IL COLORE GRIGIO

159 35 81
                                    



Siamo rimasti così, solo a scrutarci, per alcuni interminabili minuti, dopotutto le cose belle volevo gustarmele. Per tutta la vita lui è sempre stato il bagliore improvviso che sconvolge la luce del giorno, dopo un'alba che sorge e prende forza da una tempesta in mare.

Infine, dopo il silenzio, mi aveva baciato le labbra, non prima di accarezzarmele più volte. Mi aveva tolto la felpa e le sue mani avevano preso possesso del mio torace, dei miei capezzoli, del mio sesso, la sua bocca mi aveva solleticato l'ombelico e le mie mani afferravano il suo viso. Ci siamo distesi sul letto, lui sopra di me, il suo culo sodo si lasciava andare alle mie mani, che stuzzicavano l'entrata mentre le nostre lingue si sfregavano in bocca.

«Voglio che stavolta entri tu dentro di me!» mi diceva

«Lo vuoi davvero?»

«Sì, lo voglio, ti prego!»

«È la prima volta per me, Blu.»

«Ti aiuto io!»

Con la mano aveva raccolto la saliva dalla mia bocca e faceva spazio nel suo sesso, si inarcava sopra il mio uccello duro e con le dita entrava dentro di me, e si concedeva un magnifico spasmo.

Dio mio, il suo viso era così splendente, e volevo baciarlo ancora prima di entrargli dentro.

Mi sono concesso il piacere della sua bocca e della lingua e l'estremo atto di memorizzarlo tutto. Dal suo viso perfetto, dai riccioli dorati e rossicci dei capelli, dai suoi lobi, dal suo petto, dai capezzoli duri che succhiavo come un folle. Mi piaceva succhiarlo, adoravo passare la lingua fra le pieghe della sua pelle, mi piaceva portarlo in bocca e mescolarlo con la mia saliva, adoravo il suo sperma quando eccitava le mie papille gustative. L'azzurro dei miei occhi si fondeva con il marrone dei suoi, la terra e il cielo, e il mare laggiù, a un passo dai nostri corpi, diveniva il più fedele guardiano dell'ultima meravigliosa follia o della puntuale adorazione che avevamo l'uno dell'altro. Ecco cos'era la perfezione. Non era la bellezza, non era un corpo meraviglioso, era semplicemente l'idea di adorare un altro essere.

***

Tutti i fine settimana, prima di lasciare per sempre la Villa, al venerdì pomeriggio, tornavo a casa da Pisa, ero una matricola alla facoltà di Storia e ogni santissima volta che lo rivedevo, Dio mio, mi portava solo un'assoluta, immensa, indecifrabile pace. Mi attendeva sempre all'ingresso della stazione, arrivava con un motorino blu, e credo lo abbia ancora, e prima di farmi salire dietro mi diceva la stessa parola: «Stringimi!».

Ah, quanto me lo stringevo, strettissimo, con le gambe e i piedi che strusciavano l'asfalto e il selciato, e io immobile, tutto avvinghiato a lui, con le braccia attorno alla sua vita, in un eterno girotondo di perfezione ma anche di erotismo. Ero con lui, pelle contro pelle, respiro, perfezione. In quei momenti, il tempo se ne andava da qualche parte e io ero solo con lui a respirare il suo ossigeno. Insomma, era mio. Parcheggiavamo la motoretta all'inizio di un sentiero a qualche centinaio di metri dalla mia casa, e sul finire del percorso c'era un piccolo capanno di fortuna, usato dai cacciatori. Su una coperta che lasciavamo in un angolo, avveniva il nostro piccolo miracolo della settimana.

«Ti sono mancato?»

«Sì, Blu.»

«Raccontami tutto, se vuoi con un bacio.»

«Vieni qui, stringimi, cinque giorni e mi sembrano anni, possibile che mi devi mancare così tanto!»

«Davvero ti manco?»

«Ma non si vede? Se potessi, verrei con te a Pisa.»

«Saresti il mio compagno?»

«Sarei il tuo compagno, il tuo amante, meglio detto così?»

«Mi divideresti anche con qualcun altro? Io con te lo farei.»

«Perché con chi dovrei dividerti? Esci con qualcuno a Pisa?» Aveva preso la mia mano e mi aveva accarezzato il lobo dell'orecchio, me lo aveva baciato e leccato. «Lucas, io non ti ho mai posseduto. Ti amo certo, però mi conosci, ho preso il carattere di Helena, anche se non sono suo figlio.»

«Mi piace da due anni un ragazzo, ha una libreria, ma credo sia etero.»

«Siete usciti insieme?»

«No!» avevo risposto secco, limitandomi a guardarlo.

«È etero? Mah, nessuno è completamente etero!» Aveva sbuffato sorridendo.

Adam mi aveva sorpreso, la mia confessione non lo aveva turbato, era rimasto stretto fra le mie braccia, aveva continuato ad accarezzarmi i capelli e infine baciandomi aveva detto allungandosi verso di me: «Fai ciò che senti, scricciolo, io posso aspettarti!».

Non so quante volte ho assaporato il gusto di Adam, fra i filari d'uva, fra gli alberi, nella grotta della nostra spiaggetta privata, e tutte le volte lui mi appariva come il migliore miraggio e l'unico uomo che sarebbe stato in grado di salvarmi. Ma non questa volta. Dovevo andarmene e non tornare più.

La morte dei miei genitori aveva spezzato un fragile filo che mi legava alla vita e mi sentivo senza alba, senza giorno, senza tramonti. Morire per un fottuto soffitto della loro camera da letto che aveva ceduto. Non riuscivo ad accettarlo. Come si può morire così? Avevo solo una lunghissima notte che mi scuoteva le viscere. Avevo tutti i ricordi aggomitolati dentro e non riuscivo a cacciarli via.

Sopra il letto, appiccicato con il nastro adesivo, c'era uno dei tanti ritratti che ci aveva fatto mamma. Ci aveva colti in un bacio tenerissimo, eravamo seduti sotto il castagno, mi stavo impicciando negli esercizi di matematica e lui mi aveva detto: «Dai a me, ci penso io».

E mi aveva baciato le labbra mentre mi sfilava il quaderno dalle mani.

Neppure Adam però era in grado di fermare il tempo.

Nessuno poteva farlo. Forse Dio. Ma suppongo che Dio me lo avesse catapultato tutto addosso il maledetto tempo.

Gli avevo lasciato una busta sotto il mio cuscino, c'erano alcuni disegni di mia mamma, ero certo che un giorno o l'altro sarebbe andato nella mia camera per appropriarsi nuovamente del mio odore e mi avrebbe trovato fra le pieghe delle lenzuola ad aspettarmi. Questa camera conserverà per sempre l'idea perfetta del nostro amore. Sapevo di averlo allontanato, ma il dolore era troppo acuto, e non avevo la minima intenzione di trasmetterglielo, come un maledetto virus. 


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

.


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
SEMPRE BLUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora