PANCAKE (capitolo 3)

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Awed's pov

Da quando è salito è piuttosto strano.
Ok che si è rotta la macchina ma c'è di più. Appena è salito ha detto di voler dormire su quello scomodissimo divano perché russa e poi mi ha liquidato con un buonanotte veloce. Gli ho chiesto se c'era qualcosa che non andava, se non voleva restare quì a dormire. Ma lui si è solamente scusato per i suoi modi e mi ha detto che aveva sonno.

Forse aveva seriamente solo sonno e mi sto facendo io delle paranoie. Proprio come quando l'avevo visto arrossire in macchina. Sì ci penso ancora.

Però non riesco a non chiedermi perché è arrossito, se lo ha fatto. È mio amico e voglio sapere tutto su di lui. Forse quello che avevamo detto gli aveva fatto pensare ad una donna con cui si vede all'oscuro di noi. O di me. Forse Riccardo lo sa. Se c'è qualcosa, forse, a Formentera me lo dirà.

Vabbè basta pensieri, meglio se ora mi addormento.

Dadda's pov

Mi sveglio presto, come mio solito, con una forte cervicale. Mi alzo dal divano per dirigermi in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Mi faccio anche un caffè come se stessi a casa mia.

Vorrei preparare la colazione per me e Simo, per fargli trovare qualcosa di buono appena sveglio. Mi permetto quindi di aprire i cassetti per vedere ciò che ha.

Vedo, infondo ad un cassetto tra il disordine, un pacco di farina e del lievito per dolci. Pancake! Penso.

Fortunatamente Simone in frigo ha del latte e anche della uova, non ancora scadute (scadono domani).

Prendo una ciotola e inizio a farli.

Sbatto le uova e lo zucchero poi aggiungo il latte. E dopo farina e lievito.

Faccio tutto cercando di fare quanto meno rumore per non svegliare Simo.
È ancora presto.

Apro il frigo per vedere se ha qualche frutto o qualche marmellata ma nulla...

Penso a cosa potremmo mettere sui Pancake.. ma nulla, Simone non ha niente nella sua dispensa.

Dovevo pensarci prima.

Decido quindi di scendere per recarmi al supermarket vicino.

Sono sceso senza fare alcun rumore. Ora sto andando velocemente verso il sumermarket. Spero che al mio ritorno Simone non sia già sveglio.

Dopo 5 minuti sono dentro al piccolo supermercato. Prendo uno yogurt proteico, del burro d'arachidi, un vasetto di marmellata e della frutta. Delle fragole e due banane. Prima di andare alla cassa torno indietro e prendo anche la nutella, dato che a Simone piace tanto.

Dopo 10 minuti ero dinuovo lì davanti alla porta di casa con in mano le chiavi che avevo preso prima di scendere. Apro cercando di fare il minimo rumore.

Entro in casa corro in camera di Simone per vedere se stesse ancora dormendo. Ed è lì che steso sul lato destro con un aria da angioletto, dorme ancora.

Così torno in cucina per cuocere i pancake.
Prendo una padella e inizio a cuocerli cercando di farli più perfetti possibile.

Sono già le 9:15 quando finisco di cuocere i pancake. Mentre sto tagliando la frutta Simo, appena sveglio con i capelli scombinati e la faccia assonnata, entra in cucina. Prende qualche minuto per guardarmi e per capire cosa stessi facendo. Poi mi guarda, io lo guardo e mi sorride. Un sorriso genuino che quasi mi fa sciogliere.

"Hai preparato la colazione." Dice continuando a sorridere.
"Buongiorno" lo saluto "vieni, siediti".
Si siede accanto a me e con voce assonnata mi saluta con "Buongiorno" imitandomi.

Condisco i suoi pancake con Nutella fragole e banane e lui si limita a guardarmi. Sembra...quasi incantato.
Sui miei invece metto lo yogurt e la marmellata, poi fragole e banane.

Mi faccio un altro caffè. Simo beve invece un bicchiere di latte.

Iniziamo a mangiare.

"Dormito bene?" Gli chiedo.
"Si certo, tu? Su quel divano..." dice lui sapendo quanto è scomodo.
"Bene. " dico cercando di essere quanto più convincente possibile. Lui invece fa una smorfia.

Sappiamo entrambi che non ho dormito bene sul divano ma mettermi a dormire con Simone non era nei piani. Non... ehm... volevo invadere i suoi spazi. Ecco. Poi avrei russato e non lo avrei fatto dormire.

"Sono buonissimi" dice poco dopo. Poi qualche secondo dopo chiede. "Perché?"
Lo guardo.

Perché? Che significa. In che senso?

Lo guardo nuovamente con aria interrogativa.

"Perché?" insiste lui. "Perchè mi hai preparato la colazione e sei anche sceso per andare a comprare queste cose?" chiede indicando la marmellata, la nutella aperta e la frutta.

Io non lo so il perché. È stato spontaneo. Lo volevo... ringraziare.
"Mi andava" rispondo semplicemente alzando le spalle.

Alza le spalle anche lui e continua a mangiare.

Finito di mangiare, parliamo del più e del meno mentre aiuto Simo a pulire ciò che avevo sporcato per la colazione.

Sono già quasi le 11 e quindi decidiamo di andare a vestirci per scendere e portare la macchina dal meccanico.

Cioè è Simo a vestirsi io posso solo darmi una sistemata. Vado in bagno e mi lavo il viso. Poi prendo una spazzola di Simone e mi pettino i capelli.

Ad un certo punto lui spalanca la porta.

Awed's pov

"Daddeton ma rimani con quelli?" chiedo accennando ai vestiti che indossa da ieri. "Puoi mettere questi. Sono molto in tuo stile" dico, mostrandogli una canotta e dei pantaloni.

Lui mi guarda con aria sorpresa.
"No Simone non mi servono" dice con tono pacato. Ultimamente lo trovo sempre strano, ci conosciamo da anni ma alcune volte sembra che ci conosciamo solo da pochi mesi e lui quasi si preoccupa e vergogna di me. Non capisco. Il rapporto che ho con Riccardo e che anche lui ha con Richi è diverso. MOLTO.

"Daddeton nun puo' rimanè accussì, puzzi non ti sto vicino " dico scherzando.
Lui ride " Ah puzzo? Vabbè dai dammi questi vestiti che me li metto." dice, io glieli lancio e poi si spoglia si lava e mette pantalone e canottiera.

Tutto con la porta spalancata quasi come se volesse farmi vedere lo spettacolo. Mentre si lava noto le goccioline d'acqua scendere per tutto il suo addome scolpito fino a scomparire tra il pantalone. E io sono lì sulla soglia della porta a godermi questo spettacolo. Come puoi dire di no? Anche il più etero del mondo si perderebbe davanti a Dadda.

Quando si sente osservato sorride finisce veloce di asciugarsi e si mette la canotta che gli ho procurato poi ruba un po' del mio deodorante e se lo spruzza addosso. Io? Continuo a guardarlo.

Appena finisce si dirige verso di me mi guarda negli occhi. Rido. Poi mentre esce dalla porta dice "Ma che guardi?". E si dirige sul divanetto.

Io resto in bagno per sistemarmi questi capelli che proprio non vogliono trovare un senso.

"Il meccanico sta arrivando" dice appena torno da lui.

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