Quella sera la mente di Margherita torna a quell'incontro così fugace e intenso, come un fulmine che sorprende tutti prima di trasalire per lo scoppio del tuono.
Quella ragazza le è entrata nei pensieri. Non si è trattato solo di un episodio divertente con un collega, l'aveva capito subito. Era stato un vortice di sensazioni, talmente veloci e immediate che Margherita faceva ancora fatica a catalogarle.
Per la prima volta aveva provato un interesse fisico per una donna, le era piaciuta a livello carnale in modo del tutto naturale. Sdraiata a letto in quella serata estiva, con le finestre spalancate nella speranza che una leggera brezza soffiasse dalle colline circostanti, Margherita si sente perfettamente a suo agio a fantasticare su una donna. Nessuna vergogna, nessun giudizio, anzi, è una leggera eccitazione ad accompagnare le sue riflessioni.
Chiude gli occhi e rivive quel gioco di sguardi, quell'incertezza di non sapere a chi fossero rivolti, quella malizia che si era creata e dissolta in pochi minuti ma che aveva evidentemente solleticato tre persone.
Nelle orecchie di Margherita risuonano le parole di Carlo. Quel "stava guardando te" che a pranzo l'aveva sbigottita e ammutolita, ora improvvisamente assume un'inaspettata carica erotica. Una sensazione di calore si diffonde tra le sue cosce, la pelle d'oca corre veloce lungo il suo corpo e le labbra si dischiudono un poco.
L'eccitazione sale in un lampo, lo stesso fremito repentino che aveva alimentato quel gioco di sguardi alcune ore prima.
Margherita si mordicchia il labbro inferiore e appoggia una mano sul seno destro. Lo tocca, lo stringe da sopra la maglietta del pigiama mentre stringe forte le cosce.
Nel silenzio della camera risuona un piccolo sospiro e la mano scorre verso il ventre, fermandosi sull'orlo dei pantaloncini. Le dita si insinuano facilmente tra il tessuto e la pelle calda, non solo per l'afa estiva.
Un'immagine le passa per la testa mentre le dita raggiungono il pube liscio e depilato... Se in quel momento non fosse la sua, di mano, a sfiorarla? Se fosse quella della ragazza delle scale mobili, con i vistosi bracciali di legno che si appoggiano sulla sua pancia?
L'eccitazione di Margherita ribolle e il viso avvampa. Le sue dita arrivano al clitoride e alle labbra completamente bagnate. Deve ancora sfiorarsi eppure sta già gocciolando.
Sorride tra sé e sé, maliziosa e non troppo sorpresa della facilità con cui il suo piacere liquido si fa strada tra le cosce.
Fino ad allora nei suoi momenti bollenti aveva solo intravisto qualche frammento di fantasia sul giocare con una donna, piccole immagini appena percettibili alla coscienza. Ora, invece, visualizzava distintamente ciò che le sarebbe piaciuto sperimentare, i suoi desideri più celati avevano preso forma in un viso e in corpo ben preciso.
Una carezza più decisa sul clitoride provoca un respiro affannoso e un brivido intenso. Margherita si tocca, si sfiora, si accarezza come tutte le volte eppure questa sera è diverso. È bollente, sudata, eccitata come forse non le capitava da un po', totalmente guidata dalla sua fantasia di essere, letteralmente, nelle mani di un'altra ragazza.
Le sue dita scorrono tra gli umori, stimolando e torturando il clitoride fino a farle inarcare la schiena. Un dito scivola dentro, accompagnato presto da un secondo e insieme la penetrano come se a farlo fossero le dita curate con lo smalto della sconosciuta sulle scale mobili.
Tutto il corpo di Margherita è carico di tensione sessuale, inarcato e grondante di sudore e umori. Le chiede un orgasmo liberatorio, non può più resistere.
La sua bocca è secca, aperta in uno stato di estasi mentre il piacere, forte e violento, la coglie e la fa gridare oscenamente per quelle immagini di sesso saffico che le sconvolgono la mente. Oscena-mente.