4. Confessioni

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#Manupov#

Mentre sfrecciavo per le strade di Napoli ,per arrivare in fretta sul lungo mare, pensai che dovevo assolutamente mandare una maglia autografata a quella fan che mi aveva salvato, dicendomi dove fosse la mia migliore amica. Non so come feci a non uccidermi, passando tra miliardi di auto, ma arrivai e parcheggiai a volo a Piazza Vittoria. Corsi più non posso fuori da Antonio e Antonio e mi piazzai sul marciapiede di fronte alzando il cappuccio e infilando gli occhiali da sole, nella speranza che nessuno mi riconoscesse,
Li osservai da lontano, lei era bellissima, lui era troppo vicino per i miei gusti. Il sangue mi stava
ribollendo nelle vene. Vidi le loro mani sfiorarsi e iniziai ad alzarmi in piedi, capii di dover agire, quando vidi il moro avvicinarsi al viso di Fede, col c***zo che gli avrei permesso di sfiorarla.
Feci una corsa verso di loro, presi una sedia, la girai, e mi sedetti cavalcioni.

-Buonaser!

Si girarono a guardarmi entrambe. Tananai era innervosito ai massimi livelli, la mia migliore amica invece aveva un espressione mista tra lo stupore e il terrore. Sapeva bene a cosa ero capace di arrivare per gelosia.

-Mangiamo la pizza! Altrimenti s fa fredd'(altrimenti si fa fredda)

Presi un pezzo di pizza dal piatto del moro e lo mangiai divertito. Più Tananai si innervosiva, più lo stuzzicavo e mi divertivo, più la mia migliore amica sembrava dispiaciuta e nervosa. Si alzò di scatto e mi prese per un braccio.

-Alberto...mi dispiace tantissimo...ci sentiamo dopo, puoi scusarmi?
-Ciao bello, ottima la pizza.
-Manuè vir ra fernì...(Manuè vedi di finirla)

La mia migliore amica aveva uno sguardo truce. Restai in silenzio per un attimo mentre lei prendeva la sua borsa e continuava a scusarsi con il ragazzo. Tananai si alzò e la tirò a se, abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
Inutile dire che non ci vidi più, tentai di catapultarmi verso di lui per menarlo di sana pianta ma la rossa mi bloccò in tempo. Avevo il respiro affannato per non essere riuscito a sfogare. Sia io che Alberto ci guardavamo in cagnesco.

-Andiamo. muovt.(Muoviti)

Federica mi spinse via e mi tirò per un braccio, io di tutta risposta mi girai verso il ragazzo e lo  salutai con un occhiolino.

-Cià sce!
-MANUÈ MUOVT!

La mia migliore amica mi strattonò via e si incamminò proprio nella direzione dove avevo lasciato il mezzo. Era bellissima, aveva la borsa che le avevo regalato io e anche le scarpe. Questo mi diede la certezza che in un modo o nell'altro, io ci sarei sempre stato con lei. La guardavo sognante, il profumo che aveva addosso era il mio, me l'aveva rubato mesi fa e mai come in quel momento mi sentivo cosi profondamente attratto da lei. Non che prima non lo fossi, ma avevo sempre represso quei pensiero perché immaginavo che mai le sarei piaciuto e in realtà ancora non credevo fosse possibile. Cercai di capire cosa dire, cosa fare, quando mi si spezzò il cuore a sentire la sua voce rotta dal pianto.

-Che sei venuto a fare?
-io...
-Io cosa Emanuele? Cosa?

Si girò a guardarmi con gli occhi rossi e pieni di lacrime. Non era cosi che volevo che si sentisse.
Intrecciai la mia mano alla sua e corsi verso il motorino. Volevo parlare, dirle tutto ma non li, non davanti a tutta quella gente che se mi avesse riconosciuto avrebbe scatenato un putiferio.

-T Fid e me?(ti fidi di me)
-Dovrei?
-E ja,faj a serij...sali...vieni con me!(e dai fai la seria)

In quell'istante capii cosa significasse davvero avere paura. Salii sul motorino , in attesa che lo
facesse anche lei, che in tutta risposta era li, con la testa bassa. Fece un enorme sospiro e salì in
sella, io invece tirai un sospiro di sollievo e misi in moto.

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