BACKSIDE BIGSPIN
James rovistò tra le cianfrusaglie stipate da tempo immemore in garage. Aveva ben chiaro cosa stava cercando. Spostò il vecchio triciclo, consumato e senza una ruota, e lo spinse contro il muro. L'urto provocò un tonfo. La voce di sua madre risuonò: «Jaaamees, che stai facendo? Cos'è sto baccano?!»
James alzò gli occhi al cielo. «Niente, ma'! Sto cercando una cosa in garage, tranquilla.»
Si riconcentrò sulla sua missione. Ficcò il naso dietro uno scatolone, contenente i lego con cui giocava quando era bambino. "Trovato!" I suoi occhi zampillarono di gioia. Allungò il braccio e acchiappò lo skateboard. Se lo passò tra le mani, rimirandolo. Recuperarlo era stato più facile del previsto. Pensava che la madre l'avesse buttato via nei rifiuti, invece era ancora lì. Il grip slavato reggeva ancora, sopra al legno usurato, e le ruote giravano senza problemi: era utilizzabile. Aveva appreso le basi dello skate nel periodo dell'elementaryschool[1], non addentrandosi mai in trick complessi, poi crescendo si era stancato e aveva abbandonato quell'hobby.
Lo portò fuori, ci montò sopra e si diede una spinta.
"Okay, l'equilibrio fortunatamente ce l'ho ancora", attestò. Gli era venuta voglia di dedicarsi di nuovo, nel tempo libero, al passatempo che gli aveva arricchito l'infanzia. Si ricordò di quando, da piccolo, tentando l'ollie sul selciato appena fuori dal garage, era caduto sbattendo il ginocchio ed era scoppiato in lacrime.
Si legò i capelli in un codino e inforcò gli occhiali da sole, dopo impugnò lo skate sottobraccio e uscì in strada. Non essendoci molto traffico a quell'ora, poteva spingersi sullo skate senza particolare apprensione.
Si diresse verso lo skatepark di 4th Street. Henry avrebbe dovuto essere là, stando a quanto gli aveva detto. Avrebbe fatto progressi più velocemente con uno come lui in grado di dargli due dritte.
"Henry senza dubbio se la cava", auspicò. "Se mi ha detto che l'avrei trovato lì, presumo che passi molto tempo sopra allo skate."
Scansò una macchina in procinto di parcheggiare, poi aumentò la spinta fino a raggiungere una velocità sostenuta. Il vento gli sfrecciava lateralmente e la città era ora mutata in un entusiasmante parco giochi. Una sensazione di libertà gli gonfiò i polmoni.
Arrivò a destinazione in una decina di minuti. Lo skatepark in cemento, a cielo aperto, era stato ristrutturato da poco. In mezzo c'era una bowl concentrica, attorno cui erano situati vari box e rail per eseguire le acrobazie. Un muro era stato abbellito con dei graffiti colorati e delle scritte simbolo di ribellione giovanile, tra cui il noto slogan ACAB[2]. Musica di genere punk e metal risuonava da un boombox che faceva capolino da uno zaino rovesciato vicino a una rampetta. Alcuni skaters si stavano allenando tra salti e rovinose cadute, mentre altri si rilassavano seduti all'ombra passandosi uno spinello. In quel gruppo c'era anche Henry.
Un po' imbarazzato, James si avvicinò. I tre ragazzi a fianco di Henry alzarono lo sguardo verso di lui, diffidenti.
Quando Henry si accorse della sua presenza, guizzando in avanti gli strinse la mano. «Uo, chi si rivede! Il "fuggiasco", ahah... l'altra volta gli abbiamo fatto mangiare la polvere a quel figlio di puttana.» Esclamò di buon umore, poi si rivolse agli altri fieramente: «Gli ho praticamente salvato la vita, scappava da un fighetto piuttosto incazzato».
Gli altri tre scossero la testa ridacchiando. I loro occhi rossi e stanchi parlavano chiaro: erano fatti.
James alzò la mano in segno di saluto.
«Bella raga, sono James. È la prima volta che vengo qua, il posto spacca.»
Ad uno ad uno gli sballati pronunciarono i loro nomi: Noah, Anthony, William. Avevano dei modi di vestire diversi l'uno dall'altro. Noah, filippino, indossava una longsleeve a righe e un beanie della Dickies. Anthony vestiva una felpa senza maniche con grafica giapponese e un cappello da pescatore. William invece si avvicinava di più allo stile tendente al punk di Henry: Vans sgualcite, jeans neri e gilet denim. Stili diversi, ma stessa passione per lo skate. Era quell'hobby ad accumunarli.
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Summer '98
Teen Fiction[COMPLETO] L'anno scolastico '98 finisce e arriva il momento delle vacanze estive. James e Jeff sono due migliori amici atipici, decisamente diversi tra loro: James è spavaldo ed egocentrico, Jeff svogliato e pessimista. A una festa faranno nuove co...