capitolo 3

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Lavorando sodo, arrivò velocemente il giovedì, il giorno in cui avrei dovuto vedermi con Nick.

«Hai tutto quello che ti serve? Sai a che ora passa a prenderti? Dove ti porta? Uscite da soli, vero?»
«Sì, no, non ne ho ide...aspetta, mi stai facendo confondere.»
«Uff sei sempre la solita. Come fai a prepararti se non sai nemmeno dove ti porterà? Per ogni occasione serve un outfit diverso, non puoi mettere pantaloncini e t-shirt se ti porta in un ristorante di lusso, capisci?»
«Al ristorante di pomeriggio?»
«Metti caso che dovesse avere fame? Non la consideri una probabilità?»
«Lo accompagnerei al Mc.»
«Il primo appuntamento al Mc? Scherzi?»
«Più seria di così.»
«Sei proprio un caso perso.»

Un vestitino lungo fin sopra le ginocchia, nero con fiorellini colorati, capelli sciolti raccolti un fiocco. Sarei stata fin troppo elegante? Beh elegante mica tanto, ma magari é troppo per l'occasione.
Oggi è la prima volta in cui lascio la responsabilità del negozio esclusivamente a Miki, mi fido di lei. Non è una cosa che accadrà spesso quindi, per una volta, col suo consenso, posso fare un'eccezione.

L'appuntamento è alle 17:00 davanti al mio negozio, ma non vedo nessuno qui intorno. Passano diversi minuti e comincio a sentirmi in imbarazzo per le persone che cominciano a fissarmi e a chiedersi cosa ci faccia in piedi da sola in una zona non molto frequentata. Mi pento immediatamente di aver dato una possibilità ad un uomo, dopo aver passato una vita intera senza notarli minimamente.
Dopo circa mezz'ora, stanca di aspettare, decido di rientrare e aiutare Miki a pulire, per la chiusura.

«E tu che ci fai qui? Non dovevi uscire con quel Nick?»
«Chiedilo a lui magari, visto che non si è presentato.»
«Oh merda, mi spiace. Ci sei rimasta male?»
«Mah, in realtà non tanto. Non lo conosco ancora, però mi dà fastidio il fatto che non riesca nemmeno a scrivermi un messaggio di scuse per non esser venuto. Mi sembra il minimo, no?»
«Hai ragione, avrebbe dovuto almeno avvisarti. Che imbecille. Ci uscirai di nuovo se te lo dovesse chiedere?»
«Ne dubito. Non avrei voluto dargli una possibilità dall'inizio, figurati adesso.»

Probabilmente ne stavo facendo una strage. Alla fine era comunque un estraneo come gli altri che non aveva fatto chissà cosa. Ma per me ogni scusa é buona per fuggire dagli uomini.
L'idea di avere una relazione mi ha sempre spaventata, non so perché. Ho sempre avuto dei genitori amorevoli e disposti a fare qualsiasi cosa l'uno per l'altra, quindi sicuramente la mia paura non deriva dai loro comportamenti. Forse è l'insicurezza che provo verso me stessa, il non sentirmi abbastanza simpatica o bella da poter frequentare un uomo. Forse é il mio fisico che mi causa problemi, il non voler farmi notare da nessuno, in modo da non essere al centro dell'attenzione. É difficile non esserlo quando hai questo tipo di carattere, però.

Erano le nove di sera. Ero in camera mia a sistemare gli ultimi scatoloni rimasti, quando mi arrivò la sua telefonata. Non sapevo cosa fare: da un lato vorrei mandarlo a fanculo per non essersi presentato e per avermi lasciata sola per quasi un'ora, dall'altro vorrei rispondergli per sapere cosa gli è successo. E se l'avessero rapito?
Per sentirmi meno in colpa, risposi.
«Cavolo, sei ancora vivo?»
«Ashley, sono stato un cretino a non avvisarti. Però, ti giuro, ho avuto un imprevisto e non ho potuto nemmeno mandarti un messaggio.»
«É successo qualcosa? Stai bene?»
«Sì, sto bene. Niente di grave, adesso é tutto ok. Ti prometto che mi farò perdonare.»
«Nick sta' tranquillo, non ho bisogno di nulla.»
«Hai ancora intenzione di uscire con me, vero?»
Il silenzio tra di noi è stato davvero imbarazzante.
«Va bene Ash, ho capito. Se dovessi cambiare idea, sai dove trovarmi.»
Chiude la telefonata, con un retrogusto amaro che mi è rimasto in bocca. Non so, mi aspettavo che facesse qualcosa in più per convincermi ad uscire con lui. E invece no. Chissà cos'ha avuto da fare di così importante da non riuscire a trovare dieci secondi di tempo per inviare uno stupido messaggio.
Se una persona vuole parlare con te, cinque minuti li trova. Il "non avere tempo" é una pessima scusa.

Non posso perdere tempo per un uomo troppo impegnato, quindi mi dedico pienamente al mio negozio. Gestendo un'attività puoi conoscere molte persone e questa cosa mi sta aiutando molto. In particolare una donna, Trina, passa quasi ogni giorno. Mi ha detto di farlo solamente perché abita in zona, quindi é di passaggio. Apprezzo gesti del genere, non do mai niente per scontato.
Trina é una donna sulla sessantina, una di quelle che conoscono tutti da queste parti, anche in una città così grande, informate su qualsiasi argomento, dal gossip delle zone vicine alla cronaca. É con me quando vedo di nuovo quella bambina entrare nel negozio, il giorno dopo.

«Ehi piccolina» la saluta lei «ti sei persa?»
La bambina la guarda come se avesse appena detto una stupidaggine e quasi scoppio a ridere, ma mi trattengo.
«No Trina, lei viene qui ogni giorno. Un'altra peonia rosa e bianca?»
Lei annuisce e gliela porgo. Lei mi dà qualche monetina in mano, probabilmente trovata per terra prima di entrare, e non faccio in tempo a restituirgliele che già é andata via saltellando.
«É così tenera, non capisco però perché venga qui così spesso per prendere sempre il solito fiore. Probabilmente lo porta da sua mamma, o dalla nonna, non credi?»
«Su questo non sono informata...»
«Oh cavolo, mi stupisci!» rido per non offenderla.
«Credimi, lo farò molto presto. Accetto molto volentieri questo tipo di sfide.»
Mi sembra ingiusto spettegolare della vita di una bimba così innocente. Però sono davvero preoccupata per lei. Una bimba così piccola che viene qui da sola, senza essere accompagnata né da una mamma, né da un papà o da uno zio lontano che cerca di costruire un rapporto con lei dopo averla vista per la prima volta. A volte sono talmente preoccupata da voler chiamare qualcuno, per assicurarsi che questa bambina stia bene, che abbia una famiglia. Però poi mi tranquillizzo pensando che forse la sua famiglia la aspetta fuori dal negozio e che magari non ci ho mai fatto caso.

Torno a casa a fine serata, mi faccio una bella doccia e mi lancio sul divano ancora in accappatoio.
«Giornata stancante?»
«Normale, come le altre.»
Tra di noi si genera il silenzio, un silenzio che Miki fa sparire immediatamente.
«Non si è più fatto vivo?»
«Mi ha chiamata ieri sera dicendo di aver avuto un imprevisto. A meno che non gli sia morto il coniglio e abbia organizzato un funerale per lui, non credo che fosse così tanto difficile inviare un messaggio.»
«Mia cara Ash, se c'è una cosa che ho imparato é che gli uomini sono complicati, ma ce ne sono molti. Più di 3 miliardi ti bastano?»
«Non credo di voler nemmeno uno fra questi.»
«Io credo che tu lo voglia, in fondo. Hai solo paura.»
«Paura?»
«Pensi che io non la riesca a percepire la paura che provi quando ti si avvicina un uomo? Non so perché tu ti senta così. Sei bellissima, empatica, sorprendente e così solare. Emani luce. Sei così luminosa
«Luminosa
«Luminosa credo sia il termine più adatto per esprimere un concetto di tale importanza. Non capisco perché tu debba avere paura di confrontarti con un essere umano. Cioè perché con me riesci e con altre persone no? É perché sono una donna? Ti senti più a tuo agio?»
«Sei mia amica, é diverso. E tu non mi giudichi per la mia apparenza perché mi conosci davvero. Conosci tutto di me: la mia vita, le mie abitudini, il mio carattere, le mie passioni. É più semplice per questo.»
«So tutte queste cose perché tu hai deciso di aprirti con me. Ma se decidessi di farlo anche con qualcun altro, potrei non essere più l'unica persona al mondo con cui potresti sfogarti o semplicemente parlare.»
Miki ha ragione su questo, ma non lo ammetterò mai a voce alta.

Non riesco a prendere sonno. Scrollo video su Tiktok fino alla nausea.
"📷 Foto" leggo tra le notifiche. Apro la chat e vedo che é Nick. Nella foto c'è un campo, totalmente verde, con dei papaveri rossi che si illuminano al tramonto.

Ieri avrei voluto portarti qui.
Meraviglioso, vero?

Beh, decisamente. E i papaveri, come il resto dei fiori, sono il mio punto debole.

Chissà. Potresti essere ancora in tempo.

Davvero?

Non me lo far ripetere una seconda volta.

Non ce ne sarà bisogno.
Ho ricevuto il messaggio.
Forte e chiaro.
Domani alle 17:00 sarò da te, promesso.

Speriamo che sia la volta buona, perché non so se potrei dargli una terza possibilità per un'uscita del cavolo. Almeno sembra importargli qualcosa di me. Me ne pentirò? Probabilmente. Ma Miki aveva ragione. Non posso contare solo su di lei per sempre. Ho bisogno di esplorare il mondo, vivermelo, conoscere più persone possibili e contagiarli con la mia luminosità.
Ognuno ha bisogno della sua luce, ed io potrei essere quella di qualcuno, lì fuori.

L'amore fiorisce a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora