno in casa dove nessuno mi vede posso permettermi queste reazioni.

"Simo? Scusa mi sono appena svegliato, cosa c'è?" lo richiamo mentre apro il frigo a prendere gli affettati per farmi un panino visto che sono le due passate.
"Stasera usciamo? Non ho voglia di restare a casa la sera" mi fermo, vorrei stare con Simone ma ho già detto a Dadda che stasera sarei stato da lui.
E se unissi le due cose? Potrei farli conoscere magari vanno d'accordo, e se non lo fanno non c'è niente di male
"Stasera esco con un mio amico, vieni anche tu te lo faccio conoscere"
"Va bene, scrivimi dove dobbiamo andare. Ora vado che devo registrare Social Face, ciao" mi saluta, e ora devo trovare un modo per chiedere a Dadda se può venire.
Certo, sarebbe stato meglio se glielo avessi chiesto qualche giorno fa o anche solo ieri, i cambi di programma non gli piacciono.

Dopo essermi fatto il panino scrivo il messaggio prima di mandarglielo, avvisandolo della possibilità che ha di rifiutare. Ma come pensavo acconsente, quindi mi preparo a ricevere occhiatacce per la prima ora in cui saremo insieme e a sentirlo canticchiare qualche canzone di Michael Jackson.
Mi metto alla scrivania a editare un video mentre mangio, una luce soffusa illumina la mia camera mentre la mia mano si muove esperta sulla tastiera tagliando e sistemando la registrazione. Dopo quattro ore davanti allo schermo il video è quasi completo, dovrei rivedere ancora l'audio e alcuni tagli o effetti ma per ora con una spinta allontano la sedia dalla scrivania nella direzione della porta. Vado a farmi una doccia, e dopo essermi messo una maglietta bianca, i pantaloncini neri e delle Jordan rosse vado a prendere Simone.

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buonasera :D
spero che questo stile un po' più "serio" di scrittura non sia venuto così male e che vi piaccia lol

comunque, sono qua per dirvi com'è strutturata la storia perché sarà un po' diversa dalle altre

sarà divisa in tre parti, tutte con il nome di una canzone di Taylor Swift, le prime due da the tortured poets department (sì quindi aspettatevi molta felicità hahaha) e l'ultima da Red.

il titolo della parte dice molto su cosa tratterà, e per sapere come sarà la parte "basta" ascoltare il link quassù per capire un po' il contesto) :)

non aggiornerò ogni giorno perché voglio scrivere bene ogni parte e metterci molta cura, quindi non so quando usciranno, credo massimo uno a settimana la Domenica alle 20.

ok è tutto, mangiate e bevete qualcosa vi voglio bene <3

Guilty as Sin? - Dadda x Awed l Riccardo x JasmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora