2.pocketful of sunshine

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-pocketful of sunshine, Natasha Bedingfield, speed up.

La sveglia a volume basso mi desta dal mio sonno. Guardo l'orario. Le 5:00 del mattino. Perfetto. Spengo la sveglia, mi alzo silenziosamente dal letto e vado verso il guardaroba. Prendo la divisa di Yale e mi dirigo in bagno. Chiudo la porta. Apro l'acqua della doccia mentre mi tolgo il pigiama. Mi infilo in doccia e il getto caldo che mi scorre sulla pelle scioglie immediatamente tutti i miei nervi, ancora un po' tesi. Chiudo la doccia, esco, mi avvolgo nell'accappatoio e mi asciugo il corpo. Mi metto la divisa e mi lavo la faccia ed i denti. Mi trucco velocemente, applicando solo un po' di correttore e uno strato sottile di mascara. Già ben sveglia, mi chino per prendere l'asciugacapelli. Non lo trovo. Sbuffo, e mi inginocchio per cercare meglio. Non c'è! Che palle. Non è mica per il freddo, qua fa ancora caldo, ma quando i miei capelli si asciugano naturalmente, all'aria, vengono... strani. Ricci, ma non ordinati, anzi: sono tutti scompigliati, per di più difficili da pettinare e da raccogliere.
Mi alzo da terra spengo le luci ed esco dal bagno. Ava dorme ancora. Sorrido, è buffa quando sonnecchia. Mi avvicino al comodino del mio letto il più silenziosamente possibile, afferro il libro che sto leggendo, un telo e un quadernino in una mano, e mi infilo il cellulare e le chiavi della stanza nelle tasche del gilet. Quando esco dal dormitorio, la mia destinazione è una sola: il giardino. Il giardino di Yale è grande, grandissimo, con una stradina sterrata che porta all'entrata principale dell' edificio e ai lati un prato magnifico, con qualche albero e panchine di tanto in tanto. Cammino sulla stradina finché non arrivo al mio albero preferito, quello in cui ci sediamo io e Ava dal primo anno. Stendo il telo, e mi ci siedo sopra. È una mia abitudine, svegliarmi presto per venire qui a leggere. Molti studenti vengono qui a studiare, però nel pomeriggio, di solito sono l'unica che viene di prima mattina. Trovo che dopo pranzo, nel tempo libero, ci sia un po' troppa gente per concentrarsi sulla lettura o sullo studio. Comunque, dopo aver scrutato l'alba per qualche minuto, decido di raccogliere i capelli ancora bagnati in uno chignon, così in teoria non dovrebbero esplodere come un batuffolo di cotone e apro il libro: è Piccole Donne, il mio scritto preferito più o meno da sempre. Lo lessi la prima volta a dieci anni, e di tanto in tanto ne faccio qualche rilettura. Molti mi chiedono se non mi stanchi rileggere lo stesso libro da così tanto tempo, ma in realtà è solo che un piacere. Non è proprio un libro per me, è più come una certezza. Non saprei come spiegarmi.

"Non ho paura delle tempeste e sto imparando a tener bene il mare con la mia barca."

Leggo facendo scorrere gli occhi da una parte all'altra della pagina. Non ricordavo questa frase. Chiudo il libro, lo appoggio sul telo e apro il quadernino più piccolo. Ci appunto tutte le frasi che mi piacciono, è una cosa che faccio da sempre. Una volta scritto, lo richiudo e riprendo la mia lettura.

Leggo ancora per una mezz'ora buona , quando sento un rumore. Decido di ignorarlo, ma poi mi rendo conto che si tratta di un canticchio. Chiudo il libro di scatto, frustrata. E a un certo punto, la melodia cantata a labbra chiuse si trasforma in una canzone, di cui ben presto riesco a distinguere le parole.
Mi accosto dietro l'albero per ascoltare meglio.

<<I'm feeling like this might be my time to shine with you, with you, with you
I got my head out the sunroof
I'm blasting our favorite tunes
I only got one thing on my mind
You got me stuck on the thought of you
You're making me feel brand new
You're more than the sunshine in my eyes
La da la da da, la da da da>>

Si tratta di una voce maschile, roca, ma cullante. Poi, improvvisamente, un riccio ciuffo biondo compare nella mia visuale. Mi nascondo ancora di più dietro all'albero e sporgo la testa per vedere meglio.
Un ragazzo, biondo, con occhi cristallini, cammina nervoso nel cortile, massaggiandosi la gola, e provando a cantare note di diverse intensità. Non sembra però per niente soddisfatto. Esco dal mio nascondiglio quando capisco che il ragazzo è Andrew.

Piccola Fiamma Where stories live. Discover now