𝐋𝐚 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚 𝐫𝐨𝐬𝐬𝐚

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HARRIS POV:

Odiavo lo shopping, soprattutto quando si trattava di vestiti. Preferivo di gran lunga abiti comodi: pantaloni sportivi, magliette larghe e scarpe da ginnastica. Ma Madre non la pensava così, e Padre, come al solito, non si esprimeva mai su queste cose. Tuttavia, lo shopping era uno dei pochi momenti in cui potevamo uscire e non rimanere rinchiusi in casa, quindi lo sopportavo. Il nostro luogo di shopping era "Harrods," uno dei centri commerciali più grandi e lussuosi del mondo. Avevano di tutto: alimenti, vestiti, giocattoli, profumi e molto altro ancora. Era come un parco di divertimenti in miniatura, e io trovavo sempre un modo per svagarmi <<Conoscete bene le regole>> disse Madre con il suo tono severo, <<potete muovervi liberamente per il centro commerciale, ma se osate uscire da qui, vi riempio di botte.>>Non c'era spazio per repliche; tutti sapevamo cosa ci sarebbe successo se avessimo disobbedito. <<Harris e Virginia, voi venite con me. Dobbiamo comprare dei vestiti nuovi, siete a corto>> aggiunse. Sbuffai, già stanco all'idea. <<Hai da dire qualcosa, Harris?>> mi chiese Padre con tono altrettanto severo. Scossi la testa, evitando di rispondere, e lui tornò subito a concentrarsi sul suo telefono.

Arrivati da Harrods, scendemmo dalla limousine. Era una giornata soleggiata, faceva persino "caldo" per gli standard inglesi. Crystal, sempre un po' più audace con Padre, chiese: <~Padre, avremmo il permesso di farci anche un giro fuori dal centro commerciale? Basta anche un'ora.>> Con lei, Padre era diverso, quasi gentile. <<Vedremo, va bene?>>rispose, con una voce che non gli sentivo mai usare con noi altri. Entrammo e mi guardai intorno. Volevo andare nel reparto tecnologia, che si trovava al piano terra. <<Devo per forza venire? Voglio andare giù,>>provai a chiedere a Madre. Lei scosse la testa, naturalmente. <<Se fai il bravo, dopo potrai andare giù e la mamma ti compra qualcosa>>mi disse, accarezzandomi la guancia. Un gesto di affetto strano, ma a quello ero abituato, a questo tipo di "amore" forzato.

<<Bene, io vado con Benedict a comprare qualche orologio e gioiello>> annunciò Padre, e senza aspettare una risposta, si allontanò.

<<Io vado a comprarmi qualche trucco, Madre,>>disse Crystal, informandoci prima di sparire tra gli scaffali.

<<Segui tua sorella, Alexander. Non lasciarla sola>>ordinò Madre. Alexander annuì, probabilmente trattenendo un sorriso sarcastico, e senza replicare, andò dietro a Crystal.

Salimmo al quarto piano. Virginia si fiondò subito sui vestiti, mentre io mi limitai a dare qualche occhiata distratta. <<Potresti avere l'entusiasmo di tua sorella, sai,>>mi disse Madre. Per farla contenta, feci un finto salto di gioia, esagerando volutamente. Lei alzò gli occhi al cielo e tornò a cercare abiti per me.
In mezz'ora, Virginia aveva provato più di trenta capi, io neanche uno. <<Posso prendere anche questo?>>chiese Virginia , ma stavolta Madre scosse la testa. <<Abbiamo preso abbastanza, ora tocca a tuo fratello... Harris, vieni qua, provati questo,>$mi ordinò, mostrandomi un completo che già detestavo.
Presi i vestiti e andai nel camerino a provarli. Erano orribili. I pantaloncini erano corti e stretti, scomodissimi, mentre la maglietta era l'unica cosa vagamente accettabile. Quando uscii dal camerino, Virginia scoppiò a ridere. «m<<Dio, sembri uscito da una rivista porno>> disse, ma la risata le morì sulle labbra quando Madre la fulminò con lo sguardo.
Mi fece girare su me stesso, osservandomi da ogni angolazione. <<Stai proprio bene, lo sai, amore della mamma>> disse con un sorriso soddisfatto.

Feci una smorfia. <<A me fa schifo>> ribattei senza mezzi termini.

Madre sbuffò, infastidita. <<Non me ne importa, deve piacere a me>> borbottò.

Sbuffai anch'io, sconfitto, e tornai nel camerino a cambiarmi. Un altro giorno di shopping forzato, un altro giorno in cui mi sentivo costretto a recitare una parte che non mi apparteneva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07 ⏰

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𝐋𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐚𝐜𝐫𝐢𝐦𝐞 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora