L'inizio

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Natasha era nervosa e agitata, aveva il respiro affannato, sapeva che mancava poco alla sua iniziazione.
Ormai aveva terminato gli studi all'accademia ed era arrivato il momento in cui avrebbe dovuto applicare tutti gli insegnamenti imparati nel corso degli anni.
Si alzò dal letto e si preparò velocemente, non voleva tardare alla colazione. Una volta pronta si diresse verso la sala principale e si sistemò in una delle lunghe tavolate di legno. All'interno della sala regnava un silenzio interrotto solo dal rumore delle posate, nessuna ragazza presente aveva detto una parola e tutte avevano lo sguardo basso fisso sul proprio piatto.
Suonò due volte una campana e nella sala le ragazze cominciarono ad alzarsi, in modo ordinato, per sparecchiare il proprio posto e per poi dirigersi verso le aule.
Rimasero lì, in attesa, solo un piccolo gruppo di ragazze, tutte dell'età di Natasha, stavano attendendo, come lei, la direttrice che come consuetudine doveva fare il suo discorso alle ragazze prossime all'iniziazione.
Poco dopo arrivò una donna, non molto alta sulla cinquantina, indossava un vestito grigio, che si intonava perfettamente con l'aura dell'accademia; che invitò le ragazze a seguirla nel suo studio. Natasha si mise in fila e segui la direttrice, insieme alle altre ragazze, lungo una serie di corridoi fino ad arrivare all'ufficio.
Lì la direttrice si sistemò nella postazione dietro alla scrivania e le ragazze si sitemarono in fila davanti al lei attendendo il suo discorso.
<Benvenute giovani donne> cominciò la direttrice < vi ho convocate qui, per il consueto discorso che tengo alle ragazze prossime all'iniziazione.> Natasha sentì dentro di se di nuovo quello stato di ansia che l'aveva da poco abbandonata, sapeva quello che le stava per dire, lo sapevano tutte , ma lei non era pronta. < La prossima settimana diventerete assassine, avete superato pienamente tutte le prove, siete donne capaci e determinate so che una volte finito non mi deluderete.
Ma manca ancora qualcosa per poter accedere al rito di iniziazione>, la direttrice si abbassò gli occhiali è scrutò le ragazze una alla volta, si aspettava che qualcuna cedesse, me tutte sostennero il suo sguardo, compresa Natasha. < Ciò che vi aspetta a partire da oggi, non sono più prove di tipo fisico, ma una sola di tipo spirituale, dovrete subire un'operazione importante e una volta finita non potrete più avere figli. Vi abbiamo addestrate in modo da non legarvi sentimentalmente a nessuno e questo è solo l'atto finale di una preparazione durata anni>
Una volta uscita dallo studio Natasha si diresse verso la sua camera sgomberare il suo spazio perché dal giorno dopo sarebbe stata trasferita in un'altra ala dell'edificio, riservata alle novizie.
Anche se non aveva ancora detto una parola e i suoi viso non lasciasse intravedere alcuna emozione natasha era agitatissima, voleva piangere, urlare, scappare, ma sapeva che ormai era tardi non avrebbe potuto fare nulla per scappare al suo destino, ormai era segnata, finita.
Sentì dei passi alle sue spalle, si voltò, era Julia
< È la tua ultima mattina vero?> chiese Julia mentre di sedeva sul letto di Natasha
< si> le risposte in modo secco
< sei pronta per quello che ti faranno domani?>
< non lo so> rispose Natasha continuando a togliere i vestiti
Julia si alzò e si avvicinò all armadio < a vederti si direbbe si no, se fossi al tuo posto penso non lo sarei nemmeno io>
< dove vuoi arrivare Julia? Devo finire qui entro mezzogiorno> Natasha non sapeva cosa pensare di Julia, era una ragazza con la quale aveva parlato solo un paio di volte, eppure stava saltando le lezioni per stare lì con lei.
Julia si guardo intorno e abbassando la voce disse < ti ho osservata nelle ultime settimane sai, e ho pensato che tu sei la perfetta compagna>
< compagna di cosa?> chiese sorpresa Natasha
< di viaggio, possiamo scappare andare lontano, l'inverno è quasi finito, e ho dei parenti a due giorni di viaggi, potremmo nasconderci lì>
Natasha la guardò per un po' cercando di capire se stesse scherzando, poi disse < lo sai che anche se scappassimo ci troverebbero e a quel punto saremmo davvero finite, sai anche cosa succede a chi è stata presa dopo essere scappata? Beh io non voglio essere la prossima> <ok> replicò Julia < mi sono sbagliata, pensavo fossi diversa.> aspettò un attimo come se si aspettasse una replica da parte di Natasha < beh ora devo tornare a lezione, buona fortuna per domani e per ciò che verrà dopo> detto questo uscì dalla stanza, fu l'ultima volta che si parlarono.

Natasha Romanoff: storia di un'assasinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora