Capitolo 4 Povera illusa

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Dopo un paio di mesi vidi Marcus, è sempre una bellissima emozione.

L'ho beccato per caso andando a far la spesa per la torta di compleanno

di zia Nat.

"Che mi racconti, foulard?"

"Ho fatto come mi hai consigliato, ho risposto a mia madre e ho parlato

a zietta della cicatrice,

ho fatto molteplici visite e mi hanno prescritto molte medicine.

Fanno davvero schifo, sanno proprio di medicina!" Mi piaceva scherzare e sdrammatizzare su

questo argomento.

"Ah e non posso indossare più la mia sciarpa..."

"Lo sai che è un foulard! Eliseee!"

"No hey è ovviamente una sciarpa!"

Questa è la nostra guerra!

Che cosa sarà mai quel tessuto bianco, ormai diventato rosa per via del sangue?

Sinceramente non lo voglio sapere, davvero, rispariamo le mie lacrime.

Sta finendo l'estate e ho capito che anche lui prova qualcosa per me, ma effettivamente non

vuole dirmelo o dimostrarlo.

Da come l'ho capito? Dagli occhi. Quei bellissimi occhi verdi.

Ti ci perdi dentro.

Sono sempre gli occhi a dire le parole più belle.

Mi sto illudendo?

Non lo so e non voglio soffrire neanche un po', ne ho abbastanza forse dovrei concentrarmi su

me stessa.

La stagione degli esami si sta avvicinando, ciò vuol dire solo una cosa:

"Vieni da me a studiare, Eli?"

"Ecco ci risiamo, come posso dire di no."

Finito il riassunto di Letteratura provai dell'evidente fastidio all'infezione.

Marcus, notando mi fece una specie di carezza, poi la mano si spostò più indietro.

Avvicinò le labbra, è come se mi stesse per baciare, non ero tesa, con lui mi

sentivo al sicuro.

Poi di scatto si levò, rimasi completamente perplessa.

"Perchè mi mandi segnali completamente sfusi?" Mi scappò il commento.

Lui non rispose, anzi, girò la testa.

Le sue mani però erano ancora dietro il mio collo, stava sfiorando il mio taglio.

Lo sentivo respirare, c'era questo silenzio imbarazzante e l'aria si poteva tagliare con un coltello.

Mi veniva da piangere, per non rimanere in piedi come una rimbambita (che in quel momento ero)

Me ne andai: "Nat mi aspetta, ciao."

Non penso di essere stata così delusa in tutta la mia vita...

Lasciai la porta non del tutto chiusa così che mi potesse vedere uscire.

Ero così arrabbiata che rifiutai di rispondere alle chiamate e ai messaggi.

Un trucco di magia?

Pouf, e sono scomparsa.

Nonostante ciò ho passato gli esami e sono stata ammessa!

Lui non lo sento più da qualche settimana, dovrei aggiornarlo... Sono successe tante cose.

Effettivamente è strano, inizialmente ti basi su una persona e dai il massimo per codesta e poi

come se nulla fosse cambia tutto.

Il vuoto immenso quando sai per iniziare una chiamata ma poi ti ricordi che,

beh, quella persona è come matita e gomma.

Cancellata dal foglio.

Mi manca, ma so che non cambierà e io non posso permettergli di distruggermi ancora.

Non so davvero che fare, mamma è sparita di nuovo, ma almeno ho Nat, lei si che sa tutto.

Per sfogarmi sono uscita a fare una passeggiata serale.

Il tramonto e l'aria di erba appena tagliata accompagnavano le rondini che garrivano

liberamente.

Nelle mie cuffiette canta la mia "on to go", Taylor Swift con "Clean".

(Consigliato l'ascolto di Taylor durante il libro)

Vidi in lontananza un gruppo di ragazzi che probabilmente avevo già visto in giro per la scuola.

Non mi allarmai fino a quando mi resi conto che quello era il gruppetto di Marcus,

troppo tardi, ora li avevo davanti.

Salutai, tutti ricambiarono.

Erano 6 giovani uomini robusti e alti.

Torna ia casa facendo finta di stare al telefono, mi sentivo più sicura.

Ultimo anno e già altri ragazzi stanno cercando di approcciare ancora con me.

Non ne sono capace, non riesco a lasciar andare anche Marcus.

Lui penso sia l'unico ragazzo con cui non mi sentivo costretta a tenere la sciarpa, o il foulard,

come la chiama lui.

Nonostante questo ogni volta che parlo con qualche suo conoscente, lo sento borbottare.

"Gli spezzo le gambe, lo sa benissimo che lei è mia."

E ogni cavolo di volta divento rossa come un pomodoro, la sua mancanza si comincia a far sentire.

"E ora che fare?" Mi è sembrato di sentire da parte sua, stava parlando con i suoi "bro".

Lo so benissimo che non mi ha dimenticata, infatti, lo sento impennareancora davanti a casa.












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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24 ⏰

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