Capitolo 1

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cinque anni dopo









Si prospettava una giornata di merda.

Era stato svegliato dal frastuono dei lavori in corso sulla strada, aveva bruciato la colazione e si era rovesciato il caffè sulla camicia, inciampando sulle mutande sporche di suo fratello.

Ed erano solo le 6:30 del mattino.

La giornata iniziava davvero male.

Il cellulare di servizio squillò. Sulla schermata apparve un numero sconosciuto.

" Vegas Theerapanyakul."

"Sono Porsche Kittisawat del dipartimento di polizia di Fresno."

"Scusi, la interrompo subito. Se avete un caso che richiede l'intervento dell'FBI dovete inoltrare richiesta a...."

"No, agente. È più una consulenza personale. Ci sono alcuni dettagli che ricordano un suo vecchio caso a Denver."

"Ho avuto diversi casi a Denver, può essere più specifico?"

"Circa cinque anni fa, madre e figlio. Un'irruzione nella loro villetta. L'aggressore è riuscito a scappare. La sua firma era un graffito sulla porta d'ingresso."

"Aspetti. Sì, mi ricordo quel caso. Ma pensavo si riferisse a Denver, in Colorado, non a quello in Pennsylvania. È dall'altra parte del Paese. Come può essere collegato a questo caso?"

"La firma è la stessa. Abbiamo trovato un graffito di una farfalla. È per questo che la chiamo. Dobbiamo essere sicuri che sia lui."

"Mi può inviare la localizzazione? Sarò lì il prima possibile."

Le sirene erano assordanti.

Cinque macchine della polizia erano ferme con le sirene e gli abbaglianti accesi, l'area era già stata delimitata quando Vegas arrivò sulla scena.

Scese dalla macchina e si diresse verso un agente che stava cercando di non far passare i curiosi.

"Mi scusi. Sono Vegas Theerap..."

"Si, senti al momento non possiamo rilasciare dichiarazioni."

Ci mancava essere scambiato per un giornalista. Nonostante non fosse lì in veste ufficiale era grato di aver portato con sé il suo distintivo, immediatamente lo mostrò indossando la sua migliore maschera di indifferenza, come se l'uomo davanti a sé non fosse niente di più che un moscerino.

"Sono dell'FBI. Ho ricevuto una chiamata dall'agente Kittisa..."

"Vegas Theerapanyakul?" una voce lo chiamò da dietro le spalle dell'altro agente. Venne interrotto per la seconda volta. Odiava quando lo interrompevano.

L'uomo che lo aveva chiamato era alto con la pelle color caramello. Aveva un'aria vagamente famigliare, ma non capiva dove lo avesse già visto.

"Si. Lei dev'essere l'agente Kittisawat, è corretto?"

"Esatto. La ringrazio di essere venuto con così poco preavviso."

"Capo. Ha chiamato l'FBI?" parlò un altro uomo, più o meno dell'età di Vegas, con voce lagnosa.

"Non ti intromettere Tawan." Urlò all'uomo prima di rigirarsi verso di lui "prego, mi segua." Aggiunse, allungandogli un paio di guanti in lattice.

Arrivati nel punto del delitto una donna era china sul cadavere.

"Agente Theerapanyakul, lei è il nostro medico legale la dottoressa Bowman. Dottoressa, lui è l'agente dell'FBI Vegas Theerapanyakul."

"Mi ricordo di lei. Una tentata rapina in Pennsylvania, cinque anni fa, ma allora lei era nell'HRT" disse la donna stingendogli la mano.

«Esatto. È un piacere rivederla, dottoressa. Peccato per le circostanze.» sfoggiò il suo miglior sorriso. «Mi sa dire già qualcosa sulla vittima?»

«Donna. Jane Doe. Tra i 45 e i 50 anni. Nessun documento o particolare identificativo. L'aggressore deve averli presi. Le ha tagliato la gola. Abbiamo trovato del DNA sotto le sue unghie e lo abbiamo già portato nei nostri laboratori a farlo analizzare.» la dottoressa raccolse un paio di campioni e si allontanò.

«Una morte molto veloce. Si discosta dal caso di cinque anni fa.» commentò in modo distaccato Vegas. «Siamo certi che sia lo stesso uomo? Magari è un imitatore»

L'agente Kittisawat sospirò «Lo avrei pensato anche io, se non fosse che il particolare della firma non è mai stato rivelato ed eppure è identico.»

«In che senso non è mai stato rivelato? Era letteralmente sulla porta d'ingresso, chiunque poteva vederlo.» la sua voce sprizzava cinismo da tutti i pori. Quel caso gli aveva cambiato l'esistenza, non poteva restare oggettivo.

«Ero presente anche io quel giorno. Ero solo un cadetto, è stato il mio primo caso. Dopo che lei si è allontanato dalla scena del crimine, il figlio della vittima è tornato e ha espresso il desiderio di eliminare lo sfregio. Non avendo nessuna motivazione per impedirglielo abbiamo raccolto campioni e scattato foto e ce ne siamo andati. Sono tornato quel pomeriggio stesso e la porta era stata tinteggiata nuovamente. L'omicidio è avvenuto di mattina presto, tutti erano al lavoro e nessuno era presente per testimoniare la presenza del disegno. Non essendo sicuri se ci sarebbero state altre aggressioni i miei superiori hanno ritenuto più sicuro non far trapelare la notizia della firma. Lo sappiamo solo noi presenti quel giorno e l'aggressore.»

«Una scelta saggia, non c'è che dire. In effetti consigliamo spesso ai vari agenti di non rivelare mai la firma del Soggetto Ignoto, sia per dare un finto senso di sicurezza sia per scoraggiare possibili emulatori.» Vegas era impressionato dal sangue freddo mostrato dal dipartimento di Denver. «a proposito, mi domandavo, come siete finito a lavorare dall'altra parte del Paese?»

«Per una delle più vecchie motivazioni al mondo: per amore.»

Vegas sorrise, sarebbe stato bello poter dire la stessa cosa per sé. Negli ultimi cinque anni aveva cambiato tre unità dell'FBI prima di approdare in quella di profiling di Fresno. Sentendosi già stanco, nonostante fossero passate solo poche ore da quando si era alzato, decise di terminare il prima possibile quella consulenza. «Va bene. Mi mostri il segno.»

«è qui, mi segua.»

La donna era riversa a terra a qualche centinaio di metri di distanza dalla fermata di un autobus, e lì sul cestino della fermata c'era il disegno di una farfalla.

«Avete già preso un campione della vernice?»

«Quindi conferma la mia supposizione?»

«Si. È lo stesso uomo. Non dite niente ai giornalisti. Ho intenzione di dirlo alla precedente vittima di persona. Non voglio che lo scopra dai media.»

«Pensavo che la precedente vittima fosse morta»

«No, la madre è in coma da allora, ma il figlio è vivo e so che vive qui a Fresno. Mentre io mi occuperò di rintracciarlo, lei dovrebbe fare richiesta ufficiale all'FBI per la collaborazione. Questo non sarà un caso facile.»

«D'accordo, dopotutto lei lo aveva detto cinque anni fa: quello era solo l'inizio.»




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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 20 ⏰

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