7 - Nessun legame

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ISAAC

Non riesco a calmarmi.

Ci provo mentre esco da questa maledetta casa, ma non ci riesco. Vedo Pamela scomparire dietro la portiera dell'auto e mi sale alla testa una rabbia che non sono in grado di controllare.

«Che cazzo è successo?» Heric cammina al mio fianco, sento che mi sta guardando.

«Un coglione» dico. Sono così affannato che non mi riconosco. «Un coglione la stava aggredendo quando l'ho trovata. Sono arrivato in tempo, ma Pam mi ha impedito di spaccargli la faccia e quando lui le ha dato della puttana lei gli ha rotto il naso» ecco perché è sporca di sangue. Non voglio nemmeno pensare a che cosa sarebbe successo se avessi tardato di qualche minuto. Non.voglio.pensarci. Ma sta diventando troppo difficile mantenere la calma.

Heric sembra sconvolto quanto me. Si passa le mani sul viso e mi guarda di nuovo.

«Ora la portiamo a casa» mormora, quando siamo quasi alla macchina, «poi dopo vediamo cosa fare col coglione. Tu ricordi com'è fatto?»

«Non lo scordi un morto che cammina» apro la portiera mentre Heric fa il giro della vettura ed entriamo.

Quando mi accomodo sul sedile devo lasciare andare un forte sospiro per permettere al mio cuore di rallentare i battiti. Non lo fa e la voglia di voltarmi a guardare Pamela mi divora dentro. Devo soffocarla perché rischierei di tornare in quella casa in questo momento e disintegrare quell'essere che ha osato metterle le mani addosso.

«Pam» è Heric a girarsi verso di lei. Le parla con dolcezza. Una dolcezza che io non sarei mai in grado di infonderle. «Ti porto a casa».

Non so che cosa risponda lei perché non sento il suono della sua voce, non la sento nemmeno muoversi.

Heric si sistema al volante e mette in moto. L'auto parte, io stringo le mani tra loro e mi torturo le dita quando ci allontaniamo da questo quartiere.

Doveva essere una serata come le altre, di un venerdì come gli altri da quando abbiamo cominciato l'università.

Io e Heric eravamo appena arrivati alla festa di Dennis, quando lui ha ricevuto quel messaggio di Pamela e il suo umore è cambiato. Quando mi ha detto che non era da lei scrivergli per un passaggio a casa ed era preoccupato, qualcosa è scattato dentro di me. Un senso di protezione verso Pamela che prima d'ora non ho mai sentito così tanto, forse perché non è mai stata una persona da feste e venerdì con gli amici. Forse perché fino a questa sera non ho mai pensato che potesse finire in una situazione del genere.

Rivedo davanti agli occhi il suo corpo schiacciato contro il muro e quel pezzo di merda che le infila le mani sotto la gonna. Rivedo le sue calze bianche scomposte sulle ginocchia, il suo vestito azzurro tutto stropicciato, i suoi occhi terrorizzati.

Non avrei mai pensato che la sua paura potesse entrarmi nelle ossa. L'ho sentita scivolare dentro di me e scuotermi con troppa violenza.

Dietro di me, Pam non si muove, non emette un suono, sento appena il suo respiro. Quando Heric parcheggia sul vialetto di casa dei suoi genitori sento per la prima volta il corpo di Pamela scivolare sui sedili.

Apre la portiera senza aspettare né me né suo fratello. La vedo camminare accanto alla macchina con le braccia nude strette al petto. Lancio un'occhiata a Heric e la seguiamo.

Entra prima di noi. All'ingresso troviamo Julia che guarda verso le scale.

«Ragazzi» dice, quando si accorge di noi. Ha l'espressione confusa e preoccupata.

Anthony la affianca e chiede: «Che succede? Cosa ci fate qui?»

«Perché siete con Pamela? Mi aveva detto sarebbe tornata con un'amica, aveva il coprifuoco a mezzanotte, sono appena le undici» continua Julia.

NON INNAMORARTI DI ISAAC KANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora