Capitolo 4

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«Marilyn Monroe fu circondata da paparazzi dopo che ebbe un aborto spontaneo.» Guardo fuori dalla finestra dell'ufficio del dottor Beckett.

«E nonostante provasse un dolore immenso dentro di sé, lei sorrideva alle telecamere e ai paparazzi.» Il mio sguardo ricade sulla coppia felice che sta passeggiando.

«Non è mai fatta vedere debole, ha sempre sfoderato il suo sorriso smagliante, nonostante dentro stava attraversando l'inferno.» Sospiro pesantemente e mi volto verso il dottore, che sta ascoltando il mio discorso.

«Ti sei mai sentita così Maddie?» Mi domanda accavallando le gambe e posando le braccia sui braccioli della poltrona. Tra noi c'è sempre stato un rapporto informale.

Mi volto verso di lui e lascio cadere la tenda morbida, così da coprire il vetro. Lui mi guarda aspettando una mia risposta. Io lo guardo indecisa, se rispondergli sinceramente o meno.

«Mi sento ancora così.» Confesso.

«E nessuno si è accorto del tuo dolore, Maddie?.» Ci penso su, ma rispondo a me stessa.

Qualcuno si.



🌺🍒

«Non lasciarmi nessun segno.» Ringhio al ragazzo ispanico che stava per avventarsi sul mio collo e lo spingo via.
I segni sul collo sono per le cose serie e questa è una semplice e appagante scopata.

Il ragazzo biondo si sta concentrando sui miei seni, la sua lingua esplora i miei capezzoli turgidi e le mie mani tra i suoi capelli indirizzano i movimenti.

«Mi sono fatto prendere la mano.» Sempre lui mette una mano attorno al mio collo e mi slaccia il reggiseno che il biondo aveva solo abbassato. Il mio corpo trema di piacere all'idea che entrambi si stanno occupando di me.

Apro di più le cosce sistemandomi a cavalcioni sul ragazzo biondo quando il moro infila la mano dentro le mutandine. Annaspo di piacere quando la sua mano callosa mi accarezza il clitoride.

«Così.» Metto la mano sulla sua e guido i movimenti così da darmi maggiore piacere. Sfrega velocemente il fascio di nervi e dalla mia bocca escono solo sospiri di piacere.

Non so in quale parte della confraternita siamo finiti. Se in una stanza a caso o in una della loro, ma a giudicare dal tavolo da biliardo nella stanza, credo si tratti del seminterrato.

«Perché non ti metti a pecora e me lo succhi?» il biondo mi stringe il seno con forza ed io tiro i suoi capelli. «Prima pensa a farmi godere.» Lo guardo negli occhi.

Il ragazzo alle mie spalle invece fa scivolare due dita verso il mio centro già lubrificato. Mi mordo il labbro e oscillo i fianchi muovendomi contro le sue dita.

Slaccio la cintura del ragazzo davanti a me e infilo la mano nei suoi boxer. Lui si stacca dal capezzolo e mi guarda eccitato, ma io lo spingo di nuovo contro il mio seno.

Muovo il sedere contro la patta dei jeans dell'ispanico e prendo in mano l'erezione del ragazzo biondo. Passo il pollice attorno alla punta, per poi prendere a pomparla.

Il pensiero mi travolge e lo sguardo finisce sulla finestra davanti a me.

E lui è lì.

La finestra si affaccia sul giardino spoglio sul retro della casa. Non mi scompongo dalla posizione, visto che chiunque può vedere la scena, persino i vicini.

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