Il delizioso profumo del roast beef accarezza le mie narici mentre la signora della mensa, una donna mingherlina dal sorriso gentile, versa con cura la salsa lucida sulle fette di carne.
Da quando sono arrivata alla Blackthorn, ho mangiato delle vere prelibatezze. I miei ricordi delle mense scolastiche sono fatti di mac'n'cheese scadente, polpettoni di carne di dubbia provenienza e acqua stranamente zuccherata. L'eccellenza di quest'istituto si riscontra persino nella cura dei piatti e del menù, ogni giorno diverso e atto a fornire la miglior alimentazione possibile agli studenti. Data la bontà delle pietanze, suppongo che dietro ai fornelli ci sia un'intera brigata di chef stellati e prodotti di prima qualità. Buona parte della mia retta deve andare in quello, il che spiega il prezzo da capogiro.
Con il vassoio carico di leccornie, muovo ancora qualche passo vicino al buffet della mensa e acchiappo il mio solito muffin alla cannella, divenuto un must da quando ho messo piede nell'istituto.
Terminato il giro delle vivande, rivolgo il mio sguardo verso la fauna studentesca che si muove tra i tavoli in cerca di un posto libero e conversa animatamente tra un boccone e l'altro. Credevo che il prestigio di quest'università e la maturità degli studenti avrebbero reso meno caotico l'orario del pranzo ma, con mio sommo dispiacere, mi rendo conto che non sia cambiato molto dal liceo.
Come in una biblioteca ben ordinata, anche lì le diverse tipologie di persone sembrano raggruppate, catalogate per aspetto e idee: gli sportivi, con le loro barrette proteiche e le loro insalate scondite, fanno un gran baccano raccontando delle loro ultime gesta in campo; gli alternativi e i loro cappellini di flanella, indossati in barba al dress code della Blackthorn, stanno chini sui cellulari mentre il buon cibo nei loro vassoi si fredda; i musicisti non hanno neanche i piatti, troppo concentrati nel darsi consigli per superare le prime difficoltà e non essere presi di mira del temibile professor Evans fin dai primi giorni.
Non ho ancora trovato il mio tavolo, lo scaffale su cui essere riposta in quel marasma di personalità. Nei giorni precedenti ho mangiato da sola o, nel migliore dei casi, ho disturbato Matthew nel suo ufficio durante la pausa pranzo. Il giovane docente però mi ha raccomandato di farmi degli amici e io, per quanto non fossi entusiasta, ho sommessamente acconsentito.
Passeggiando tra i tavoli, scocco diverse occhiate alla ricerca di una traccia sui volti degli studenti che mi convinca ad arrestare il passo. Invece ci sono solo bocche sporche di briciole e risate sguaiate a ingolfarmi gli occhi, davvero sconfortante. Mi chiedo come Matthew abbia potuto chiedermi tanto.Poi, un miracolo: la copertina pregiata di un libro finemente riposto accanto a un vassoio mezzo vuoto. Scocco un'occhiata più approfondita, allungando il collo per vedere meglio, e mi rendo presto conto essere una costosa edizione limitata di "Orgoglio e Pregiudizio". La Austen è diventata parecchio popolare negli ultimi tempi, forse addirittura inflazionata. Ho apprezzato quei romanzi e li ho letti tutti d'un fiato, ma c'è così tanto che la letteratura inglese di quel periodo possa offrire, soffermarsi solo sui nomi più famosi e altisonanti è un vero peccato.
Solo successivamente mi accorgo che il libro abbia una proprietaria: risalendo con lo sguardo dalla copertina in stoffa, incontro la divisa ben stirata, poi la cascata di riccioli ramati e infine il profilo delicato di una ragazza il cui volto è coperto di efelidi. Sta chiacchierando con altre due ragazze, sedute insieme a lei. Tutte sono affiancate da un libro e tutte hanno la faccia pulita e la parlantina di chi, pur non volendo esprimersi, ha così tanto da dire.
«Per ora stanno solo ballando e chiacchierando, ma... la scena della dichiarazione, dio! Non vedo l'ora di legger-»
«Scusate, questo posto è libero?»
Senza preoccuparmi di interrompere, faccio un passo avanti e mi intrometto. Le tre ragazze si voltano verso di lei e, dopo un primo sguardo sbrigativo, sembrano chiudersi nelle spalle. Le squadro un momento, attendendo un qualsiasi assenso da parte loro.
«Ah, sì... fa' pure.» dice una. La pelle scura esalta gli occhi azzurri che, senza pietà, mi fissano.
Scuoto le spalle, ignara dal malcontento generale, e mi siedo. Una volta preso posto, tiro fuori il romanzo che sto leggendo: un fantasy corale con ben tre protagonisti e una worldbuilding intrigante e completa. Le tre si riscuotono a quella vista, persino l'anonima ragazza dai corti capelli castani e gli occhi nocciola, finora rimasta in disparte.
«Oh, anche a te piace leggere?» esclama la rossa al mio fianco, sorridendo timidamente: «Oggigiorno è una rarità!»
Scocco un'occhiata al resto del tavolo: se sono tutte lettrici lì, non è poi così raro.
«Sì, non la definirei una rarità, ma... sì, mi piace leggere. Mi chiamo Lyanth, e voi?»
Le tre si guardano sorridendo.
«Io sono Selene.» afferma la ragazza dagli occhi di ghiaccio.
«Io invece sono Theresa.» dice timidamente la castana.
«E io sono Chelsea.» sorride la rossa, affilando lo sguardo.
Sorrido lievemente a tutte loro prima di chinare il capo verso il mio roast beef ancora fumante. Ho una gran fame e poco tempo per mangiare, è meglio sbrigarsi. Le altre tre invece riprendono a discorrere animatamente del romanzo letto da Chelsea, il capolavoro della Austen.
«Ma quindi Darcy è come lo descrivono tutti? È così bono?» Nel dirlo, la voce di Selene vibra.
«Il più bono! Freddo, misterioso, ma dall'animo sensibile.»
Lo sguardo trasognante di Chelsea è talmente lampante che persino io me ne accorgo.
«E tu, Lyanth? Lo hai letto "Orgoglio e Pregiudizio"?»
Deglutisco il boccone saporito, pulendomi le labbra dalla salsa con il tovagliolo prima di rispondere: «Certo. Amo l'ironia con cui la Austen si prende gioco del suo periodo storico. Uno spaccato molto interessante, vero?»
Alzando lo sguardo dal roast beef, noto che tutte e tre mi stanno fissando: occhi sbarrati, sopracciglia aggrottate, bocca dischiusa. Le ho... stupite? Non c'è niente di strano in quel che ho detto, è letteralmente il fulcro del romanzo.
«Ma...» balbettò Selene «e lo spicy?»
«Cosa, scusa?»
«Eh, lo spicy. Le scene... sai no, piccanti.»
Le tre si guardano complici e un risolino compiaciuto si alza dal tavolo. Theresa addirittura si copre la faccia, arrossendo palesemente. Io invece sono confusa. Stiamo parlando dello stesso romanzo, scritto da una donna nel 1813?
«Non ci sono scene di sesso.»
«Come no?!» Chelsea sembra quasi saltare dalla sedia, tanta è la sorpresa di quella notizia: «Ma sul Booktok hanno detto che lo è! Che fregatura, non voglio più leggerlo.»
Con fare stizzito, la rossa afferra quel libro e, come fosse carta straccia, lo getta nella cartella senza il minimo riguardo. L'impeto di prenderla per i suoi folti boccoli rossi mi fa tremare il braccio, ma placo l'impulso deglutendo un altro boccone.
«Già, una vera perdita di tempo.» sospira Theresa, sfogliando le pagine del libro che aveva davanti: «Per questo leggo solo romanzi contemporanei enemies to lovers, così non mi becco le fregature.»
Mi sarebbe venuto un embolo se avessi sentito ancora una frase del genere. Forse però sono io, mi dico, a non comprendere fino in fondo la passione delle ragazze per quel genere letterario.
«Voi leggete solo questo?»
«Mh...» Selene storce la bocca in una smorfia, è palese stia riflettendo: «Beh, che altro dovremmo leggere?»
«Tutto il resto...?»
«Tipo? Qual è il tuo libro preferito?»
Le mie labbra si arricciano con gusto e, con il petto tronfio di orgoglio, scuoto i capelli, legati in una stretta coda di cavallo: «"Cime tempestose".»
«Oh, lo conosco quello!» trilla la voce di Chelsea, rinvigorita: «È così bello. E la storia d'amore di Heathcliff e Catherine è così romantica! Vorrei averlo io un ragazzo così.»
Questo è troppo.
Scatto in piedi, riprendendo libro e vassoio. Credevo di aver trovato la compagnia perfetta, ma dopo averle sentite parlare, preferirei sedermi con le snob vestite di rosa qualche tavolo più in là.
«D-dove vai, Lyanth?»
«Ho dimenticato di dover passare in biblioteca, devo riportare un libro...»
Faccio tre passi prima di voltarmi indietro, rivolgendo alle tre lettrici un sorriso plastico: «Ah, comunque vi consiglio un romanzo che ho letto da poco: il Necronomicon di Lovecraft.»
Le tre si guardano tra loro. Ovvio che non lo conoscano.
«Lovecraft... mai sentito.»
«Di che parla?»
«È spicy?»
Il mio sorriso si fa più affilato: «Terribilmente.»
E con il pensiero dei grandi antichi e dell'indefinibile orrore narrato da quel maestro del brivido a infestare i sogni delle tre poverette in cerca di un piccante quarto d'ora, mi faccio di nuovo strada tra la bolgia e, salvato il suo muffin, getto tutto il resto nella pattumiera. Mi è passato l'appetito.
«Non dovresti essere qui.»
Il morbido tartan pieghettato della gonna accarezza tanto le mie cosce quanto quelle di Matthew. Seduta amabilmente sulle gambe del docente, mi appoggio al suo petto e addento il muffin. Sa di certezze e sogni realizzati.
«E tu non dovresti tenere in braccio una studentessa, eppure...» lecco via le briciole dalle labbra mentre il mio sguardo accarezza voluttuosamente quello di lui «eccoci qua.»
Matthew sospira.
«E comunque me lo merito. Ho provato a integrarmi.»
«E?»
«E mi è stato chiesto se "Orgoglio e Pregiudizio" sia "spicy".»
Un altro morso viene dato al muffin, almeno mi addolscisco la bocca mentre dico tutte quelle stupidaggini.
Matthew aggrotta le sopracciglia prima di poggiare la fronte tra i miei capelli bruni: «Lyanth... dovresti essere più indulgente, ognuno ha i suoi gusti. E magari erano lettrici poco navigate.»
«Non conoscevano Lovecraft.»
«Nessuna ragazza di diciotto anni leggerebbe Lovecraft, a parte te.»
Un broncio appena accennato fiorisce sulle mie labbra. Tutti dovrebbero leggere Lovecraft, perché l'atavica paura dell'ignoto la provano sia maschi che femmine, senza alcuna distinzione.
Mi riscuoto appena da quella stretta, come per punirlo: «Desiderano una storia d'amore romantica come quella di "Cime Tempestose".»
Sento il corpo sotto di me irrigidirsi. Cerco lo sguardo di Matthew, ma tutto ciò che vedo sono i suoi occhi fulvi adombrati di disgusto.
«... resta pure quanto vuoi.»
Vittoriosa, mi sdraio di nuovo sul suo petto. Il muffin alla cannella non è mai stato tanto dolce.
![](https://img.wattpad.com/cover/372064116-288-k715626.jpg)
STAI LEGGENDO
Blackthorn - Lyanth
RomansaLa nuova arrivata - Domanda d'ammissione alla Blackthorn University.