CAPITOLO 4 -chiesa

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Sono le 14.56 e io, perchè sono molto intelligente, decisi di andare a fare una passeggiata. Però è estate…Vabbè si era capito che facevano 38°?
Per non soffrire il caldo mi misi una canotta bianca e dei pantaloncini di jeans chiari. Presi la mia borsetta preferita e andai verso l'infinito e oltre.
“Dove vai?” chiese una voce piuttosto spinosa e rauca.
“Ah boh. Vado dove mi porta il cuore” scherzai.
“ok, ma fai attenzione Cecy” disse un altra voce. Era Matteo.
Senza fiatare chiusi la porta dopo aver salutato i due uomini.
Presi il primo treno che passò alla stazione, assolutamente senza biglietto. Bastava rinchiudersi in bagno e nessuno ti rompeva le palle.
30 minuti dopo ero in un paesino sperduto. Mi misi a girare e trovai un piccolo bar dove mi presi una coca cola. Dopo aver passeggiato sotto al sole cuocente delle 15.45 ci voleva una bibita fresca.
“sono 1.70. Contanti o carta?” Chiese una ragazza dai capelli rossi raccolti in una coda di cavallo.
“Contantanti. Ecco a te”

~skip time~

Come ci sono finita in una chiesa medioevale…
Mentre camminavo per esplorare la piccola ma graziosa struttura incontrai tre suore. Mi guardarono un po male per il mio piercing sul labbro. Ma io le salutai cortesemente. Una di loro mi fisso per qualche secondo.
“Cecilia?” Disse la sorella.
“Sì?”
“Sono suor. Paola! Una delle sorelle che ti ha ospitato ad Assisi quando avevi 12 anni!” appena disse queste informazioni sul mio viso si scolpì un sorriso gioioso. Lei era la mia suora preferita. Era simpatica e ci potevi parlare di tutto, tranne dei fidanzati perché poi si litigava.
“Da quanto tempo!” Mi avvicinai e la abbracciai.
Dopo molte molte molte chiacchiere mi lasciò andare via. Erano le 18.40.
Cazzo. Saranno preoccupati. Mi misi a correre verso la stazione e presi il treno per Milano centro.
Alle 19.20 ero arrivata. Camminai velocemente a casa e, come mio solito, inciampai. Guardai le mie ginocchia, piene di sangue. Mi alzai di scatto senza preoccuparmi delle ferita.
Alle 19.38 ero arrivata a casa.
La porta si aprì.
“Hey, come mai sei tornata così tardi?” Mi chiese Enrico.
“Lascia stare.” Mi avviai verso il bagno ed entrai.
Dentro c'era Francesco che si stava mettendo la matita blu sotto gli occhi.
“Ciao, Cece” mi sorrise.
“Sciao belo” risposi come il kebabbaro di zona.
Il bro mi guardò mentre mi sedetti sopra al gabinetto con il “coperchio”. Notò le mie ginocchia.
“Che hai fatto?”
“Sono caduta” presi due panni piccolini e li bagnai. Li legai alle ginocchia e sospirai.
“vuoi un mano ad alzarti?”
Annuii.
Lui mi prese le mani e mi tirò su, per poi aiutarmi a camminare fino al divano.
“Grazie, Franci”
“Prego, cecia”
Dopo un po’ la cena era pronta e andammo a mangiare.

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Ciao ciccini belli. Scusate ma tra mare, vacanze e influenza non sono riuscita a scrivere molto. Io non so se continuare a scrivere questa storia, quindi non so se pubblicherò. Fatemi sapere cosa ne pensare. Ciao amori <33.

La mia pricess &lt;33 (Plant)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora