CAPITOLO 12: CASA NOSTRA

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apre leggermente gli occhi Simone, e immediatamente incontra quelli del maggiore che lo fissano lucidamente, mentre le lacrime cospargono il suo viso.
intorno a loro c'era silenzio, si potevano sentire solo i loro respiri - quello di Simone un po' più fiacco.

"Manu.."- dice con un filo di voce
"amore mio"- l'unica cosa che Manuel riesce a dire con un filo di voce e guardandolo con occhi innamorati e pieni di lacrime
"che ci fai qui"-
"sono qui per te. Non sforzarti a parlare adesso chiamo l'infermiera e faccio avvertire nonna e Jacopo"-

Tutti si affrettarono a raggiungere l'ospedale, e tirarono un sospiro di sollievo quando l'infermiera comunica che tra 2 giorni Simone poteva essere dimesso, raccomandando assoluto riposo e zero stress.

quei due giorni furono lunghi, ma passarono. E Simone varcò nuovamente la porta della sua cameretta che da settimane non vedeva più, con il braccio dolorante si sdraiò piano nel letto- quello stesso letto che aveva accompagnato ogni momento di puro amore insieme a Manuel.

Quest'ultimo non lo aveva mai lasciato solo, nemmeno per un secondo, si era fatto portare i cambi in ospedale pur di stare con lui.

***

Tornati a casa, e rimasti da soli, Manuel chiede a Simone se avesse voglia di sentire tutto quello che era accaduto nei suoi mesi di assenza, sapeva di averlo fatto stare male e gli doveva delle spiegazioni.

Ma non appena inizia a raccontare viene bloccato dal minore.

"so già tutto"- dice Simone
"mi hai sentito in ospedale?"-
"si e ti ringrazio per avermi protetto, ma non lasciarmi mai più"-
"mai giuro"- "scusami pe tutto questo, per quello che t'ho fatto passà, non credevo nemmeno me aspettassi"
"Manuel io ti aspetterei una vita se fosse necessario"-

Manuel riusciva a percepire anche a distanza il battito accelerato del cuore di Simone, probabilmente un mix di emozioni contrastanti che stavano combattendo dentro di se.

si strinsero forte, come non lo facevano da due mesi, ritornarono a respirare.
Simone sta bene adesso.
Manuel anche.

Finalmente Manuel stringeva a se Simone, poteva annusarlo, toccarlo, stargli accanto e sentire i loro cuori battere all'unisono.

Simone poggia la sua testa sul dorso di Manuel, che prontamente gli carezza i capelli giocando con qualcuno dei suoi ricci. Il maggiore si muove delicatamente e presta attenzione ad ogni gesto per paura di far male a Simone, che nel frattempo si era addormentato.

Durante il mese di riposo, Manuel non lo aveva lasciato nemmeno un secondo, era diventato estremamente premuroso- a tratti assillante- gli faceva da mangiare, lo vestiva, lo aiutava a lavarsi, guardava la tv con lui, gli sistemava i ricci, e ogni notte guardavano le stelle insieme.

una sera più di altre, Simone non stava bene per via degli antidolorifici, non aveva voglia di mangiare ne di guardare un film o altro.
Manuel si poggia accanto a lui nel letto, avvicinando la testa alla sua, i loro ricci si incastravano perfettamente, e gli strinse la mano delicatamente.


"Manu, vieni a vivere qui"- Simone pronuncia spontaneamente quella frase.

"che dici Simo, non posso"- "è casa tua questa"-
"casa mia è vuota senza di te"-

Manuel si sente il cuore direttamente in gola.

"Simo.. "-
"ti prego"-
"sei sicuro?"-
"assolutamente"- "sarà casa nostra adesso"

dopo quella discussione, Manuel non sprecò molto tempo a portare tutta la sua roba a casa di Simone, facendola diventare a tutti gli effetti casa sua. Non aveva - ovviamente- dimenticato la sua mamma, di fatti nonostante tutto era presente per lei, molto spesso cenavano o pranzavano insieme.
Era pur sempre sua mamma.

Lui Era Luce | Simone&Manuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora