🌧️ p r o l o g o 🌧️

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Wintershady,
24/08/2019
17.46 p.m




C A M I L A ☀️


Piombo nella sua camera con fretta e furia, incredula alla scena difronte ai miei occhi.

«Quindi è vero? Te ne vai?» Mi rendo conto che la mia voce appare tremolante e spaventata, non riuscivo a crederci che le voci che sentivo in giro fossero reali: Adrían se ne va.

I suoi occhi grigi come una nuvola prima di un temporale, mi penetrano l'anima. Gli occhi di Adrian sono sempre stati così spenti e vuoti,
in tutti questi anni non li ho mai visti colmi di felicità.

«Esci da qui,» le sue mani smettono di armeggiare la valigia nera e afferrano saldamente il mio avambraccio.

Adrian fa forza cosicché riesca a spingermi fuori dalla sua amata tana, ma mi sposto prima che lui possa fare un altro passo.

«Perché? Perché lo fai?!»

In un'altra situazione avrei odiato farmi vedere così debole e penosa difronte a lui, ma adesso non mi importa, l'unica cosa che voglio è sperare che i miei occhi mi stiano ingannando, che Adrian non stia veramente preparando una valigia scappando via da Wintershady, scappando via dalla sua famiglia...

Scappando via da me.

«Per il college,» Ma nulla da fare, tutti i miei desideri del momento sono stati frantumanti dalla sua odiosa voce.

College?

Sbatto le palpebre incredula.

«Ma... non ha senso! Perché mai dovresti andare a studiare lì? Tu odi la Russia.» Controbatto come una bambina, e lo so che posso risultare infantile, presuntuosa e fastidiosa ma è la verità.

Nonostante tra me e Adrian non scorri un buonissimo sangue, lo conosco meglio di chiunque altro.

Non esiste ragione al mondo per la quale Adrian abbia deciso da solo di trasferirsi in Russia.

«Camila esci da qui, lo sai che odio quando entri in camera mia senza permesso-» Adrian fa un altro tentativo per acchiapparmi il braccio, ma mi sposto nuovamente provocandogli uno sbuffo.

«Me l'avevi promesso, mi avevi detto che non mi avresti mai lasciata da sola.» I miei occhi pizzicano e combatto contro le mie lacrime, mi sto già ridicolizzando e piangere davanti a lui sarebbe soltanto il colmo della giornata.

«Non sei sola, hai la tua famiglia, non fare la bambina.» Il suo sguardo si indurisce e capisco già da quello che si sta infastidendo.

Gli tocco il petto spingendolo indietro, così che possa affrontarmi e non deviarmi come sempre.

Non scappare Adrian.

«Mi avevi promesso che mi avresti aiutato con Bella, mi avresti aiutato a scoprire la verità, avevi detto che-»

«Quale verità Camila!?» Il suo tono di voce mi fa sobbalzare in aria dallo spavento, poche volte ho sentito Adrian urlare e quando lo faceva voleva soltanto dire una cosa: era seriamente stufo e arrabbiato.

Questo non fece altro che far aumentare le mie lacrime che avevano vinto la battaglia. Adrian era follemente arrabbiato con me.

«Bella è morta, non c'è nessuna verità!»

«L'hanno uccisa!»

«Si è ammazzata!» Controbatte in risposta facendomi indietreggiare incredula.

I miei occhi sono spalancati e stento a sentire quello che Adrian mi sta dicendo.
Per tutti questi mesi, lui era stato dalla mia parte,
mi aveva tranquillizzata, aveva detto che mi credeva, che la morte di mia sorella non si trattava di un semplice suicidio come dicevano le autorità,
ma bensì di un omicidio.

«Ma tu... tu dicevi che-»

«Lo so, ricordo cosa dicevo. Ma cazzo Cami,
sono passati mesi ormai! Io ho bisogno di andare avanti, ho diciott'anni anni non posso rimanere incatenato in questa cazzo di città soltanto perché non credo alle parole delle autorità.»

«E quindi scappi?»

«Mi sto iscrivendo al college non sto scappando, guarda che anche tu una volta finito il liceo lo dovrai fare.»

«Be' potevi scegliere un college qui vicino, come ha fatto James, perché te ne devi andare dall'altra parte del mondo!?»

«Perché non voglio rimanere qui, voglio cambiare aria almeno per qualche anno. Quando sarai grande capirai.» E con questo mi rivolge le spalle e continua indisturbato a sistemare le sue valigie.

«Io sono grande..» Borbotto guardando a terra, mi asciugo le lacrime con la manica delle felpa e lo becco in flagrante ad osservarmi.

«Hai quattordici anni,» mi ricorda, «sei piccola ancora.» E ritorna come niente fosse ad ignorarmi.

Mi guardo attorno nella sua camera e mi accorgo del vuoto che mi circonda, ha già preso tutto.

«Sei un bugiardo,» gli ricordo, ma Adrian mi regala ancora le spalle, non curandosi a girarsi. «Mi hai sentito? Sei un bugiardo, un traditore... e uno stronzo!» Dico tutto d'un fiato l'ultima parola, non credendoci nemmeno io di aver appena detto una parolaccia.

Cavolo.

Sbuffo e apro la porta, sapendo che ormai non avrei più ricevuto risposta.

Scuoto la testa ed esco fuori, scoppiando subito dopo in un pianto liberatorio.

Non sono pronta a lasciare andare via un'altra persona molto importante per me.



❄️




Guardo Adrian abbracciare il mio fratellino Archie, di 10 anni, poi i miei occhi si spostano sulla mia sorellina in braccio a mamma, Evie, che ha soltanto 3 anni. Lei nemmeno si ricorderà di tutti quei pomeriggi passati insieme ad Adrian.

Lo osservo mentre butta lo zaino sui sedili posteriori e apre la portiera anteriore per salire a bordo della macchina.

Nemmeno mi ha salutata.

Fisso il suo capo mentre ascolta brevemente quello che mio padre gli sta dicendo.

Girati

Girati

Girati

Per favore Adrian girati e guardami per l'ultima volta.

Ma lui non lo fa, sale a bordo e non incrocia il mio sguardo neanche per sbaglio.

E questo, è l'ultimo ricordo che conservo di Adrian Romanová.

Deadly KissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora