Berlino, 1933
Sono molte le storie che ho osservato scorrere sotto i miei occhi, ma poche mi hanno colpito tanto quanto quella che vi sto per raccontare. Si svolge a Berlino, una città che conosceva i segreti nascosti dietro ogni finestra illuminata, dietro ogni strada ricoperta di ciottoli. Era il 1933, e la città, ignara di ciò che stava per accadere, viveva i suoi giorni come se la normalità non fosse già sull'orlo di un precipizio. In quei giorni, tre bambini correvano tra i giardini e le strade, intrecciando destini che sarebbero stati messi alla prova in modi che nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare.
Clara Heidenreich era la figlia di uno degli uomini più temuti della città, l'Obergruppenführer Karl Heidenreich. La sua casa, una villa imponente con finestre alte e mura solide, era un luogo dove la disciplina regnava sovrana. Ma c'era un luogo in quella casa che raccontava una storia diversa: la cantina. Un luogo che avrebbe giocato un ruolo cruciale, ma di questo parleremo più avanti. Per ora, immaginiamo Clara con i suoi capelli biondi intrecciati, mentre si nasconde con un sorriso luminoso tra i cespugli del giardino, sperando che i suoi amici non la trovino troppo presto.
Accanto a lei c'era Lena Vogler, la figlia di un banchiere, con occhi scuri e curiosi, sempre pronta a seguire Clara in ogni avventura. Viveva in un mondo dorato, dove i compromessi morali del padre erano mascherati dal lusso in cui abitava. Per lei, la villa di Clara era un rifugio, un luogo dove poteva essere semplicemente una bambina, senza dover pensare alle ombre che si addensavano sopra la città.
E poi c'era Davide Steinberg, un ragazzo dai capelli biondo scuro e dallo sguardo profondo, figlio di un umile artigiano e di una casalinga che lo amavano più di qualsiasi altra cosa al mondo. Davide portava con sé una leggerezza, un'innocenza che ancora non era stata intaccata dal mondo esterno, ma che già cominciava a sentire il peso di essere diverso.
Quel giorno, come tanti altri, i tre si rincorrevano nel giardino della villa di Clara, nascondendosi tra i cespugli e ridendo, ignari del mondo che cambiava attorno a loro, a non tutto era così semplice. Mentre giocavano, un vento gelido soffiava tra gli alberi, portando con sé il mormorio della città che stava lentamente mutando.
All'interno della villa, l'aria era diversa. I muri della casa di Clara erano testimoni di conversazioni sussurrate, di piani segreti che si intrecciavano con la routine quotidiana. C'era un luogo, però, che sembrava essere fuori dal tempo: la cantina. Una stanza fredda, con pareti umide e una piccola finestra che lasciava entrare solo un filo di luce. Clara sapeva che non avrebbe mai dovuto entrare lì senza permesso, eppure quella stanza la affascinava, come un segreto proibito. Non sapeva ancora che quel luogo avrebbe custodito molto più di qualche bottiglia di vino.
Ma lasciamo da parte per un momento quella cantina e torniamo al giardino. Mentre Davide si nascondeva dietro un albero, sentì un gruppo di ragazzi avvicinarsi al cancello. Erano più grandi di lui, e qualcosa nel loro modo di camminare e di parlare lo fece sentire a disagio. Uno di loro lo vide e si fermò, fissandolo con un'espressione che Davide non riusciva a decifrare, ma che gli faceva male, come una puntura sottile.
« Ehi, tu! Sei un ebreo, vero? » disse uno dei ragazzi, con un tono che non prometteva nulla di buono.
Davide, per un istante, non seppe cosa rispondere, non riusciva a capire come fossero giunti ad un'informazione del genere perché fosse così rilevante. Il gioco si era fermato, le risate erano state spazzate via da quelle parole. Clara uscì dal suo nascondiglio e si piazzò accanto a Davide, il suo volto rosso per la corsa e per la rabbia.
« Lascialo stare! » disse con una voce più forte di quanto si sentisse davvero. Lena si avvicinò anche lei, afferrando la mano di Davide. In quel momento, Clara capì che il loro mondo stava cambiando, e che quell'amicizia, così semplice e pura, avrebbe dovuto affrontare prove che nessun bambino avrebbe dovuto conoscere.
Il gruppo di ragazzi ridacchiò e si allontanò, lasciando dietro di sé un senso di disagio che aleggiava come una nebbia sottile. Davide si sentì grato per il coraggio delle sue amiche, ma una parte di lui sapeva che non sarebbe stato sempre così facile. Clara guardò verso la casa, verso quella cantina che per lei rappresentava un mistero, ma che presto sarebbe diventata un rifugio. Non sapeva ancora cosa le riservava il futuro, ma in quel momento, giurò a se stessa che avrebbe fatto tutto il possibile per proteggere i suoi amici.Il tempo scorreva e con esso cambiavano le stagioni. Berlino, la città che una volta aveva conosciuto solo gioia e risate, stava iniziando a mostrare il suo volto oscuro. E quella cantina, con i suoi segreti e il suo silenzio, sarebbe diventata testimone di decisioni che avrebbero cambiato per sempre il destino di quei tre amici.
Ma questa è solo l'inizio della storia. Presto, vi racconterò come tutto è cambiato e come, sotto lo stesso cielo, questi tre amici hanno combattuto contro un mondo che cercava di dividerli.
HELLO WORLD:
finalmente il prologo è pubblicato e
spero vi piaccia! Non vedo l'ora di
raccontarvi di più dei personaggi e della loro
storia! 🤍 Se volete lasciare un commento
o una stellina, mi fareste un grande
piacere! 🤍
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Sotto lo Stesso Cielo | Vinnie Hacker
Historische Romane𝐁𝐞𝐫𝐥𝐢𝐧𝐨, 𝟏𝟗𝟑𝟖. In una città spezzata dalle divisioni e dall'odio, tre giovani amici vedono le loro vite intrecciarsi e scontrarsi in modi impensabili. Clara Heidenreich, figlia di un potente Obergruppenführer delle SS, cresce in una fa...