CAPITOLO QUATTRO

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Manuel

Finalmente questo luogo posso chiamarlo casa mia. C'è voluto molto tempo per renderla come la volevo io e, grazie all'aiuto dei miei amici, ce l'ha fatta.

Sto provando con la mia band, ma sono un po' distratto. Ho in mente una canzone ma non mi convince molto. Non ho creato una base musicale, ma l'armonia sì.
"Bro sei distratto, cosa hai? mi chiede Alex smettendo di suonare.
"Sto scrivendo una canzone, ma sono bloccato"
"Ti aiutiamo noi. Siamo una benda anche per questo" mi dice Adam.
"Hai una bozza?" mi domanda Alex. Io tiro fuori dallo zaino il mio quaderno e glielo porgo e iniziano a leggere attentamente. Alex muove la testa, mentre Adam batte il piede per terra.

"Secondo me spacca "dice Adam.
"Secondo me questa parte puoi cambiarla con -that was the day i will never forget, i make shine your dark spirit- poi per il resto è perfetta" dice Alex.
"Hai ragione, Così è meglio. Vai proviamo " dico io iniziando ad arrangiare qualche nota con la chitarra.

Alex mi segue con il basso e lo stesso fa Adam con la chitarra. Dopo un pomeriggio intero a provare siamo riusciti a creare una bella canzone. Siamo tutti e tre molto felici e soddisfatti del nostro risultato.
Appena Alex e Adam escono di casa vado a prepararmi per il lavoro. Nella strada verso il bar ascolto la registrazione della canzone che abbiamo fatto il pomeriggio, così da ripassarmela. Non mi piace molto la mia voce nelle registrazioni. Mi sembra sempre di suonare. So che è solo l'effetto della registrazione e che dal vivo non sono così.

Sulla porta del bar c'è  un'insegna con raffigurato un evento.  Cercano persone che cantano o, meglio una band. Rimango qualche minuto davanti al volantino fino a quando non vedo uscire dal bar il mio capo.
"Conosci qualcuno a cui potrebbe interessarti?"  Michi nel mio capo appoggiando una mano sulla spalla.
"Beh effettivamente io e i miei amici siamo una band"
"Davvero? Che bello"
"Magari gliene parlo e ti faccio sapere"  dico io tirando fuori il telefono dalla tasca per far una foto alla locandina. La mando subito sul nostro gruppo e poi mi metto a lavorare. La  prima ora di lavoro è stata noiosa, proprio come le altre volte. Poi all'improvviso entra una ragazza dai capelli lunghi e biondi, occhi chiari, vestita con dei jeans strappati e una maglietta classica rossa. Si avvicina al bancone e mi inizia a parlare.

"Un analcolico per favore" mi dice lei sorridendo.
"Certo"
"Ma noi ci conosciamo?" mi chiede all'improvviso lei mentre sto preparando il suo drink. Io mi giro per guardarla e inquadrare meglio.
"No, non credo. E' la prima volta che ti vedo" dico io continuando a preparare il drink.
"Mi sarò sbagliata. Hai voglia di parlare?"
"Se il mio capo non mi vede, molto volentieri"
"Perfetto perchè ho bisogno di parlare"
"Sputa il rospo"

"Però non devi dirlo a nessuno"
"Quello che si dice tra un barman e una cliente rimane privato, te lo posso assicurare" le dico sorridendo e offrendole il drink.
"Una mia amica, anzi la mia migliore amica, si trova in una relazione tossica. Lei Lo sa di esserlo, eppure non lo vuole lasciare. Lui è uno stronzo. Non capisco cosa ci trova in lui"
"Ma da quanto stanno insieme?"
"Quattro o cinque mesi"

"Il fatto che abbia capito anche lei di trovarsi in una relazione tossica è già un passo avanti, fidati. Non è per tutti. Prova a darle un po di tempo"
"Io sono preoccupata, e anche tanto"
"Ovvio che lo sei, è la tua migliore amica. Aiutala a farla ragionare, senza aggredire però. Sennò non ti ascolterà mai."
"Tu si che sei un bravo barman" mi dice lei ed io sorrido. La ringrazio e per poi vederla dirigersi fuori dal bar. Finito il mio turno, mi cambio e leggo i messaggi che mi sono arrivati.

 Finito il mio turno, mi cambio e leggo i messaggi che mi sono arrivati

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Appena riattacco il telefono sento una voce dietro di me

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Appena riattacco il telefono sento una voce dietro di me.
"Hai perso questo" dice la ragazza bionda di prima con in mano il mio portafoglio. Meno male che se ne è accorta sennò, se lo avessi perso, sarei nei casini, ma seri.
"Grazie mille, mi hai salvato la vita. Come posso ripagarti" le chiedo io prendendo il portafoglio e mettendolo nella tasca del giubbino.
"Mi hai ascoltato per un ora lì dentro, quindi credo che siamo a posto" mi dice lei sorridendo e andandosene via.
"Mi chiamo Manuel comunque" le urlo io e lei si gira.
"Sono Alessandra" mi dice allontanandosi. Che tipa strana, ma almeno è simpatica.

Appena ritorno a casa vado subito a dormire.
Mi sveglio nel bel mezzo della notte, con le coperte tutte in fondo al letto e con il corpo che suda. Ho fatto un altro incubo. E' già il terzo in una sola settimana. Di solito non sogno la stessa cosa di seguito, invece questa volta si. Non so come sia possibile. Nel sogno c'è questa ragazza intrappolata in una casa in fiamme. Io entro per cercare di liberarla, ma appena la vedo una trave la colpisce, esplode tutto e poi mi sveglio, tutto sudato e con la testa che scoppia. La prima volta non ci ho fatto troppo caso perché era un semplice incubo, ma adesso è troppo. Devo capire cosa c'è che non va in me.

Il mattino dopo mi faccio una doccia veloce fredda e mi preparo per le prove con la mia band. Ci siamo esercitati per sabato. Magari è la volta buona che diventiamo famosi. Mi piace molto fantasticare su certe cose. Durante le prove cerco di dare il meglio di me, nonostante alcuni giramenti di testa.
"Ei bro tutto bene, mi sembri un po' pallido" mi dice Alex appoggiando la sua chitarra sul piedistallo ed avvicinandosi a me.

"Si si tutto a posto, devo solo sedermi un attimo" dico io sedendomi sulla sedia più vicina e chiudendo gli occhi. Appena li riapro noto Alex e Adame che mi guardano preoccupati. Mi alzo e inizio a guardarmi attorno.
"Che cosa è successo?" chiedo io ancora confuso.
"Sei svenuto bro" mi dice Adam appoggiando la sua mano sulla mia spalle e guardandomi negli occhi.

Svenuto? Ma come è possibile. Io non vengo mai, non mi è mai successo. Un calo di zuccheri non è possibile perché ho fatto una bella colazione abbondante.
"Magari è un po 'di ansia da prestazione" mi suggerisce Adam. Si forse ha ragione. Sono troppo teso e sto dando troppa importanza a una stupida serata. Andrà tutto bene, non mi devo preoccupare di niente. Dopo essere andato in bagno a sciacquarmi la faccia e aver bevuto una bottiglietta d'acqua mi sento subito in forma.
"Sicuro di voler continuare bro?" mi chiede Alex
"Certo, sono più carico di prima ora" gli dico io e continuiamo a provare. Proviamo tutti i giorni fino a che non arriva sabato. Decidiamo di riposarci tutta la mattina e di allenarci solo il pomeriggio. Sono abbastanza teso. Ma sono sicuro andrà tutto bene. Spaccheremo come facciamo sempre.

Cari lettori, come state? Scusate se sojo stata un po' assente in questo periodo, mi farò perdonare. Scusate se ci sono degli errori <3
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Buona lettura
~Dafne Gray~

GEMINOS : Lost in the fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora