Un tempo erano i nonni a raccontare le storie e i nipotini ansiosi di ascoltare pendevano dalle loro labbra. Io non sono un nonno ma ho una storia da raccontare, una storia importante e spero che tu l'ascolterai, vieni dai, siediti, mettiti comodo così te la racconto. Prima di iniziare con il racconto però, vorrei spiegarti una cosa importante che tutti conoscono ma forse non ne sono pienamente consapevoli: Tutti noi sin da piccoli possediamo un dono che spesso sottovalutiamo, si tratta delle emozioni, non c'è vita senza emozioni, o meglio la vita è solo un trascorrere del tempo senza che esso ci regali qualcosa di bello o di brutto che sia. È bello provare la gioia ma senza tristezza non potremmo mai sapere che la gioia è gradevole; la rabbia ci assale e stiamo male ma la pace interiore e la serenità sono gradite solo se abbiamo provato dolore e sofferenza. Queste emozioni si mescolano continuamente e generano nuove sensazioni e ciò condiziona giorno dopo giorno tutta la nostra vita. Fatta questa doverosa premessa possiamo cominciare. Era il 5 febbraio 2014, una giornata molto fredda, quasi gelida. Danilo, un bambino dai capelli a spazzola con un grembiulino azzurro ed un fiocco giallo, così come prevedeva la divisa scolastica, aveva 8 anni, era molto dolce e pieno di iniziativa, il migliore in qualsiasi cosa faceva a scuola perché lui si impegnava sempre al massimo. Aveva però una sola difficoltà che lo faceva sentire diverso dagli altri: la disgrafia, un problema per cui lui trovava difficoltà nel coordinare gli occhi con le mani, cosicché le parole da lui pensate non trovavano la giusta forma sul foglio. Danilo si vergognava della sua scrittura e di sé stesso anche se non lo diceva a nessuno, e di certo la classe non lo aiutava a sentirsi meglio; in quella classe nessuno voleva rivolgergli parola se non per prenderlo in giro, ma fino ad allora non avevano superato il limite. Quel giorno, invece, alcuni compagni arrivarono ad organizzarsi per aspettarlo fuori scuola e picchiarlo. Erano in cinque: mentre quattro lo mantenevano e lo insultavano l'ultimo dei cinque bambini gli dava dei pesantissimi pugni nello stomaco. Quando si stancarono i cinque bambini se ne andarono lasciando il povero Danilo ormai quasi agonizzante a terra. Il nostro povero amico provava allo stesso tempo un miscuglio di emozioni: aveva paura, era triste, era arrabbiato ma non riusciva a trovare la forza di ribellarsi e reagire alla violenza subita; forse il motivo era la sua incapacità di provocare sofferenza al suo prossimo anche se a proprio discapito. Danilo era stato educato dai suoi genitori all'amore verso i suoi simili, gli avevano insegnato a comprendere i comportamenti e a non reagire alle provocazioni, per cui non era proprio capace di usare violenza neanche per difendersi. Per questi motivi Danilo si rialzò da solo senza dire una parola, si pulì lentamente le gambe, la pancia e le braccia mentre cominciava ad essere dolorante per le varie percosse subite. Poi successivamente raccolse lo zaino e parte del suo contenuto che era caduto in terra in seguito all'aggressione. Passavano gli anni ed intanto le cose non migliorarono anzi peggiorarono sempre di più fino a lasciare Danilo senza voglia di vivere. Il solo motivo per cui continuava a non arrendersi era l'affetto che nutriva per i suoi cari e dopo le mille delusioni del passato decise di "spegnere" le sue emozioni in modo da non soffrire; fingeva soltanto di essere felice per far stare bene chi era intorno a lui, allo stesso tempo però viveva un conflitto interiore perché sapeva bene che non provare più alcuna emozione, cioè spegnerle completamente era sbagliato e una parte di lui non lo avrebbe voluto. Nella sua testa c'era una grande e continua battaglia. A quel punto la vita di Danilo sembrava essersi divisa in due. Da una parte lasciava scorrere le sue giornate come se nulla potesse scalfire la sua apparente serenità, frequentava con regolarità la scuola che ormai per lui era diventata una prigione inespugnabile nella quale non è possibile fare nulla senza essere criticati o maltrattati. Si impegnava nello studio per cercare di conservare la stima dei professori ed anche per continuare a dimostrare ai propri genitori di seguire i loro insegnamenti e per far credere che ogni cosa andasse nel verso giusto. Di pomeriggio andava sempre in parrocchia, aiutando ogni giorno in una mansione diversa: dal "semplice" assistere un coretto di bambini al collaborare con la Caritas, dal fare l'animatore ad alzare anche gli alberi. Si dava da fare in ogni modo anche in lavori molto intensi per tentare inutilmente di fermare quel conflitto interiore che gli impediva di dormire ormai da anni. Infatti nonostante la vita apparentemente "perfetta" di Danilo, nella parte più intima del suo animo viveva una grande sofferenza: era un vulcano in continua eruzione coperto da una pioggia di lacrime, una grande inondazione che non lasciava scampo a niente e nessuno e distruggeva ogni cosa che trovava. Danilo ha continuato ad insultarsi e fingere il nulla per molti anni fin quando poi nell'estate del 2022 ha conosciuto una persona, una ragazza, Francesca, quella che poi più avanti nella storia si accorgerà essere sua sorella. Danilo grazie alle parole di conforto ed alla vicinanza della sorella Francesca inizia a pensare ed inizia a ricalcolare tutte le sue emozioni. Francesca era una ragazza con dei bellissimi occhi marroni, che rivelavano ogni sua singola emozione, la trasparenza del suo sguardo mostrava ogni suo pensiero e la freschezza del suo sorriso portava gioia e serenità a chiunque aveva la fortuna di incrociarlo. Danilo la conobbe in estate in una giornata di oratorio (l'oratorio è semplicemente una specie di Campo Estivo solo completamente gestito ed organizzato in chiesa, in quel caso era all'interno della chiesa più "importante" di Volla). Quel giorno sembrava normale per Danilo, una giornata di oratorio come tutte le altre; Danilo era attento come al solito a mettere canzoni e lavorare con il mixer, quando improvvisamente incrociò lo sguardo di Francesca. Danilo era un tipo molto empatico quindi già dal primo sguardo capì che era molto dolce e piena di voglia di donare amore e far star bene gli altri, capì anche che era simpatica, solare ma si accorse che tutto questo era nascosto sotto un velo spessissimo di tristezza, un velo che non se ne sarebbe andato via facilmente. Pian piano durante quelle giornate e quel tempo passato con lei, Danilo provava ad avvicinarsi e stringere sempre di più il loro legame, e un giorno, per farla sorridere davvero, la portò perfino vicino al mixer con il quale il nostro amico lavorava con tanta dedizione e le fece fare quello che faceva lui donandole così un sorriso. Danilo a quel punto nei suoi occhi vide la luce, quel velo si era per un attimo spostato lasciandogli vedere quel che di bello c'era dietro. Finì il periodo dell'oratorio ma i due legarono sempre di più fino a diventare insostituibili l'uno per l'altra, se uno stava male l'altra lo tirava su e viceversa. Da quel momento ciascuno dei due cominciò a considerare l'altro come un vero fratello o una vera sorella, cioè una persona cara a cui poter raccontare qualsiasi cosa, dalla più stupida alla più importante senza timore di essere giudicati. Danilo capì grazie a Francesca una lezione molto importante che gli cambierà la vita. In questo mondo tutti noi proviamo delle delusioni e soffriamo e, molto spesso, chi provoca le sofferenze ad un'altra persona non se ne rende conto. Ciascuno di noi ha una grande sensibilità verso alcune cose e non verso altre per cui spesso si va ad interferire con l'emotività altrui. Dovremmo tutti cercare di imparare a sentire quello che provano gli altri e a rispettare il prossimo in tutte le sue sfaccettature. Allo stesso tempo ciascuno di noi deve imparare a difendersi dai giudizi esterni prendendoli per quello che sono, cioè opinioni di qualcuno e non verità assolute. "Ho provato rabbia per le cose che mi sono successe, ho portato rancore, mi sono fatto del male per la causa sbagliata, ma ora so che non devo essere triste, arrabbiato o andare contro me stesso per le persone che non lo meritano. In fondo se ti trattano in un determinato modo sarà perché vedono in te qualcosa di speciale che neanche tu in quel momento sei in grado di vedere, questa è una lezione su cui si deve basare la tua crescita interiore. Nel 2014 mi sentii molto male internamente, mi avevano distrutto usando parole molto brutte nei miei confronti e così è successo fino a quando non ho conosciuto mia sorella, iniziando grazie al suo aiuto a capire questa lezione che sto dando a te: non starci male, non piangere, non portare rancore anzi sii contento perché grazie a quel comportamento sbagliato verso di te riuscirai a capire che vali molto più di quel che credi. Io sono Danilo e ti racconto parte della mia storia, in modo che tu possa capire e magari non provare quel conflitto interiore che ho dovuto provare io."
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Il viaggio di Danilo
General FictionUna raccolta di storie con protagonista un ragazzino che cresce tra mille difficoltà imparando ogni volta qualcosa di nuovo