"Ciao, hey sei qui? Oggi sono qui perché ho pensato di raccontarti una storia molto interessante." Iniziò tutto un giorno in apparenza normale, in una delle più piccole scuole di Napoli. Quel giorno la gente per strada vide un ragazzo scappare dalla propria scuola. Quel ragazzo era Danilo, aveva 13 anni, i capelli a spazzola, coperti da una sostanza gelatinosa che aiutava a nascondere le lacrime che scendevano per il suo viso. "Ma aspetta: facciamo un passo indietro." Ci troviamo a Napoli, la data mi sembra fosse il 5 settembre 2002, in una piccola scuola media quasi in periferia. Danilo, uno degli studenti della 3°A, entrò in aula come al solito per primo perché lui adorava la precisione. Mentre i suoi compagni di classe entravano in aula, Danilo preparava libri e quaderni per l'ora di Italiano; sembrava un giorno normale, uno come tanti. "Sai come sono i giorni di scuola al giorno d'oggi no? Le chiacchiere, la confusione, il ragazzo che disegna sul banco mentre la prof spiega ecc.". Nessuno si aspettava quel che sarebbe successo verso le 12:00, all'ultima ora: quel giorno mancava il professor Vincenzo Rossi, il miglior professore di Matematica in tutta la città. C'era sostituzione ma la scuola, disorganizzata com'era, non mise nessun professore a sostituire in quella classe a quell'ora. "Ora da qui la domanda sorgerebbe spontanea, cosa ci si aspetti succeda a lasciare dei ragazzi di quell'età da soli? Bene, lascia che continui a raccontarti perché da qui in poi la storia sarà più complicata". Giovanni, uno dei ragazzi più forti della classe, tra l'altro uno di quelli a cui piaceva di più fare il duro, decise di andare al banco di Danilo e prenderlo in giro per l'ennesima volta davanti a tutti e questa volta decise addirittura di insultare i genitori di Danilo e tutto quello che per lui era più caro con delle parole che nemmeno oso scrivere perché troppo volgari, irruenti e cattive. Danilo si era stufato di tutte le volte in cui Giovanni aveva infierito su di lui e quel giorno decise di rispondere cercando in tutti i modi di difendere ciò che era importante per lui. Il bullo però, sentendo che il ragazzo tentava di difendersi, decise di infierire ancor di più prendendo una gelatina che stava mangiando un suo compagno e buttandola in testa alla vittima mentre lui continuava ad insultarla. Danilo non riuscì più a sostenere tutto ciò. Era così triste, nervoso, arrabbiato e molto impaurito, quindi decise di scappare e correre sempre più veloce uscendo da scuola con quella gelatina in testa mentre cercava di nascondere il pianto dietro quella specie di marmellata color lime. "Sono passati tanti anni da quell'avvenimento, cosa sarà successo al bullo e alla vittima?" Giovanni il bullo della situazione trovò più avanti una persona che con lui si comportava in maniera peggiore rispetto a quello che lui stesso aveva fatto con Danilo, iniziò a pentirsi e cercò in tutti i modi di contattarlo, ma quest'ultimo, offeso ed arrabbiato per quella storia, decise di non perdonarlo. Per quanto riguarda Danilo, la vittima della storia, nessuno credo si aspettasse che un giorno si trovasse a raccontare questa storia ad altri. "Ah! Quasi dimenticavo, per certo so dirti che in quella situazione mi sentii male nel vedere che un mio compagno di classe mi trattasse in quel modo, e la cosa peggiore è che la classe, invece di aiutarmi, stava lì a guardare la scena senza intervenire in alcun modo. Ero impaurito, per questo sono scappato. Giovanni invece aveva una situazione familiare molto complicata: uno zio in carcere ed una famiglia per lui assente, era cresciuto così, anche lui, tra le prese in giro, e forse si comportò così con me per questo, non lo so. Comunque, io sono Danilo e questa è la storia del 5 settembre 2002, quando scappai dalla scuola. La racconto per rendere le altre persone consapevoli di cosa può succedere a scuola e di come si può sentire un bullo ed anche una vittima".
STAI LEGGENDO
Il viaggio di Danilo
General FictionUna raccolta di storie con protagonista un ragazzino che cresce tra mille difficoltà imparando ogni volta qualcosa di nuovo