Ombre - Capitolo Uno

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Trascorsero cinque anni da quell'evento spiacevole nella grande villa di Clara e la città di Berlino, era mutata pian piano con un susseguirsi di avvenimenti che portarono dolore e devastazione di persone innocenti, ma lasciate che vi possa spiegare meglio. Vi fu un uomo intelligente, piuttosto influente nella società, che era stato in grado di entrare nelle menti del popolo tanto da instaurare il suo stesso regime, le sue leggi, le sue ideologie, iniziando una lotta di presa di potere che si sarebbe estesa anche nel resto d'Europa. 
Attenzione, non tutto questo potere era stato preso legalmente e senza violenza, perché negli anni precedenti al 1938 di vittime erano state tante e per ragioni politiche. 
Quest'uomo di cui tutti parlavano, chi con ammirazione e chi con spiccata antipatica, prendeva il nome di Adolf Hitler, che da quando era stato nominato cancelliere, aveva consolidato il suo potere in tutta la Germania, autoproclamandosi nel 1934 Führer und Reichskanzler, quindi sia Capo dello Stato che Capo del Governo.
La sua autorità carismatica e dittatoriale aveva fatto sì che molti uomini, dai più giovani ai più adulti, abbracciassero la causa della "Grande Germania", il popolo tedesco era stato scelto da Dio per fare grandi cose, loro erano la razza più pura, la razza così detta ariana.

E chi, meglio di Karl Heidenreich poteva descrivere il miglior uomo fedele al Partito ed all'ideologia sin da quando era ragazzo ed aveva appena fatto conoscenza di Adolf Hitler durante i suoi comizi. Probabilmente nessuno avrebbe potuto eguagliarlo, anche per quanto riguardava la sua alta carica di Obergruppenführer, divenuto tale grazie ai numerosi anni di servizio militare, alla figura attiva nel partito e devozione al Reich. Sarei ipocrita io stessa a non definirlo sagace, dotato di prontezza e con eccezionali capacità degne di un leader, di una guida, oltre che alla spiccata freddezza e fermezza tipica della sua persona.

Il giorno più importante della sua vita, quello della promozione ad un rango così alto, avvenne nel 1934, una sala ben addobbata ed in ordine per ricevere la grande notizia in presenza degli altri ufficiali delle SS, di Heinrich Himmler ed Adolf Hitler in persona. Era stato proprio Himmler a proporre l'avanzamento di grado del signor Heidenreich dopo l'ultimo servizio militare prestato e fidandosi del giudizio del suo consigliere più fidato, Hitler stesso aveva concesso che ciò potesse avvenire. Quella medaglia in più nell'uniforme era sinonimo d'orgoglio, non era stato così entusiasta nemmeno per la nascita dei suoi tre figli. Ma se per lui era tale, per chi come Clara, la minore della prole, detestava tutto ciò che stava distruggendo il bene e la giustizia, rappresentava qualcosa da estirpare. Aveva rovinato la sua vita, quella della sua famiglia e quella dei suoi migliori amici.

Tanti privilegi vennero concessi alla famiglia Heidenreich, più di quanti ne avessero prima e se la casa diventava più maestosa, i vestiti più costosi ed il mangiare più lussuoso, la piccola Clara cresceva con un senso d'ostilità verso tutto quello che una volta amava, Berlino stessa.
Ecco il motivo per il quale se ne stava sempre rinchiusa nell'angusta cantina ormai dimenticata da tutti i membri della famiglia, intenta a leggere libri d'avventura ed isolarsi nel suo mondo, quando non trascorreva del tempo con Lena e Davide.

Avevo osservato al lungo quella cantina, Clara ci si recava da quando aveva dieci anni ed era un segreto così ben custodito che non avrebbe svelato ad anima viva, o almeno umana, perché Panzer, il suo pastore tedesco, non poteva di certo parlare. Panzer era stato una vittoria personale per lei, perché non era destinato ad essere di sua proprietà, ma di quella del padre. Sin da quando Helga, la graziosa donna e moglie dell'Obergruppenführer, aveva donato quel piccolo pastore tedesco al marito, Clara se n'era affezionata, lasciando che fosse lei ad addestrarlo a dovere per proteggerla e seguirla ovunque, egli le era così fedele da costringere Karl a rinunciare al suo regalo per lasciarlo alla figlia prediletta.

Ed era proprio in quella tarda sera che Panzer si accoccolò di fianco alla figura di Clara, sul letto che la vedeva sdraiata nella sua camicia da notte di seta e con lo sguardo perso in un libro che avrebbe preferito fosse cibo per il caminetto piuttosto che per la sua mente: Il Mein Kampf
Era divenuta una lettura obbligatoria alle scuole superiori e frequentando il secondo anno era giunto quel momento anche per lei, sebbene potesse benissimo raccontare alla classe aneddoti del padre e dei suoi incontri con il Führer. Neanche al termine del terzo capitolo le pagine vennero chiuse violentemente, con un tonfo esagerato che fece alzare il capo di Panzer e stare sull'attenti per qualche istante. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 28 ⏰

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