3. 𝑺𝒕𝒐 𝒃𝒆𝒏𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒄𝒂𝒐𝒔

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Se urli tutti ti sentono.
Se bisbigli ti sente solo chi ti sta vicino.
Ma se stai in silenzio solo chi ti ama ti ascolta.

Mahatma Gandhi.

Sono esausta.

Provo un odio profondo verso la madre di Maddy, per quale motivo ha deciso di non dire la verità al medico? Vuole solo proteggere se stessa senza preoccuparsi minimamente di sua figlia.

Odio le persone che non dicono la verità ancora di più se si tratta di mettere a rischio la vita delle persone a cui voglio bene, Maddy è come se fosse mia sorella e non intendo perderla, la proteggerò anche a costo della mia stessa vita.

Dopo essere uscita dalla biblioteca e averlo lasciato chiuso lì dentro, sono corsa a casa perché un mal di testa improvviso si era iniziato ad espandere dentro di me.

Soffro sempre più spesso di emicrania, negli ultimi anni è aumentata a dismisura senza che me ne rendessi conto. Da quando ho iniziato a lavorare al Roxy's e a fare tardi per colpa del turno delle pulizie non c'è un attimo in cui io non abbiamo mal di testa, torno quasi ogni sera tardi e l'unica fortuna che ho è che riesco a dormire tutta la notte senza mai svegliarmi.

Oggi non essendo andata a scuola ho preso un giorno di malattia, ma già so che dovrò ripagarlo con gli interessi perché quel bastardo del mio capo mi farà fare i doppi turni senza considerarlo come straordinario.

Mi rigiro fra le morbide lenzuola, prontamente lavate da me qualche giorno fa, aspettando che le pulsazioni sulle tempie passino. Ho preso un antidolorifico senza però aver riscontrato alcun risultato, ormai il mio corpo si è abituato e impiega sempre più tempo a fare effetto, sperando che la situazione passi.

Mi tocco il mio tatuaggio cercando di scacciare via la noia e all'improvviso la mia mente torna a quando sapevo solo camminare.

«Mamma, mamma. Guarda qua» dico a mamma, guardandola prontamente arrivare verso di me.

L'enorme distesa di prato mi fa sentire bene, è tutto verde intorno a noi con qualche chiazza di colori proveniente dai fiorellini selvatici che spuntano.

«Amore di mamma, cosa hai trovato?» dice accarezzandomi la lunga e mossa chioma scura.

«Mamma guarda quanti fiori» la mamma li osserva attentamente e ne raccoglie uno bianco.

«Questi non sono fiori qualunque» fa una piccola pausa per annusare il fiore e poi prosegue «i fiori selvatici spuntavo ovunque, senza bisogno di cura ma questi fiori sono speciali» mi porge il fiore e me lo lascia annusare

«Perché sono speciali mamma?» dico curiosa guardando la mamma sorridere.

«Secondo la leggenda, Peone utilizzò il fiore per guarire una ferita di Plutone, il dio molto contento volle fargli un regalo. Trasformò Peone nel fiore della peonia, poiché questo era l'unico fiore che meritasse l'ammirazione degli dei e fu quindi piantato nell'olimpo» la guardo e la vedo sorridere.

«Mamma ma che brutto regalo, cosi Peone morì e divenne un fiore, che brutta fine» dico molto triste per Peone.

«Piccola mia, sta tutto qui. La peonia non è un fiore solo bello e profumato, ma raffigura l'amore, la gentilezza, la bontà d'animo e l'ammirazione. Peone ricevette il regalo più bello perché divenne il fiore più bello e ammirato dell'olimpo» mi squadra per notare una mia reazione e nel frattempo continua ad accarezzarmi i capelli.

«Mamma. Ma allora anch'io voglio essere un fiore, ma non un fiore qualunque ma una peonia, bianca proprio come questa qui» dico puntando il mio dito verso il fiore appena raccolto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25 ⏰

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