Le chiedevano cosa avesse da bambina
Le chiedevano del perché stesse così
Venere farfugliava parole contrastanti perché neanche lei sapeva cosa avesse
Era troppo piccola per riuscire a spiegare cosa le capitasse
Le riusciva difficile capire e raccontare che una mattina la vita era nera
Si toglieva la fame dallo stomaco, voleva sparire
In realtà, non sentiva neanche la sete
Non riusciva a capire il senso della felicità negli occhi degli altri
Il pallore e i solchi nei suoi occhi erano sempre presenti
L'odore della nicotina sulle sue dita era sempre distinguibile
Il sole e la luna si mischiavano in una danza caotica e incessante senza essere distinti
I giorni non avevano più tempo
Era semplicemente un loop in cui le giornate si ripetevano senza fine
Il sonno era ormai inesistente
I dubbi la tormentavano in un assillante circolo vizioso senza nessun lieto fine
Le cicatrici erano aggrumate sul suo corpo come costellazioni
I capelli cadevano a ciocche sulle sue mani
Le faceva vomitare anche il semplice brusio delle voci
Il suo stesso respiro la nauseava
Però ,altre volte, la vita stessa era completamente diversa
Esistevano i colori e perfino la perfezione della vita
I rumori non esistevano più ma piuttosto erano tutti suoni soavi e vivi
Il sole era talmente splendente da farla ridere forte
La vita era piena di esperienze
Era viva e talmente splendente da colorare tutto ciò che aveva attorno
Le sue vene trasbordavano felicità
Le pulsavano talmente forte
Era tutto così magnifico e leggeroAdesso quando le chiedono che cos'ha , risponde semplicemente che vive l'arte dei sensibili
STAI LEGGENDO
I pensieri di Venere
PoesíaA Venere avevano insegnato talmente bene a correggere ogni difetto, che alla fine era diventata vetro. Perfetto e puro ma in realtà era tremendamente vuoto. Tant'è che attraverso non puoi neanche specchiarti.