Prologo

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La musica pompa nelle casse in modo martellate, fiumi di alcool e ragazze seminude che ballano e si strusciano come gattine in calore

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La musica pompa nelle casse in modo martellate, fiumi di alcool e ragazze seminude che ballano e si strusciano come gattine in calore.
Le feste universitarie sono il massimo e questa è decisamente grandiosa.
«Ehi prof, si sta divertendo?»
Mi volto e vedo uno dei miei studenti, non mi ricordo neanche il suo nome, ma va bene così.
«Sì, sta andando alla grande», rispondo alzando la mano.
Lui alza il pollice in su e con gli occhi mi indica una biondina tutta curve che avanza verso di me.
«Ehi sei da solo», mi chiede appena mi raggiunge.
«Ora non più», ribatto facendole l'occhiolino.
Lei ridacchia e con le dita sfiora la mia mascella. «Sono Sarah», sussurra in modo sensuale.
Mi viene quasi da ridere, ogni qualvolta mi si avvicina una donna del genere nel novantanove per cento dei casi è sempre quello il suo nome.
Da gentlemen che sono le ho proposto di andare a casa mia e continuare lì la festa, ma la biondina ha un piano ben diverso e io di certo non mi oppongo. Ci avviamo mano nella mano sulla spiaggia e ci intrufoliamo di soppiatto in una delle cabine, appena la porta si richiude alle mie spalle la ragazza mi si fionda addosso e preme le sue labbra sulle mie.
«Spogliati», mi ordina. Si scosta da me e senza indugiare oltre si sfila il vestito facendolo cadere ai suoi piedi. Dio mio, questa biondina ha decisamente delle curve generose.
Fremo dalla testa ai piedi. Adoro quando sono le donne a prendere il comando, senza farmi pregare oltre mi libero della camicia, del pantalone e con esso anche dei boxer.
Sarah si porta un dito alla bocca mordendolo. «Sei decisamente ben messo» sussurra maliziosa.
Sogghigno. «Sei decisamente attraente», le dico mentre infilo un preservativo.
«Quanto ancora mi farai aspettare?», mi provoca.
Senza alcun preavviso la spingo nell'angolo e le solleva una gamba. Con le mani le afferra il sedere e in un attimo sono dentro di lei, resto immobile qualche istante mentre osservo la sua espressione, poi comincio a muovermi avanti e indietro, lentamente.
«Sto morendo di piacere», geme incapace di trattenersi.
Le bacio la bocca e il collo, mentre lei si aggrappa a me graffiandomi la schiena.
A un tratto sentiamo delle voci avvicinarsi e ci blocchiamo di colpo. Respiriamo piano, i nostri volti sono vicinissimi e il mio sesso pulsa dentro di lei.
«Non smettere, continua a muoverti», mi sussurra.
Dio mio, questa donna mi sta facendo impazzire.
Le sollevo l'altra gamba prendendola in braccio e riprendo a muovermi con ancora più vigore, lei mi allaccia le braccia al collo e prova a seguire le mie spinte dimenandosi.
«Non urlare, altrimenti ci sentiranno», la provoco.
«Prof sto godendo troppo» mi sussurra nell'orecchio, per poi mordermelo e farmi decisamente sbarellare.
Ѐ tutto così folle, perverso, eccitante. Non capisco più niente, so solo che sto godendo a mia volta.
Sarah mi stringe le gambe intorno alla vita gemendo nel mio orecchio. «Ci sai decisamente fare.»
La penetro con una spinta più violenta. Geme più forte di prima poi la sento tremare tra le mie braccia, un'ultima spinta ancora e vengo attraversato da un orgasmo decisamente potente.
«Porca puttana», dico tra i denti.
«È stato davvero divertente», ridacchia lei ancora tra le mie braccia.
La guardo per qualche istante allibito. «Divertente?»
Lei annuisce. «Ora sarà meglio ritornare alla festa, la notte è giovane e io ho ancora voglia di divertirmi», dice mentre la faccio poggiare i piedi per terra.
Ci rivestiamo e usciamo dalla cabina: lei alquanto soddisfatta e piena di energia, io decisamente confuso ma alquanto felice.
«Vieni con me prof?» Domanda voltandosi.
Scuoto la testa negando. «Vai pure avanti, io mi fumo una sigaretta.»
«Va bene, grazie ancora», dice, poi sparisce dalla mia visuale in men che non si dica.
Ma cosa diavolo è appena successo?
Ridacchio. «Mi ha appena usato a suo piacimento», dico sedendomi sulla sabbia e guardando il mare.
Strano, ma non mi sento per nulla deluso, anzi questo è proprio ciò che più mi piace.
Sesso, divertimento e soprattutto nessuna complicazione.
Il mio cellulare inizia a squillare e riluttante lo sfilo dalla tasca e rispondo.
«Pronto», dico, poi mi porto la sigaretta alle labbra e faccio un bel tiro.
«Figliolo, ho una bella notizia da darti.»
«Papà cosa succede ora?»
Non lo vedo da più di dieci anni e non lo sento da due mesi, ma ora improvvisamente mi chiama per dirmi che ha delle novità per me. Cosa potrebbe essere? Nuovo lavoro. Altro figlio. Promozione o quant'altro.
«Spara», lo sprono. Meglio togliersi il pensiero subito.
«Mi sposo», annuncia sorridente.
Il fumo mi va di traverso. «Quando?" Tossisco.
«Tra un mese esatto.»
Mia madre ci ha lasciati ormai da anni a causa di un male incurabile, io avevo solo tre anni e mi ricordo davvero poco di lei. Mio padre mi ha cresciuto da solo e non mi ha mai fatto mancare nulla, poi quando mi sono trasferito in una nuova città per lavoro è stata dura ambientarmi e non avere più il suo supporto, ma nonostante ciò ci siamo sempre stati l'uno per l'altro, anche a chilometri di distanza.
Lui ora ha una nuova compagna con la quale ha avuto anche una bambina, mi sa che l'ultima volta che ho visto la mia sorellina aveva all'incirca dieci anni. Chissà come sarà cambiata?
«Sei sicuro?» Chiedo cauto.
«Certo, ci ho pensato bene. Kendall io adesso sono felice e vorrei consolidare questa relazione. Amanda è una donna dolce, affidabile, premurosa e cosa più importante io la amo profondamente.»
Sorrido. «Va bene, questo è ciò che conta.»
Tutti meritiamo di essere felici.
«Allora ci sarai?»
«Sì papà, non mancherei per nulla al mondo.»

Innamorata di mio fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora