4. Altetico - Real

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Era il weekend del Derby di Madrid, il giorno più atteso da tutti i cittadini madrileni, di entrambe le tifoserie. Madeleine aveva iniziato a lavorare da una settimana e, quella domenica, aveva avuto un turno non proprio leggero. Aveva fatto da guida ad una grossa comitiva di francesi, in mattinata, e a un gruppo di russi nel primo pomeriggio. Tornò a casa stanca. Si mise sul letto a riposare per qualche ora, perchè avrebbe dovuto recuperare tutte le sue energie per andare allo stadio. Si svegliò nel tardo pomeriggio ed iniziò a prepararsi. Infilò un paio di jeans comodi e la maglia dell'Atletico. Mise il necessario nella borsa e lasciò l'appartamento. Era molto emozionata. Prima di arrivare al Metropolitano aveva visto molti tifosi, per strada e nella metro. Le piaceva vivere l'atmosfera pre partita, anche se non aveva niente a che fare con quella del Derby di Roma. Una volta giunta allo stadio, passò i controlli e seguì le indicazioni per trovare il suo posto, nel settore indicato sul biglietto. Andò prima a prendersi una birra e poi si accomodò, godendosi la vista del campo.

I Colchoneros di Simeone erano in pullman, appena partiti dalla sede della squadra. C'era un brusìo di fondo e molti giocatori stavano ascoltando la musica per stemperare la tensione. Griezmann e Rodrigo De Paul erano seduti vicini. Il francese guardava la strada dal finestrino, quando,all'improvviso, il cellulare vibrò. Lo estrasse dalla tasca e guardò lo schermo.

"Ma tu guarda..Mi arrivano le notifiche di Tinder. Ed è solo colpa tua." Disse Griezmann, rivolgendosi all'argentino.

"Che hai detto?" Domandò Rodri, togliendosi le cuffie dalle orecchie.

"Che mi arrivano le notifiche di Tinder per colpa tua."

"Beh dovresti leggerle."

"Ma la finisci? Tu mi hai creato un profilo falso, per ricevere richieste. Sei fuori di testa. E se qualcuna scopre che sono io?"

"Lo scoprirà soltanto quando ti vedrà." Ribattè l'argentino, facendo spallucce.

"Tutto questo non ha senso." Affermò il francese, scuotendo il capo.

"Dai amico, ti devi divertire un po'. Non esci mai con nessuna."

"Tu sei fatto così, ti piace stare in mezzo alle donne. Io non sono come te. Non esco con qualcuna solo per scopare."

"Mi fai venire le carie ai denti."

"Sei un deficiente. Toglimi questa roba dal cellulare." Il francese gli porse il telefono e Rodri lo prese. "Grazie."

"Mi ringrazierai dopo."

"Cioè?"

"Ho confermato una richiesta di appuntamento al buio." De Paul se la rideva sotto i baffi, vedendo l'imbarazzo del compagno di squadra.

"Che cosa hai fatto, scusa?"

"Hai un appuntamento al buio, venerdì. Ti presto il mio appartamento, che ha una terrazza panoramica favolosa. Io non ci sarò, mi hanno invitato ad un evento di moda. Lì nessuno vi disturberà o vi vedrà."

"E' fuori discussione."

"Grizi..Perfavore!"

"Ti sei bevuto il cervello."

"Magari conosci una bella ragazza..Magari è quella giusta."

"Nemmeno ti rispondo."

"Dimmi che ci andrai.."

"E va bene! Ci andrò. Così la smetti di rompermi le palle. E ti giuro, se va storto qualcosa, io ti ammazzo con le mie mani, non passo nemmeno per la denuncia."

"Non succederà nulla, Grizi."

"Tu prega che sia così."

"Sarà fantastico, dammi retta."

"Mi chiedo come ti vengano certe idee."

"Mi conosci ormai."

"Sì, infatti, che domanda stupida." Il francese accennò una risata scuotendo il capo e Rordi gli diede una gomitata, in modo scherzoso. Arrivati allo stadio, scesero dal pullmann e si avviarono negli spogliatoi, per prepararsi per il riscaldamento.

Le tribune degli stadi esteri erano sempre piuttosto basse e Madeleine, nonostante la pochissima disponibilità, aveva il posto proprio vicino al campo. Scattò diverse foto e fece video alla coreografia della curva dell'Atletico. I tifosi del Real occupavano interamente il settore ospiti, e anche loro stavano mostrando la propria coreografia. Era uno spettacolo meraviglioso. I Galacticos entrarono in campo per primi, a riscaldarsi. Madeleine non poteva credere ai suoi occhi. Aveva a pochi metri da lei Toni Kroos, Luka Modric e Vini Jr che palleggiavano fra di loro. Riuscì a vedere anche Rodrygo e Bellingham esercitarsi sui tiri da fuori. Era totalmente impressionata. Li aveva sempre visti in televisione e dal vivo sembravano degli alieni. I Colchoneros, poco dopo, fecero il loro ingresso in campo, acclamati dal proprio pubblico, accompagnati dalle parole dello speaker e da un gioco di luci. Griezmann e i suoi compagni erano più lontani rispetto a dov'era seduta Madeleine, ma lei cercò comunque di riprenderli mentre si riscaldavano. L'atmosfera diventò rovente velocemente ed era tutto così surreale.

Al fischio d'inizio, l'Ateltico Madrid iniziò subito a spingere. Dopo esattamente tre minuti, Lino avanzò sulla fascia sinistra, saltò due avversari con un dribbling e fece un assist su cross per Morata, che mandò la palla in rete con una spizzata di testa. Il pubblico impazzì all'istante e alzò la voce per farsi sentire di più. Poco prima del ventesimo minuto, Griezmann segnò la seconda rete, con un'azione quasi analoga a quella del gol precedente. I tifosi erano in visibilio. Ma la partita era ancora lunghissima. Il Real Madrid era uno specialista nel ribaltare i risultati, perciò la squadra di Simeone avrebbe dovuto tenere questo ritmo per tutta la partita. I ragazzi di Ancelotti provarono a reagire, sprecando però qualche occasione. Quasi alla fine del primo tempo, successe di tutto. Toni Kroos, con uno dei suoi tiri da cecchino, fece gol da fuori area, riaprendo la partita e dando qualche speranza alla sua squadra. Ma Morata segnò il tre a uno, nel recupero, provando così a mantenere una certa distanza dagli avversari. Nel secondo tempo, ci fu un continuo succedersi di azioni pazzesche. Entrambe le squadre erano andate vicino al gol, Il Real più dell'Atletico. Quando il match finì, i due allenatori si abbracciarono e si strinsero la mano, in segno di rispetto. Tutta la panchina dell'Altetico era in campo a festeggiare con i compagni, lanciando oggetti in aria, I festeggiamenti, sicuramente, sarebbero continuati dentro lo spogliatoio.

Madeleine era felicissima di aver assisito a questo Derby. Le aveva regalato delle emozioni fortissime. E poi quello che giocavano queste due squadre era calcio spettacolo. Aveva deciso che, la volta dopo, avrebbe guardato una partita al Bernabeu, che ancora non aveva avuto l'occasione di vedere. Si alzò dal sedile e, pian piano, si incamminò verso l'uscita dello stadio. Sorrideva, guardando tutti i tifosi dell'Atletico che creavano un fiume rosso e bianco. Le ricordava quando usciva dall'Olimpico, dopo aver visto la Roma. La passione per il calcio ce l'aveva nel sangue.

Arrivò alla metropolitana e, con un messaggio, avvertì Camille che stava tornando a casa e ci avrebbe messo almeno una mezz'ora. Entrò in metro e ripose il cellulare nella tasca. Poi, sentendolo vibrare, lo prese di nuovo in mano. Sullo schermo del telefono apparve una notifica con scritto: Il tuo match al buio è stato accettato. Sospirò, allargando le braccia, e guardò un punto fisso, incredula. Non avrebbe mai pensato di dover affrontare un appuntamento al buio nella sua vita, riteneva assurde queste cose.

Da una parte, stuzzicava la sua immaginazione, ma dall'altra, le creava molta apprensione. Perciò non avrebbe dovuto fare altro che rifletterci bene nei giorni a venire.






𝐏𝐨𝐜𝐤𝐞𝐭𝐟𝐮𝐥 𝐨𝐟 𝐒𝐮𝐧𝐬𝐡𝐢𝐧𝐞 🔵​​ 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐢𝐧𝐞 𝐆𝐫𝐢𝐞𝐳𝐦𝐚𝐧𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora