Non entravo nella stanza della torre da una vita. L'ultima volta che ero stata da mia nonna era stato neanche un mese prima, per il suo funerale, però non avevo avuto l'occasione di salire. Onestamente, non mi era sembrato neanche giusto visto che mia nonna mi aveva sempre proibito di farlo. Le scale erano pericolanti, diceva, il legno era marcio. Era vero. Cadere da quell'altezza avrebbe significato almeno due mesi d'ospedale ma quello non mi aveva mai fermata.
Avevo scoperto la stanza quando avevo circa otto anni e stavo passando il weekend da mia nonna, nella sua grande casa circondata dal bosco. Avevamo litigato, non ricordo neanche il perché, quindi, per ribellarmi, quella sera, feci la pericolosa scalata fino alla stanza proibita. Una volta raggiunta la cima della scala il pavimento di pietra era decisamente resistente e non rischiavo più di cadere. Ricordo che quando entrai nella stanza fui sorpresa di vedere solo un enorme specchio coperto da un telo. I bordi della cornice erano di una strana pietra scura con delle venature dorate. Non avevo mai visto nulla del genere. Quando esclamai il mio stupore, la grande stanza mi rimandò indietro l'eco delle mie parole.
Uscii dalla stanza in fretta quel giorno, avevo comunque paura che mia nonna mi scoprisse. Ci tornai qualche giorno dopo e, questa volta, scoprii lo specchio. Era bellissimo. Talmente sporco che non si vedeva neanche il mio riflesso, vero, ma era bellissimo. Ci tornai sempre più spesso, giorno dopo giorno. Mi sedevo davanti allo specchio e parlavo della mia giornata, di quello che facevo, di quello che vedevo e di quello che provavo, come se quello specchio mi potesse capire. Un giorno mia nonna mi scoprì. Probabilmente avevo parlato troppo forte. Dopo quell'episodio, mia nonna iniziò a tenermi sempre più sotto sorveglianza e il periodo che passavo da lei durante le vacanze iniziò a diminuire sempre di più finché, a ventidue anni, andavo da lei solo per fargli gli auguri di compleanno e Natale.
Mi dispiacque comunque quando morì. Mio padre voleva vendere la casa ma riuscii a convincerlo a darla a me. Era a mezz'ora di macchina dalla città dove studiavo, sarebbe stato perfetto per me. Alla fine lo convinsi e la prima cosa che feci quando ebbi le chiavi in mano fu tornare in quella stanza sulla cima della torretta.
Lo specchio era ancora lì, esattamente come lo ricordavo, coperto dal pesante telo verde. Lo rimossi facilmente.
-- Ciao, vecchio amico. -- dissi, guardando la superficie opaca. Avevo portato come me alcuni prodotti per pulirlo ma, come quando ero piccola, rimasi estasiata dalla sua bellezza.
-- Ora sono io ad avere la casa. -- dissi. Il mio eco echeggiò nella stanza. -- E nessuno mi potrà tenere lontana da questo specchio. --
Passai la mano sulla cornice. Quello specchio era stato un fedele amico durante la mia infanzia. Un po' mi erano mancate le conversazioni con lui. O lei. Gli specchi hanno un sesso?
Presi il panno umido e iniziai a passarlo sulla superficie riflettente. Volevo essere in grado di vedere il mio riflesso quel giorno stesso. Mentre lavoravo iniziai a parlare ad alta voce. Odio il silenzio, trovo renda ogni situazione inquietante ed opprimente. Quando ero ancora nel vecchio appartamento parlavo spesso da sola quando il silenzio era troppo assordante, quindi fu una cosa normale per me iniziare a raccontare al mio vecchio amico d'infanzia come me la passavo. Gli spiegai che, da quando ci eravamo visti, tante cose erano cambiate. Avevo finito le elementari, per cominciare, e stavo quasi per laurearmi. A volte mi chiedevo se avessi scelto la scuola giusta, molte volte non mi sentivo all'altezza delle aspettative, mi sentivo quasi un'impostore tra i miei compagni. Avevo anche trovato un ragazzo. Avevo iniziato a frequentarlo durante il primo anno, lui era di un anno più grande. Purtroppo non era durata un granché. Certo, era carino e ci sapeva anche fare a letto, però, come molti ragazzi, era troppo infantile. Non cercava un lavoro, non contribuiva alle spese dell'appartamento o a quelle del cibo, passava tutto il giorno sui videogiochi... alla fine mi ero stufata e l'avevo mollato. Ero single da due anni. Non per scelta mia, ovviamente. Avevo avuto un paio di avventure con dei ragazzi in università, ero anche uscita un paio di volte con un'assistente di un professore, eppure non era mai scattata quella scintilla che speravo.
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Vite, Morti e Miracoli
Short Story"Vite, Morti e Miracoli" è una raccolta di racconti brevi ambientati in mondi, universi ed epoche diverse. Ogni storia esplora temi di fantasia, fantascienza e horror, offrendo uno sguardo su vite straordinarie, incontri con la morte e momenti di mi...