🩰OLIVIA🩰

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Finalmente arrivò anche Victor.
"Ce ne hai messo di tempo e?"
Lui non rispose alla mia provocazione, semplicemente si mise a fare un po' di stretching.
Sbuffai, ma lui continuò la sua sessione di stiramenti indisturbato.
"Che c'è? Mi sto solo riscaldando"
"Mh lo vedo"
Mi voltai ed iniziai a ballare senza di lui.
"Che stai facendo?"
Stavo eseguendo dei giri, ma decisi comunque di rispondergli
"Danzo...e tu...cosa stai facendo?" Gli dissi con il fiato corto.
A quel punto dovrebbe esserci stata una presa, ma era ovvio che non potessi eseguirla da sola perciò mi fermai davanti a lui.
Victor sollevò le mani dai suoi fianchi afferrando i miei e sollevandomi in aria.
Inutile dire che non ero pronta a quella cosa.
Forse si era un po' arrabbiato con me, e con quel gesto aveva voluto vendicarsi.
Dopo qualche secondo in aria mi riportò con i piedi per terra.
Lo guardai stupita.
"Ok, adesso possiamo iniziare a fare sul serio"
Quella frase m'inchiodò sul posto lasciandomi senza parole.
"Dai..."
Quella incitazione mi fece girai e corsi verso di lui.
Iniziammo a danzare leggeri come foglie.
Victor non mi staccò gli occhi di dosso nemmeno per un attimo.
Mi chiedevo come riuscisse ad eseguire tutto perfettamente guardando solo e soltanto me.
Ero sconcentrata.
Ecco perché mia madre  voleva che non mi vedessi con nessuno, nemmeno per un attimo.
Finimmo la coreografia in bellezza con un altra fantastica presa.
Sentii il calore delle mani di Victor troppo a lungo sulla mia pelle.
Non riuscivo a sostenere quella sensazione.
Una gamba mi si piegò, e la presa di Victor vacillò. Stavo quasi per schiantarmi a terra quando le braccia di Victor mi afferrarono dalla vita facendomi attutire il colpo.
"Ti basta o dobbiamo provare di nuovo?"
"No, dobbiamo provare di nuovo. Alcuni passi erano imperfetti"
"Per la precisione, sei stata tu a sbagliare quei passi"
Mi irrigidii
"Quindi dovresti essere tu a riprovare la coreografia"
"Io..."
"Però, visto che sono gentile a differenza tua, proverò di nuovo con te"
Mi veniva da piangere, perché aveva ragione.
"Forza, non ho tutta la sera"
Mi diedi una mossa e la riprovammo ancora e ancora.

Si era ormai fatta sera quando finimmo
"Adesso può bastare?" Mi provocò Victor
"Si, direi che era quasi perfetta"
Prima di andare ognuno per le nostre strade, lui mi bloccò
"Ti va di mangiare qualcosa?"
"No...io non mangio mai" sussurrai
"Come?"
"...ho detto che...non ho fame"
Corsi via e m'infilai in camera chiudendo la porta a chiave.
Lexie e Jada probabilmente erano andate a cena.
Meglio così.
I piedi mi pulsavano, mi ardevano, mi si stavano staccando dalle gambe.
Levai le scarpe mi guardai i piedi e piansi quelle poche lacrime che il mio corpo poteva darmi per farmi soffrire fino in fondo.
Tra i singhiozzi la mia testa cadde sul cuscino

'La mia testa era poggiata sul cuscino quando nella mia stanza entrò il nuovo compagno di mia madre.
Non proferì una parola e si sedette ai piedi del mio letto.
Il mio battito accelerò. Avevo paura di ciò che volesse farmi.
Forse voleva picchiarmi?
Bhe, ormai ero pronta a tutto, ma non a quello che avrebbe fatto di lì a breve.
La sua mano enorme, rispetto al mio corpo piccolo ed esile, scivolò sulla mia gamba destra per poi finire sotto la mia gonnellina rosa confetto.
Non avevo mai provato niente di simile.
Quella mano circondò la mia intimità facendomi sussultare.
Raggiunse la cerniera della mia gonna, e in una sola mossa me la sfilò. Rimasi solo con le mie mutandine, anch'esse rosa, addosso che di lì a breve sarebbero finite sul pavimento insieme alla gonna.
Mi sovrastò con l'ombra della sua altezza mentre si slacciava la cintura e si abbassava i pantaloni.
Chiusi gli occhi.
Mi stava facendo male, ma se glielo avrei detto probabilmente avrebbe accelerato ancora di più.
Però urlai. Urlai come se non ci fosse un domani.
E piansi. Piansi talmente tanto forte da non riuscire più a respirare'
In quel momento avrei voluto soltanto morire.'

Rimasi ancorata e quel brutto ricordo che frullava nella mia testa.
Avrei voluto dimenticate tutte le cose brutte che mi erano successe.
Avrei voluto cancellare la mia intera infanzia.
Poi non capii più niente.
Svenni.

Danza fino alla morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora