9. Anche d'estate con te tremo

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Annalisa

Le giornate in Puglia mi sembravano passare in un lampo.
Io, Tananai e tutti i nostri amici e colleghi cantanti passavamo svariati momenti della giornata insieme, non soltanto dedicandoci a ripassare sulle nostre canzoni, ma anche a rilassarci e vivere momenti tipici di un vero gruppo.
Ogni momento passato con Tananai per me iniziava a diventare un'esplorazione di sentimenti e desideri che mi legavano sempre di più a lui.

La nostra musica sembrava riflettere questa nuova intensità, ogni nota carica delle emozioni che condividevamo.

Una sera mentre io e Tananai cantammo ancora per una volta "Storie Brevi" mi accorsi del modo in cui si avvicinava a me e degli sguardi che mi dava mentre ci esibivamo. Sguardi che mandavano in delirio in pubblico e movimenti che facevano sognare le persone lì in piedi.
Lui sapeva esattamente come farli impazzire mentre c'ero io lì a cantare in sua compagnia.
Tananai si avvicinava sempre di più, il suo corpo sfiorava il mio. Sentivo il calore della sua pelle attraverso i vestiti, e ogni movimento mi sembrava provocatorio.

Non potevo fare a meno di sentire l'attrazione che ci legava.

La sua voce, il modo in cui si muoveva, tutto di lui quella sera mi stava facendo impazzire. La folla davanti a noi scompariva, e l'unica cosa che contava per me era lui.
"È tutta scenografia" mi ripetevo in mente, ma in un momento particolarmente intenso della canzone, si avvicinò ancora di più e anche se fu per un solo attimo riuscii a sentire il suo corpo premuto contro il mio. Sentivo il suo respiro farsi più rapido, e i nostri movimenti diventavano sempre più sincronizzati. Ma non potevo fermarmi, era come se fossi in trance, guidata da un desiderio incontrollabile.

Sentii la sua mano scivolare lungo la mia schiena, il suo corpo premuto contro il mio in modo che era tutto fuorché professionale. La canzone finì, e il pubblico esplose in un applauso, probabilmente ignaro della tensione tra noi. Tananai mi guardò con un sorriso e dopo, anche se per un solo momento, avvertii la rabbia montare dentro di me, ma cercai di mantenere la calma mentre ci ritiravamo dietro le quinte.

Sentii l'adrenalina ancora scorrere nelle vene, ma bastò uno sguardo al volto di Tananai ed entrambi capimmo che quella sera tra noi qualcosa non andava come al solito. «Cosa c'è, Nali? È andata alla grande!» mi chiese, ma istintivamente lo guardai con occhi di ghiaccio. «Cosa pensavi di fare lì fuori? Sembrava più uno show erotico che un'esibizione musicale». Gli dissi lasciandolo rimanere per un momento senza parole «Non era mia intenzione... pensavo solo di rendere lo spettacolo più intenso, più coinvolgente».
«Intenso?» ripetei, incredula «Sei andato oltre, Tananai. Mi sono sentita in imbarazzo e in più non era professionale» ragionai poco sulle parole che gli scaraventato addosso e che probabilmente lo colpirono come un pugno. «Non volevo metterti in difficoltà. Pensavo solo... pensavo di seguire l'energia del momento» scossi la testa, sentendo la rabbia mescolarsi alla delusione «Beh, hai fallito. E se questo è il modo in cui pensi di lavorare insieme, allora forse dovremmo riconsiderare tutta questa collaborazione».

Le mie parole probabilmente gli fecero male. Forse non aveva mai voluto farmi sentire così «Annalisa, mi dispiace. Non pensavo che potesse ferirti così tanto. Possiamo parlarne, trovare un modo per risolvere tutto questo» mi disse e lo guardai, forse il mio volto apparì segnato dalla delusione.

Dopo pensai che forse se le nostre strade si sarebbero divise così bruscamente sarebbe stato a causa di quel momento, probabilmente scatenato dal giorno prima, quando ci eravamo baciati e lui mi aveva ridato l'anello che avevo perso. Scossi lentamente la testa persa tra i miei pensieri, era soltanto colpa di quello stupido anello, dunque sfilandomelo dall'anulare gli risposi «È letteralmente colpa di questo stupido anello, tutto» dopo senza lasciare che lui parlasse lasciai su un tavolino lì l'anello e gli dissi: «Ora ho bisogno di un po' di spazio, di tempo per riflettere» mentre mi allontanai lo guardai, sentendo per un attimo un vuoto dentro di me.

Tananai

Dopo il litigio con Annalisa raccolsi l'anello che aveva lasciato lì e mi ritirai nella mia stanza d'albergo. Avevo bisogno di fare ordine nei miei pensieri.
La conversazione dietro le quinte mi aveva lasciato un senso di vuoto e confusione. Avevo ferito Annalisa, e questo mi faceva sentire terribilmente in colpa.

Mi sedetti sul letto mentre il buio della stanza mi avvolse. Le luci della città filtravano attraverso le tende, creando ombre che danzavano sul soffitto. Chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi, ma le immagini di Annalisa continuavano a invadere la mia mente.

La sua voce, il suo sorriso, il modo in cui i suoi occhi brillavano quando cantavamo insieme. Ogni dettaglio di lei mi sembrava amplificato. Sentivo il calore del suo corpo contro il mio, la morbidezza della sua pelle sotto le mie dita.

Il ricordo del suo corpo premuto contro il mio durante l'esibizione portò il mio respiro a diventare accelerato.
La tensione sessuale tra noi era palpabile, e sentii un'ondata di desiderio attraversarmi.
Cercai di scacciare quei pensieri, di concentrarmi su altro, ma era inutile. L'immagine di Annalisa e del modo in cui agiva e si muoveva era troppo forte, predominava la mia mente e offuscava la mia ragione.

Il mio corpo reagì ai miei pensieri, e presto mi resi conto di avere un'erezione. Cercai di ignorarla, ma la sensazione era troppo intensa. Mi alzai dal letto e camminai nervosamente per la stanza, cercando di trovare una distrazione. Ma ogni tentativo era vano.
Mi sdraiai di nuovo sul letto, chiudendo gli occhi e lasciando che i pensieri mi travolgessero. Non potevo più negare l'attrazione che provavo per Annalisa. Era più di una semplice collaborazione artistica; era un desiderio profondo, un bisogno che sentivo in ogni fibra del mio essere.

Mi ritrovai a fantasticare su di lei, immaginando le sue labbra sulle mie e il suo corpo nudo contro il mio. Le mie mani scivolarono lungo il mio corpo, mentre immaginavo di toccarla, di esplorare ogni curva della sua pelle.

Sentii il mio membro indurirsi di più e lo vidi diventare ancora più evidente. Sentii il desiderio crescere dentro di me. Non potevo fare a meno di desiderarla, di volerla con una tale intensità che mi faceva male.
La nostra discussione mi aveva lasciato con un senso di vuoto, ma anche con un desiderio ardente di risolvere le cose e di dimostrarle quanto ci tenessi a lei.
Cercai di calmarmi e di respirare profondamente, ma i miei pensieri tornavano sempre a lei. Annalisa era come una fiamma che non potevo spegnere, un desiderio che bruciava dentro di me. E sapevo che, in qualche modo, dovevo trovare un modo per riconciliarmi con lei, per dimostrarle che potevamo lavorare insieme senza sacrificare ciò che provavamo l'uno per l'altra.

Ma quella notte, da solo nella mia stanza, con il mio corpo in preda al desiderio, sapevo che non sarebbe stato facile. Annalisa era tutto ciò che desideravo e il pensiero di perderla mischiato a quello di averla tutta per me mi faceva impazzire. Dovevo trovare una soluzione, dovevo trovare un modo per dimostrarle quanto fosse importante per me, sia come artista che come donna.

Dopo un po' sentii qualcuno bussare alla porta della mia stanza, non risposi e sentii una voce femminile urlarmi «ALBE! VA TUTTO BENE LÌ DENTRO? SAPPIAMO CHE SEI LÌ» ci volle poco per riconoscerla, era una voce femminile ma abbastanza profonda e quasi incupita, Elodie, mi alzai dal letto e andai verso lo specchio, mi riabbottonai i pantaloni e cercai di notare se si vedesse qualcosa o meno, dopo inspirai ed espirai profondamente e in fine mi diressi verso la porta, la aprii di poco e vidi la ragazza con i capelli neri di fronte a me. Scossi lentamente la testa «Va... tutto alla grande» le risposi cercando di mantenere la calma e poi aggiunsi «Beh, in verità... mi sento un po' nervoso, sono accadute troppe cose negli ultimi giorni. Sto avvertendo proprio la tensione dei tour» le sorrisi in modo sornione mentre sperai che se ne andasse presto, ma lei aggiunse «Annalisa?» sapevo che erano abbastanza amiche, ma d'altronde Annalisa riusciva a socializzare abbastanza bene con tutti, senza allacciare troppa confidenza, però in quel momento non potevo nemmeno sentire il suo nome senza che una serie di possibili scenari erotici e non mi frugassero nella mente, scossi la testa e mi affrettai a risponderle «Sì, abbiamo litigato. Ma adesso, Elodie, se non ti dispiace desidero stare da solo e farmi una doccia fresca, anzi, gelida» muovendo appena il palmo della mano la salutai e chiusi la porta alle mie spalle.

Dannazione, avevo decisamente bisogno di farmi una doccia fredda, dovevo placare sia il mio corpo che la mia mente.
Sospirai mentre mi tolsi i vestiti ed entrai sotto la doccia. Lasciai l'acqua scorrere fredda sulla mia pelle così da calmare tutti i miei pensieri e lasciai che anche il mio corpo si calmasse.
Dopo, mi rivestii in modo semplice e lasciandomi a peso morto sul letto giocherellai con l'anello di Annalisa tra le mie mani e mi lentamente addormentai.

«Diamante lei e luce lui»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora