Promesse infantili

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Mile's pov
Continuavo a dondolarmi sulla sedia girevole senza un domani, inghiottito dalle mie stesse paturnie. Lei era nel bagno ad attendere e io nella stanza difronte, e i pensieri non potevano che condurre ad una sola persona.

La rabbia e il timore che provai quella sera potevo ancora percepirli. Quella collera che lui si trovasse con un altro e la paura che già fosse qualcuno che frequentava da tempo mi mangiavano vivo. Ma forse ero solamente io ad ingigantire le cose.

Avrei voluto bussare alla porta e domandarle se andasse tutto bene, ma non volevo renderle le cose ancora più ansiose e precipitose.

Il telefono squillò.

Era lui? Era Axel? Mi stava chiamando perché gli mancavo o perché aveva bisogno di qualcosa? Cazzo come avrei voluto sentire la sua voce.

Afferrai il telefono con il cuore a mille, ma il nome sullo schermo fece smorzare quella frenesia.

Era Aaron.

« Hey piccolo stronzo, come va? »

« L'università mi sta uccidendo, ma che vuoi farci? Senti, ovviamente non ti ho chiamato per sapere come stai. »

« Gentile come sempre, Aaron. Comunque, lei in questo momento è in bagno, stiamo aspettando. »

« Capisco. Allora dopo mandami un messaggio e fammi sapere. Poi, volevo sapere un'altra cosa...»

« Sì? »

« Axel? »

Un buco nel petto mi mozzò il respiro al solo sentire pronunciare il suo nome. Giustamente lui non aveva idea che fosse tornato nella sua vecchia casa e che, d'altronde, avevamo "troncato".

« Mile? Dov'è Axel? Non mi risponde neanche alle chiamate, o ai messaggi. Non mi importa se avete litigato, ma lui non fa mai qualcosa del genere. Mi sto preoccupando. »

Un'immensa angoscia mi prese alla sprovvista, ma smentii le mie paranoie considerando che avesse potuto fatto un turno in più a lavoro o che si trovasse da Noah e Kyle.

« Non lo so, sicuramente ti richiamerà quando prenderà il telefono in mano. »

Aaron sospirò e mugugnò.

« Se lo dici tu...»

Avrei voluto chiamarlo io, ad Ax, chiedergli se andasse tutto bene malgrado le cose che erano successe fra di noi. Ma il mio orgoglio prevalse su ogni cosa e scansai quell'idea dalla testa.

In quell'esatto momento lei uscì dal bagno con in mano il test, in lacrime.

Staccai bruscamente la telefonata con mio fratello e corsi nella sua direzione. Era positivo. Mi caddero le parole in gola e non feci altro che sorridere, al contrario suo che frignava come una bambina.

La abbracciai, dicendo che andasse tutto bene e che avremmo affrontato la cosa assieme, come avevamo sempre fatto.

« Mile io non so come dirglielo. E se non vuole avere figli? E se poi resto una mamma single? »

« Cloe, Adam è un bravo ragazzo, vedrai che sarà felice quanto me di questa notizia. Dai, andiamoci a sedere sul divano. » tentai di tranquillizzare mia sorella, prendendola per una mano e facendola sedere su dei cuscini.

Giustamente non potevo comprendere ciò che stesse provando lei, e l'unica cosa da poter fare era consolarla e starle accanto, cercando di calmare il suo animo con rassicurazioni positive. Proprio come avevo sempre fatto con Ax, e come lui aveva fatto con me.

« Mi sento malissimo, ho paura di come andranno le cose. Avrei voluto che passasse più tempo, che fosse voluto...»

« Cloe, andrà bene te lo prometto. Sei mia sorella, ho mai infranto una promessa? »

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