La pausa pranzo alla paninoteca del centro commerciale con Carlo e Stefania è volata. Stefania si era licenziata appena un mese prima dallo studio in cui Carlo e Margherita lavorano e il suo nuovo ufficio è poco distante dal precedente, perciò il rituale della pausa pranzo assieme era rimasto intatto.
La conversazione era stata naturalmente monopolizzata dall'entusiasmo di Stefania per il nuovo ruolo assunto e per i benefit di cui dispone ora, facendo così rosicare bonariamente Carlo e Margherita.
L'unico aspetto negativo che Stefania aveva riscontrato fino a quel momento era la pausa pranzo di un'ora e mezza, insufficiente per rientrare a casa ma al contempo troppo lunga per restare a zonzo ogni giorno. Fortunatamente gli ex colleghi le tengono compagnia e trascorrono con lei la consueta oretta del pranzo, rendendo meno pesante quel lasso di tempo.
La giornata di oggi non ha fatto eccezione e i tre hanno chiacchierato del più e del meno mentre consumavano il loro pasto. Verso le 14.30, come di consueto, Carlo e Margherita si sganciano e si dirigono verso le scale mobili per recuperare l'auto al parcheggio sotterraneo e rientrare in studio.
Fa caldo in questo pomeriggio di piena estate e Margherita indossa un abito colorato e leggero, che arriva a metà coscia. Non è altissima ma i sandali con il tacco slanciano la sua figura e la scollatura del vestito mette in risalto le sue forme proporzionate. Si tiene al corrimano chiacchierando con Carlo e, mentre stanno ancora confrontando il loro lavoro con quello di Stefania, si lascia trasportare due piani sottoterra.Sul lato opposto una ragazza sale verso l'ingresso. È ancora lontana ma l'occhio di Margherita viene catturato dallo stile etnico del suo abbigliamento: un graziosissimo top corto chiaro le scopre l'ombelico e delle frange danzano al limite dell'orlo degli short di jeans chiari e strappati. Indossa svariati bracciali di legno e una montagna di ricci imprigionati in una pettinatura un po' precaria le incorniciano il viso.
Le due scale mobili si muovono velocemente.
Pochi secondi e la ragazza è decisamente più vicina.
Margherita sposta il focus della sua visione dal singolo dettaglio del vestiario all'intera persona.
È bella.
Molto bella.
Le scale mobili continuano a scorrere.
Si avvicinano.
Sono in corrispondenza.
Per pochi, pochissimi, secondi Carlo si trova in mezzo alle due ragazze che viaggiano nel senso opposto.
Margherita si interrompe e lascia in sospeso la frase del suo discorso.
Carlo non se ne accorge nemmeno.
Gli sguardi di tutti e tre viaggiano.
Secondi silenziosi scanditi solo dal rumore in sottofondo della scala mobile.
Gli sguardi di tutti e tre si incrociano.
Margherita la fissa intensamente.
Intensa-mente.
Sa che non è educato ma i suoi occhi non riescono a spostarsi altrove.
Carlo dissimula, ma è altrettanto ammaliato.
La ragazza li osserva.
Ricambia.
Sguardi.
Sguardi confusi, dubbiosi, curiosi.
Una strana vibrazione attraversa l'aria.
Pochi, pochissimi, secondi ed è tutto finito.Le scale mobili avanzano inesorabilmente nel loro senso di marcia e l'incantesimo si spezza.
Tutti e tre hanno l'impressione che un pezzettino di loro sia rimasto appeso alla scala opposta.
Margherita vorrebbe girarsi a guardare indietro, verso di lei. Non lo fa, si trattiene. Carlo è di fianco a lei e se ne accorgerebbe, non osa. Carlo fissa ammutolito davanti a sé.Qualche altro secondo di silenzio ed è proprio lui il primo a tornare in sé.
"Scusa che dicevi? Mi sono distratto" chiede a Margherita.
Entrambi rimettono ordine nei pensieri.
Margherita ridendo lo punzecchia: "Per caso ti ha distratto quella ragazza poco fa?"
"L'hai notata anche tu?"
"A dire il vero, da donna, all'inizio ho notato il suo stile."
Pausa.
"Però devo riconoscere che era decisamente carina, sei giustificato. Tra l'altro, non so se ti sei accorto, ma l'interesse era ricambiato, ti ha proprio guardato! Non ti staccava gli occhi di dosso!" Margherita lo stuzzica apertamente.
"Marghe, forse non hai capito... Stava guardando te..."