Matrimonio combinato

Prologo.

Entrai in casa dopo aver terminato il lavoro in ufficio, non potevo crederci mia madre aveva complottato un matrimonio a mia insaputa.
Ero un'omega libero andavo a letto con qualsiasi alpha mi capitava perché non cercavo l'amore non dopo la mia rinuncia nel diventare un Hero  non mi aspettavo neanche di avere una famiglia.
Entro in salone e vidi Mitsuki Bakugou e Katsuki..
Ringhiai e lui si accorse di me.
Non ci vedevamo dalle medie era cresciuto, ma come ero cresciuto anche io...

<<Oh ecco Izuku.>>Mia madre mi avvicinò alla tavola, non mi dire che mi devo sposare con Katsuki tra tutti quelli che potevano capitarmi, poteva capitarmi Todoroki ci sono stato a letto una volta, ma non lui...

<<Mamma che significa?>> Mi morsi il labbro e Katsuki evitò di guardarmi mentre sia madre mi salutò..<<Izuku ciao piccolo, da quanto tempo.>> Mi scompigliò i capelli.

Sospirai e le sorrisi..<<Ciao zia.>>Poi guardai Bakugou e non lo chiamai per soprannome..<<ciao Katsuki.>>

Mi sedetti e vidi che il biondo non rispose era sempre lo stesso.

Sorrisi vedendo un messaggio di Todoroki
Matrimonio combinato? Sul serio... Potevi dirmelo Zuku.

<<Allora immagino entrambi vi state chiedendo perché siate qui, io e Inko abbiamo pensato dato che nessuno di voi due ha un compagno di farvi sposare entrambi.>> Disse  Mitsuki

Katsuki batte i pugni sul tavolo.<<Madre io non mi voglio accoppiare.>>Ringhiò.

Abbassai lo sguardo e guardai mia madre dopo..<<Mamma pensavo che almeno mi lasciassi scegliere... se devo sposarmi per obbligo avrei preferito Todoroki.>>

Mitsuki spalancò gli occhi guardando il figlio,e Katsuki dirignò i denti guardandomi.
<<Non so come tu conosca quella comparsa del bastardo a metà ma per me ti puoi sposare chiunque nerd.>>La sua voce tardiva le sue parole aveva invidia per il bicolore?

A Shouto l'avevo conosciuto tramite Uraraka perché avevo deciso di partecipare al festival.
<<Izuku Katsuki la decisione è già stata presa e la settimana prossima andate a vivere insieme.>> Disse Mitsuki.

Ecco come la mia libertà finì