Capitolo 1

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Una normale giornata di fine aprile del 2024,  Giulia è sul divano della casa nella quale, ormai da un anno, convive con il suo fidanzato Flavio.
La loro inizialmente era una relazione bellissima, lei sapeva che lui non avesse dei bei trascorsi con le sue passate esperienze, però sembravano entrambi stregati dal loro amore, finché, sei mesi fa, lui ha cominciato a poco a poco ad aggredirla sia fisicamente che psicologicamente, lei ha provato a lasciarlo ma lui l'ha minacciata, ed è così che davanti agli altri fingono che le cose tra di loro vadano benissimo.
Giulia ha trovato il coraggio di raccontarlo ai suoi migliori amici, Veronica e Lorenzo, i quali si conoscono da anni per via delle loro famiglie.

Sono le 06:56 quando sento il rumore delle chiavi nella serratura, è da ore che mi rigiro nel letto senza prendere sonno.
Appena sento i passi del mio fidanzato mi alzo dal letto e gli vado incontro.
«Perché sei sveglia?» mi chiede Flavio girandosi di scatto.
«Dove sei stato?» ribatto in tranquillità.
«Rispondimi» dice Flavio avvicinandosi.
«Non riuscivo a dormire senza di te» rispondo, nonostante tutto ciò che mi abbia fatto, mentre dormo averlo vicino mi fa sentire bene.
«Ancora co' 'sta storia Giulia?» chiede girandosi infastidito.
«Ora mi rispondi?» richiedo.
«Porca puttana quanto sei pesante Giù, ce la fai a farti i cazzi tuoi per una volta?» sbotta Flavio.
Una lacrima mi riga il volto e quando mi giro per andarmene in camera Flavio mi blocca un polso, mi tira verso di lui e mi da un bacio a stampo, prima che possa approfondirlo mi stacco e torno in camera.
Che cazzo è, bipolare?

10 minuti dopo sento Flavio sdraiarsi sul materasso in cerca di contatto fisico che non ricambio.
Comincia a baciarmi il collo e mi abbassa una spallina del pigiama che rialzo subito.
«Che c'hai?» chiede Flavio.
«Che c'ho? Fai sul serio Flavio?» in uno scatto mi metto a sedere sul letto davanti a lui.
«Succede che sono le sette di mattina e io non ho dormito niente perché tu non tornavi a casa, ma sai perché sono incazzata? Perché non immagino sapere quante cazzo di puttane ti sei scopato stanotte per poi tornare a casa e pensare che io ti accolga a braccia aperte per farti un' altra scopata con me, non sono stupida Flavio, non lo sono mai stata, ma adesso basta» dico urlando per poi ricevere uno schiaffo in pieno volto da lui.
«Vai via»
«E non tornare» dice sottovoce Flavio mentre io lo guardo con le lacrime agli occhi.
«Con immenso piacere» gli faccio un sorriso falso per alzarmi, prendere il necessario ed uscire di casa sbattendo la porta.

Chiamo immediatamente Veronica che non mi risponde.
Cazzo.
Ora non so veramente dove andare, sono le 07.46 e mi ritrovo a piedi per le vie dell'Eur e le lacrime minacciano di uscire.
I miei pensieri vengono interrotti dalla chiamata di Lorenzo.
«Piccolé tutto bene? Stavo uscendo di casa e ho visto che hai chiamato Veronica» chiede Lorenzo.
Appena sento la sua voce scoppio a piangere
«Lorè ti prego vieni a prendermi»
«Arrivo subito Giù, ma che è successo?» mi chiede preoccupato Lorenzo.

Vorrei tanto rispondergli ma i singhiozzi riempiono la chiamata, impedendomi di formulare una frase di senso compiuto.

«Va bene ho capito, 10 minuti e sono da te»
Ho sempre pensato che lui e Veronica fossero i miei angeli.

                               -

Mi trovo a casa Pellegrini, ora tanti di voi saranno stupiti, ma sì, sono amica del famoso Lorenzo Pellegrini e sua moglie, le nostre famiglie sono molto unite da anni.

Sono sul divano con in braccio Nicolò mentre Veronica mi sta preparando una tazza di latte.
Adoro questo bimbo, nonostante abbia qualche mese si nota già quanto sia solare.

«Giulia...» vengo interrotta dalla bellissima voce della mia migliore amica.
Alzo lo sguardo verso di lei mentre mi porge il mio latte caldo.
«Sappiamo entrambe che non puoi continuare così, quella che fai te non è vita, a 22 anni devi viverti la vita e liberarti di questa relazione tossica che va avanti da troppo» dice in tono duro per farmi capire che devo dire basta.
«Devi porre fine» dice per concludere.
Annuisco, non sapendo che dire, e punto lo sguardo davanti a me mentre sorseggio il mio latte.
Devi porre fine.
Questa è la frase che continua a rimbombarmi in testa fin quando sento la mano di Veronica accarezzarmi i capelli.
«Penso proprio che tutti e due abbiate bisogno di dormire» dice guardando Nicolò che, senza che me ne accorgessi, si è addormentato da un pezzo tra le mie braccia.
Annuisco e le lascio Nicolò tra le braccia e mi fermo 5 secondi a guardarla.
«La solita camera» dice sorridendo, ricambio dandole un bacio e vado nella stanza degli ospiti, che ormai è diventata mia.

Tú y yo, nada más - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora