Lasciami andare

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Solitudine,

è beatitudine per te?

La migliore compagnia,

hai detto. 


Eppure non ho mai pensato

di te

che fossi un soggetto abbandonabile,

forse abbandonato.

Ti do

allora

il benvenuto nel mio cuore,

sarà, per te, quel posto migliore.



Credo che sotto questa pioggia sia il posto giusto per rincominciare a scriverti, perché tu odi la pioggia e io non riesco ancora a lasciarti andare.

Io dovrei odiare queste poesie che come fulmini mi penetrano all'improvviso la mente perché, se esistono, significa che non esisti più tu, e che non le sto scrivendo a te.

Non avrebbero nemmeno dovuto essere poesie, ma le strette di mano e gli abbracci che ti avevo promesso.

Scusami se ti ho fermato prima che potessi arrivare al mio cuore, tanto poi... ci sei entrato lo stesso e io avevo paura che, nel tuo, a me non sarebbe successo.

Un giorno...



mi chiedesti perché i miei occhi 

si soffermano nei tuoi,

come una casta stella del cielo 

in un oscuro flutto.


Ti ho guardato a lungo,

come si saggia un bimbo con lo sguardo.

Ti ho detto poi, con tenerezza:

ti voglio bene perché sei tanto triste.*



*Questi otto versi non sono miei ma di Herman Hesse; io li ho semplicemente messi davanti allo specchio.


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