Cambiamenti

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Aprì gli occhi e una luce accecante la colpì, faticava a non chiuderli di nuovo ma Natasha voleva vedere il risultato dell'operazione, spostò le coperte e si tirò su il camice. Ed eccola lì una lunga cicatrice che occupava tutta la zona inguinale.
Si ricoprì subito, non riusciva a guardarsi, si sentiva diversa e non in senso buono. Le avevano tolto la possibilità di avere una vita normale e a giorni sarebbe entrata in servizio insieme agli operativi e a quel punto sarebbe diventata ufficialmente una spia. sapere dove si trovava, così si guardò attorno e studiò la camera di ospedale nella quale era stata portata.
La stanza nella quale si trovava non era molto grande e il letto sul quale si trovava la occupava praticamente tutta. Le pareti erano completamente spoglie se non si considerava l'orologio che segnava le quattro del pomeriggio. C'erano tre grandi finestre alle quali erano appese sottili tende bianche.
Natasha cercò di ricordarsi l'ora alla quale era entrata in sala operatoria, ma nella sua testa c'era solo un grande buco nero.
La porta si aprì ed entrò un'infermiera, non le parlò neanche, lesse i parametri nelle attrezzature mediche e uscì. Nelle ore successive entro altre due volte senza mai neanche rivorgerle lo sguardo.
Natasha voleva scendere da quel letto e uscire da quella stanza soffocante, nel momento in cui stava per scostare le coperte entrò di nuovo l'infermiera che per la prima volta le parlò.
< L'operazione è andata a buon fine, tra mezz'ora verranno a prenderti, nel bagno ci sono i tuoi vestiti, una volta che ti sei cambiata puoi liberare la stanza e raggiungere le tuo compagne in sala di aspetto> dopodiché l'infermiera si voltò è uscì dalla porta.
Natasha eseguì ciò che l'infermiera le aveva detto di fare, e anche se muoversi le causava fitte dolore alla pancia, voleva essere pronta per quando sarebbero venuti a prenderle, perché sapeva che chi non era pronta sarebbe rimasta lì.
Una volta vestita uscì dalla stanza e si diresse verso la sala d'aspetto seguendo le indicazioni sui muri. Nel giro di un paio di minuti era arrivata ed oltre a lei non c'era nessuno. Nel giro di dieci minuti si presentarono anche le altre ragazze.
Erano cresciute tute quante insieme ma nessuna parlava con la vicina. Nessuna aveva voglia di parlare e passarono il tempo nel poi totale silenzio.

Natasha Romanoff: storia di un'assasinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora