[capitolo 5]

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Tutto era finito. Alice uscì dalla stanza in silenzio, chiudendo la porta alle sue spalle. Il silenzio che seguì sembrava assordante.

Alex rimase fermo, incapace di comprendere appieno ciò che era appena accaduto. Il mondo attorno a lui sembrava essersi fermato. Con un ultimo sforzo, si voltò verso Giorgio, cercando risposte.

«Giorgio?» chiese, la voce rotta dall'emozione. Ma il ragazzo, muto, non riusciva a esprimere nulla. Il suo sguardo era fisso sul pavimento, gli occhi pieni di un vuoto indescrivibile.










[Capitolo 5]

🐱[Poesia del giorno]💙

"Insieme ridevamo sotto cieli sereni,

Un legame di cuori, senza confini o catene.

Nessun amore, solo l'ombra del passato,

Nel cuore di entrambi un'amicizia che è durato.

Ma sento il vento cambiare, un'ansia nel mio petto,

Se non faccio nulla, perderò il mio affetto"

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**Casa**

Era passato un giorno dagli eventi dello scorso capitolo. L'atmosfera nella casa era tesa e silenziosa, come se un velo di tristezza avesse avvolto tutto e tutti.

«Eh? come sta?» chiese Cico a Lyon appena entrato in sala. Lyon non rispose subito, ma indicò Giorgio con un gesto della mano. Il ragazzo era rannicchiato sul divano in posizione fetale, completamente perso nei suoi pensieri.

«Non si è mosso da lì da ieri» spiegò Lyon. «Brutta storia. Beh~~... io vado a mangiare qualcosa » Fece Cico correndo al frigo.

«Qualche volta prova a chiamarla, ma lei gli mette giù» aggiunse Anna rivolgendosi a Lyon. .

Alex, cercando di portare un po' di conforto, si avvicinò con un panno in mano. Lo pose accanto a Giorgio, sperando che quel piccolo gesto potesse servire a qualcosa. «È solo un momento di debolezza. Se la caverà!!» disse, più per convincere sé stesso che gli altri.

«Vero Giorgio che stai bene?» chiese Alex sedendosi accanto a lui, cercando un contatto che potesse risvegliare l'amico dal suo alienamento. Ma Giorgio non sembrava neanche averlo sentito. Aveva ripreso il telefono e, con un gesto automatico, stava nuovamente chiamando la ragazza.

«Alice. Alice! Non è come pensi!» disse Giorgio con voce rotta appena la chiamata venne accettata. «Non è successo nulla! Topina mi manchi» aggiunse disperato, ma la linea si interruppe bruscamente. «No. No. Alice. Alice!» ripeté, ma ormai era troppo tardi. La chiamata era stata interrotta ancora una volta.

«Ahg. Come farò...» mormorava Giorgio tra sé e sé, stringendo il cuscino con forza. «N-non può essere...» balbettava, incapace di accettare la realtà. «Lei non mi ha lasciato...»

Nel frattempo Cico tornò con delle cosce di pollo.

«Lei non può avermi lasciato» ripeteva in un sussurro, cercando di convincere sé stesso di una verità che ormai sembrava inconfutabile.

"Una lettera di scuse. Una parola per te"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora