Se non ti vedo non esisti

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Squilli del telefono.

Segnale acustico di una segreteria telefonica.


Ironico come ti abbia perso per non volerti perdere, 

non trovi?

Eppure rimani nella mia testa,

sempre,

lì,

se solo sapessi dove l'ho messa.


L'altro giorno stavo guardando l'orizzonte 

dal vetro alzato della macchina.

Era l'inizio del tramonto, con i suoi colori di pesca, arancio e rosa.

Sai quanto mi lascio affascinare da queste cose, ogni volta.

Poco sopra l'orizzonte, fra cielo e mare, era da poco sorta la luna piena.

Bianca, perlacea. Opaca ed evanescente.

Non c'è mai luogo in cui non sei presente.


Mi è sempre piaciuta la luna, mi ha sempre ricordato come funziona l'amore.

Hai presente, no? 

Può splendere solo perché viene illuminata dal sole, 

dall'amore del sole.

E questo cuore non mente.


La prima cosa che ho pensato è che non sarei mai riuscita 

a sentirmi così bella, un giorno.

La seconda è se lo fossi abbastanza da pensare 

che potessi farmici sentire tu, un giorno.

Nel dubbio, ammetto, 

mi ci sarei voluta tuffare, 

immergere, 

bagnarmici in modo da scongiurare qualsiasi rischio.

Che poi tutto ciò che so sulla bellezza 

l'ho imparato dalla luna.


Ma d'altronde, la luna è solo una sfera sospesa nell'Universo, 

nemmeno dotata di luce propria (appunto).

Quando le va mostra la sua faccia, luminosa,

quando non le va si gira dall'altra pare, buia.

Un po' volubile e cangiante come bellezza, non trovi?


C'è ancora posto,

lì,

vicino a te?

Dove c'è l'orizzonte storto di una vita in (finto) ordine.

Non sai quanto vorrei sorgere anche io nel tuo nome.

Illuminarmi d'amore.

Solo che 

Fra poco ti stancherai di sopportare, 

l'attesa estenuante del mio coraggio.


Suono di una cornetta telefonica che viene di nuovo riposta.



* I versi in corsivo sono tratti dall'omonima canzone di Levante.


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