Capitolo quattordici - Sospesi

164 10 12
                                    

Quando giunse sul luogo di lavoro sentiva ancora il cuore scalpitare all'interno del petto.
Si avvicinò alla propria capo-blocco che, meccanicamente, cominciò a illustrarle cosa avrebbe dovuto fare quel giorno.
«Prendi questi paletti» indicando dei pezzi di metallo «e portali di lì. Dovrai piantarli nel terreno. Se hai un po' di fortuna troverai in giro un martello, sennò...» lasciando per un momento il discorso a metà.
«... dovrai arrangiarti» indicando le nocche, facendole presupporre quindi che avrebbe dovuto usare i pugni per conficcare i paletti sul terreno arido.

La faccia della ragazza divenne paonazza.
«C-come? È imp...»

«Sta' zitta e cammina. E vedi di non combinare danni questa volta, ci sarà il Comandante in prima linea a dirigere i lavori!»

Una moltitudine di urla accompagnava il via vai di prigioniere che trasportavano da un lato all'altro pezzi di metallo e di legno, materiali troppo pesanti per quei corpi denutriti e privi di forza.
Non era un lavoro sostenibile per il reparto maschile, figurarsi per quello femminile.
Amelia si mise in fila, tremando per il freddo e per la paura di trovarsi stesa a terra, in una pozza di sangue, come successe a una ragazza pochi metri lontano da lei.
Il corpo scheletrico faticava a reggere quel peso, tant'è che non ci volle molto a cadere al suolo e ritrovarsi schiacciata dal paletto che teneva tra le braccia e lo stivale pesante di un soldato, il quale le puntò contro, senza esitare, la canna della pistola, mettendo fine alla sua vita.

Gli occhi azzurri di Amelia divennero immediatamente delle pozze d'acqua chiara in tempesta, accecati dalla brutalità del nazista, che incurante tornò al proprio posto.

Per evitare di fare quella stessa fine, scelse con cura il paletto che le sembrava meno robusto rispetto agli altri e adatto quindi al suo peso, cominciando a trasportarlo per lunghi metri fino al perimetro disegnato dai soldati, entro il quale doveva essere costituito in pochi giorni una sorta di edificio destinato ai futuri prigionieri che sarebbero giunsi lì, ad Auschwitz.

Il progetto tedesco era proprio quello di varcare ancora di più i confini circoscritti dai Patti segnati e ampliare i loro orizzonti: non si mirava più all'Europa, ma anche ad Est, malgrado la Wehrmacht stesse registrando sempre più perdite e l'esercito si stava man mano indebolendo, ritrovandosi a retrocedere e lasciare spazio all'avanzata dell'Armata Rossa che, a dispetto di come i gerarchi del Reich lasciavano credere, non erano poi così lontani.

In molti avevano sottovalutato la prestanza dei Russi, inizialmente in netta inferiorità in materia di armamenti e preparazione, ma ben presto si era fatta rivalere, sancendo il tracollo dell'esercito tedesco.
Proprio di ciò stavano discutendo Maximilian e altri tre soldati, seduti a semicerchio ad osservare da lontano i lavori relativi alla costruzione di nuovi impianti pronti ad ospitare migliaia di ebrei, preludio di una massiccia deportazione.

«Ci stanno facendo il culo. Trentasette mila morti in un giorno. Mi chiedo se sono loro troppo intelligenti o noi ad essere fin troppo stupidi!» sbottò il più anziano, un uomo sulla quarantina.
«Tra un anno mio figlio compirà 16 anni, con l'andazzo che c'è non arriverà nemmeno a pestare il fango del fronte perché si ritroverà con un Tokarev puntato contro ancor prima di poter mettere l'elmetto» continuò con furia, dando piena voce alle sue preoccupazioni.

Le notizie provenienti dal fronte non erano delle migliori: mancavano uomini, armamenti e rifornimenti, ormai andava a combattere gente non addestrata, ragazzini incapaci anche solo di reggere un fucile da un calibro di 7mm.

«La verità è che stiamo cedendo, ma siamo tutti troppi orgogliosi per accorgerci che vittorie come quelle in Francia rimarranno solo un dolce ricordo» fu un altro ad alimentare ancora di più quello che divenne un vero e proprio dibattito.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 27 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Luce in Campo di MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora