Capitolo 4: Il Ritorno di Jedy

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Flashback

Era una notte tempestosa, il vento ululava fuori dalla finestra della stanza di Jede. Si trovava da sola, seduta sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto. Sentiva una presenza dentro di sé, una voce che cercava di emergere.

"Perché continui a resistere?" sussurrava la voce. "Sai che prima o poi prenderò il controllo."

"Jedy, devi smetterla," rispose Jede, stringendo i pugni. "Non puoi vincere. Non lascerò che tu rovini la mia vita e quella dei miei amici."

"Oh, ma io sono parte di te," ribatté Jedy, la sua voce carica di malevolenza. "E sai che ho ragione. Non puoi nascondermi per sempre."

"Ti terrò a bada," insistette Jede, la sua voce tremante ma determinata. "Non lascerò che tu prenda il sopravvento."

"Vedremo," disse Jedy, con una risata sinistra. "Vedremo chi sarà più forte."

Presente

Jede aprì gli occhi, ma non era più lei. Jedy, la sua personalità malvagia, aveva preso il controllo. Si alzò con un ghigno sul volto, i suoi occhi scintillanti di una luce oscura. Senza dire una parola, si allontanò dal gruppo, dirigendosi verso la foresta.

Nel frattempo, gli amici di Jede erano ancora confusi e preoccupati per quello che era appena successo.

"Cos'è successo a Jede?" chiese Moka, la voce tremante.

"Non lo so," rispose Gemma, guardando il punto dove Jede era sparita. "Ma non era lei. Era... era Jedy."

"Jedy?" ripeté August, con un tono di incredulità. "Pensavamo che Jede l'avesse tenuta sotto controllo."

"A quanto pare non era così," disse Cara, preoccupata. "Dobbiamo trovarla e capire come aiutarla."

Proprio in quel momento, Livia si avvicinò a loro, il viso solcato da una profonda preoccupazione. "Ragazzi, cos'è successo? Perché siete così agitati?"

"Ecco, è un po' complicato," iniziò Jay. "Jede ha una personalità malvagia chiamata Jedy. Pensavamo fosse riuscita a tenerla sotto controllo, ma sembra che ora Jedy abbia preso il sopravvento."

Livia rimase in silenzio per un momento, assimilando l'informazione. "Capisco. Dobbiamo trovarla e cercare di aiutarla. Conosco un posto sicuro dove possiamo parlare senza essere disturbati."

Nel frattempo, Jedy si muoveva agilmente tra gli alberi della foresta, il suo obiettivo chiaro nella mente. "Dove sei, Sad?" mormorava tra sé e sé, un ghigno sinistro dipinto sul volto. "Finalmente avrò la mia vendetta."

Mentre Jedy scalava la foresta, il gruppo la seguiva a distanza, guidato da Livia. Le ombre della notte avvolgevano tutto, rendendo l'atmosfera ancora più inquietante.

"Deve essere da queste parti," disse Gemma, guardandosi intorno nervosamente.

Livia indicò una piccola radura poco distante. "Forse è lì. Andiamo."

Il gruppo si avvicinò alla radura, il cuore battente forte nei petti. Quando arrivarono, videro Jedy in piedi, ferma, con un'espressione trionfante sul volto.

"Jede, fermati!" gridò Cole, cercando di raggiungerla.

Jedy si girò lentamente, fissandoli con occhi freddi e distaccati. "Jede non c'è più. Ora sono io, Jedy. E non permetterò a nessuno di fermarmi."

"Non devi fare questo," disse Cara, avvicinandosi cautamente. "Siamo tuoi amici. Possiamo aiutarti."

Jedy rise, un suono freddo e inquietante. "Non avete idea di cosa sto per fare. E nessuno di voi potrà fermarmi."

Il gruppo rimase in silenzio, la tensione nell'aria era palpabile. Dovevano trovare un modo per fermare Jedy e riportare indietro la loro amica Jede. Ma come avrebbero potuto fare?

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