Capitolo 2- Eliot

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Le fottute quattro del mattino.

Mi alzo velocemente dal letto e mi dirigo in soggiorno.

«Che cazzo stai facendo a quest'ora?»
Cerca di stare calmo Eliot. Non puoi ammazzarlo. È il tuo migliore amico.

«Ellie relax! Non avevo sonno e sono venuto a vedere un film.»

«Colin, mi prendi per il culo?»

«Non potrei mai!»

Un pugno potrei tirarglielo, quello posso farlo.

«Vediamo se capisci. Ora tu abbassi il volume o, meglio ancora, spegni direttamente. Te ne torni in camera. Fatti anche una sega se serve, ma ficcati in quel cazzo di letto e per altre tre ore non voglio sentir volare una mosca. Sono stato chiaro?»

«Si capo.»
Si alza di fretta e se ne va dritto nella sua stanza.

Bene, ora potrei tornare a dormire se non fossi più che sveglio.

Mi stendo sul divano e la mia mente viene risucchiata dai pensieri.

Devo risolvere questo dannato problema che mi tormenta da una settimana. Sono sempre stato io ad occuparmi di tutto. Sempre. Da quando ho deciso di prendere le distanze dalla mia famiglia.

Colin ha voluto seguirmi e da allora viviamo insieme.

Non se ne parla di tornare a dormire.
Mi alzo di nuovo e vado in camera di Colin.

«Alzati.» ordino togliendogli la coperta di dosso.

«Eh? Ma che cazzo mi stava tornando il sonno!»

«Che peccato, dormirai questa notte. Ora dobbiamo parlare.»

Mi guarda accigliato «Ma non volevi tornare a dormire?»

«Un coglione mi ha svegliato per bene.» ribatto secco guardandolo male.

Sbuffa e nel frattempo si alza e mi segue in cucina. Si siede su uno degli sgabelli attorno alla penisola.
Nel frattempo, preparo del caffè e gliene porgo una tazza.

Appena finisce di berlo, prendo un bel respiro e parlo.
«Dobbiamo trovarci un lavoro.» via il dente via il dolore.
Colin mi guarda esterrefatto: «ma... ma che dici? perché?»

«Vediamo, perché? Forse perché i nostri soldi stanno finendo? Se nessuno li porta a casa non possono durare in eterno.» gli rispondo in modo duro e diretto.

«Ma ne avevamo un sacco. Cazzo tu sei ricco.» Non ragiona proprio.

«I miei genitori sono ricchi, non io. Io avevo dei soldi da parte che sono durati ben cinque anni. Ora i fondi stanno per finire. Se vuoi continuare a stare in questo appartamento e condurre la tua vita lussuosa, dobbiamo trovare un lavoro.»

Rimane scioccato per qualche istante. Mi dispiace doverglielo dire così. Per lui la questione soldi è importante, non è mai riuscito a condurre una vita umile, a differenza mia, che mi sono contenuto per permettergli tutti i possibili lussi.

La cosa però finisce qui, deve cambiare perché io non tornerò strisciando dai miei genitori. Non dopo tutto quello che mi hanno fatto e dopo che mi hanno usato per i loro comodi.

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