Capitolo 13: La Festa di Alberia e il Ritorno a Scuola

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Il giorno della festa ad Alberia finalmente arrivò. Dopo aver vissuto una serie di avventure e battaglie, il gruppo di amici era pronto a godersi un po' di meritato riposo e divertimento. La città era in fermento, con decorazioni floreali ovunque e un'aria di festa che pervadeva ogni angolo.
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Prima di tutto, però, decisero di fare visita a Jede, che era stata costretta a letto per riprendersi dagli eventi recenti. Ogni membro del gruppo passò a trovarla, portandole piccoli doni e parole di incoraggiamento.

"Come ti senti oggi, Jede?" chiese Gemma, sedendosi sul bordo del letto di sua sorella.

"Un po' meglio, grazie a voi," rispose Jede con un sorriso stanco.

"Non preoccuparti, presto sarai di nuovo in piedi," aggiunse Jay, dandole una pacca sulla spalla.

"Non vedo l'ora di uscire da questa stanza," disse Jede, ridendo.
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Quando il sole iniziò a calare, era finalmente ora di dirigersi verso la festa. Tutti si erano vestiti con abiti eleganti, desiderosi di godersi la serata. Jede, fortunatamente, si era ripresa abbastanza da unirsi a loro.

La città li accolse con calore e sorrisi. Le strade erano piene di persone che ballavano e cantavano, e l'aria era piena di profumi deliziosi provenienti dalle bancarelle di cibo.

"Guardate quel buffet!" esclamò Jede, gli occhi brillanti di entusiasmo. Senza perdere un attimo, si lanciò verso il tavolo pieno di prelibatezze, seguita da Eri e Droy.

Nel frattempo, gli altri iniziarono a chiacchierare con gli abitanti della città, godendosi l'atmosfera festosa.
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Dopo la festa, tornarono alla casa dove alloggiavano. Anche se erano stanchi, l'euforia della serata li spinse a continuare a divertirsi.

"Facciamo un gioco!" propose Pixel, tirando fuori una scatola di giochi da tavolo.

"Chi perde deve fare una penitenza," aggiunse Cole con un sorriso malizioso.

Le risate riempirono la stanza mentre giocavano, scherzando e sfidandosi a vicenda. Anche se era solo un gioco, ogni vittoria e sconfitta veniva celebrata o derisa con grande entusiasmo.

Quella sera, mentre tutti dormivano, Livia trovò Jede sul balcone, persa nei suoi pensieri.

"Non riesci a dormire?" chiese Livia, avvicinandosi.

"No, stavo solo riflettendo," rispose Jede, guardando il cielo stellato. "Prima odiavo la notte. La vedevo come qualcosa di buio e privo di emozioni. Ma ora... ora le cose sono cambiate."

Livia si sedette accanto a lei. "È normale. Dopo tutto quello che hai passato, è naturale vedere le cose in modo diverso."

Jede annuì, un sorriso malinconico sul volto. "Sì, immagino di sì."
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Il giorno seguente,salutarono Livia con le lacrime addosso. Però era tempo di tornare a scuola. Il ritorno fu accolto con saluti calorosi dai compagni di classe, ma anche con la severità del consiglio dei docenti.

"Ben tornati," disse il preside Nastu con un sorriso formale. "Ma ora dobbiamo parlare delle vostre recenti avventure."

Il gruppo si scambiò sguardi nervosi mentre il preside iniziava a elencare le loro mancanze. Nonostante tutto, si sentivano felici di essere tornati sani e salvi.
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Per accertarsi che Jede si fosse completamente ripresa, il preside Nastu ordinò frequenti visite in infermeria. Per Jede, però, queste visite erano solo una scocciatura.

"Devo proprio andare di nuovo?" chiese, sbuffando.

"Sì, è per il tuo bene," rispose Gemma, cercando di convincerla.
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Durante le lezioni, la vita tornò alla normalità, con i soliti scherzi e battute.

"Non riesco a credere che dobbiamo tornare ai compiti," si lamentò Jay, facendo ridere tutti.
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Un giorno, August trovò Droy in un angolo tranquillo della scuola e decise di parlare con lui.

"Perché non sei andato con Spirit e Cole?" chiese August, curioso.

Droy sospirò. "Non è il momento giusto. Jede deve concentrarsi sui suoi amici adesso."

August lo guardò con comprensione. "Capisco. Ma ricordati che i sentimenti sono importanti anche in momenti difficili."
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Nel frattempo, il gruppo continuava a trovare momenti di gioia e divertimento.

Una volta, durante una lezione, Cole e Jay riuscirono a far scoppiare una bolla di sapone gigante, riempiendo l'aula di schiuma. Il professore li sgridò, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
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La vita continuava, con nuove sfide e avventure all'orizzonte. Ma per ora, il gruppo poteva godersi un momento di pace e riflessione, sapendo che, qualunque cosa accadesse, l'avrebbero affrontata insieme.

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