Capitolo 1

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"Ehi tu!"

Il ragazzo frenó improvvisamente facendo dondolare tutti i ciondoli che aveva abilmente inserito in ogni fenditura della bicicletta per renderla il più personale possibile. Una volta accertatosi di essere tutto intero spostó confuso lo sguardo sulla fonte di quel mancato disastro: si trattava di una ragazza tutta avvolta in una sciarpona estremamente pelosa.

"Potresti fare una foto?"

A quel quesito il ragazzo inclinó il capo di lato, annuii poi cautamente senza indugio ulteriore e scese dal trabicolo per prelevare dalle mani il suo cellulare.
Ingenuamente inserì l'opzione per effettuare un selfie e sollevó il braccio in modo tale da inquadrare entrambi, si acciglió leggermente però nel vedere nel display la ragazza scoppiare a ridere fragorosamente. Era una risata così allegra che per un momento ebbe voglia di ridere insieme a lei, però fu frenato da un sospetto che lo fece irrimediabilmente arrossire tingendo le gote con lo stesso colore dei suoi capelli. Non voleva una foto da fan voleva semplicemente che lui gliene scattasse una per immortalarla col passaggio.

"M-mi dispiace pensavo che..."

Le scosse il capo divertita, poi abbassó leggermente la sciarpa consentendogli di perlustrare meglio quel visino allegro. Era tondo e cosparso da piccole lentiggini, lentiggini che si sposavano con due occhi grandi e ambrati che lo guardavano con un misto di divertimento e curiosità.

"Non ti preoccupare, hai l'abitudine di fare foto con tutti gli sconosciuti che ti chiedono questo tipo di favore?"

Lui scosse prontamente il capo, il fatto fosse apparso uno sconosciuto ai suoi occhi lo aveva in qualche modo rassicurato e non voleva interrompere quella sensazione.

"Devo aver capire male, in fin dei conti mi stavi quasi per far spiaccicare contro l'asfalto."

Le fece notare, indicando con un cenno la bici tristemente abbandonata a terra. Questa volta ad arrossire fu lei e quella vista lo intenerì non poco, facendo spontaneamente sorgere il desiderio di farla imbarazzare ancora solo per vederla nuovamente avvampare.

"Mi spiace non volevo disturbarti, è che sono in vacanza con le amiche ma loro sono più tipe da movida e quindi mi sono ritrovata a visitare la città da sola. Volevo qualche ricordo."

Una condivisione che, riconobbe il ragazzo, aveva lasciato trapelare per giustificarsi e che non aveva fatto altro che far tamburellare più forte il cuore del rosso.

"Sono Mia comunque."

Aggiunse lei, porgendo la mano.

"Duccio. Bhe..."

La tentazione di mordersi la lingua dopo aver pronunciato quel "bhe" fu forte, eppure ormai aveva catturato l'attenzione di Mia quindi si costrinse a proseguire nonostante il pentimento lo stesse già divorando vivo. Aveva il timore di essere rifiutato, effettivamente era un'idea un po' stramba ma, come amava ricordare, si vive una volta sola no?

"Se vuoi possiamo visitarla insieme Roma."

Nell'avanzare quella proposta Duccio abbassó lo sguardo, timoroso di scatenare qualche tipo di reazione avversa. Lo rialzó nell'udire quella adorabile risata e si morse il labbro per trattenersi dal saltellare sul posto felice di essere riuscito nuovamente a farla ridere.

"Perché no. Saremo compagni di turismo per una sera, ci sto!"

Dopo averle scattato la foto che aveva dato il via a quella situazione così surreale e buffa, Duccio sollevó la bici da terra e picchiettó uno spazio dietro la sella del guidatore per invitarla a prendere posto.

"Si accomodi Milady."

Con suo grande orgoglio Mia parve apprezzare i peluche che adornavano il super mezzo, li guardó con approvazione e fece anche tentennare Hello Kitty prima di salire a cavalcioni. Lui la seguì a ruota e per sua fortuna di spalle non poteva notare il rossore che aveva invaso il suo volto nel sentirla avvolgergli il torace con le braccia.

"Direzione colosseo?"

"Ci sto!"

Non distava molto da quel punto, ma era talmente invaso dall'adrenalina che avrebbe percorso anche tutta Roma se solo lei glielo avesse chiesto. Una volta giunti a destinazione scesero dalla bici e rimasero per un istante col naso all'insù in silenzio, a osservare in religioso silenzio l'enorme fossile che si ergeva davanti ai loro occhi. Era maestoso, nulla a che vedere con le foto in miniatura che entrambi avevano avuto modo di vedere sui libri scolastici.

"Che fai nella vita?"

Il rosso distolse lo sguardo dal monumento e cercó qualcosa che potesse soppiantare la sua effettiva professione. Non voleva rivelarle che in realtà apparteneva a un collettivo musicale famoso, nella sua testa una rivelazione del genere avrebbe potuto guastare la magia del momento.

"Faccio kebab."

Mugugnó sgranando subito dopo gli occhi per la terribile idea che aveva appena avuto. Lei però parve non fare una piega, e questo gli procuró un fugace sollievo.

"Io invece studio, o almeno questo è quello che mamma pensa in realtà non riesco a dare neanche un'esame."

Questa volta fu lei a chinare il capo e bastó a riempirlo di sensi di colpa. Lui le aveva appena mentito mentre lei gli aveva vomitato una fragilità a cui non sapeva neanche come rispondere. Fece per aprire bocca ma lei lo precedette prontamente.

"Scusa, non volevo rovinare il momento. Sai che a proposito non guasterebbe tipo un enorme kebab?"

"Concordo pienamente!"

Si affrettó a dire, agguantando nuovamente la bicicletta per poter raggiungere la nuova meta ma non prima di aver scattato un selfie con Mia.

"E comunque sono certo che prima o poi quegli esami riuscirai a darli. Alle brutte molli tutti e trovi qualcosa che ti gratifichi di più."

Non la sentì ridere ma avvertì le braccia stringersi maggiormente intorno a lui come a volerlo silenziosamente ringraziare per quelle parole di conforto e di questo ne fu grato. Le sue risate come i momenti di silenzio erano così intensi che avrebbe voluto catturarli e imprimerli nella mente. Essendo ormai tarda notte il locale era colmo di gente decisa a schimicare, questo però non li scoraggiò anzi si misero pazientemente in fila decisi poi a consumarlo in un luogo più appartato. Tra un morso e l'altro parlarono del più e del meno, Duccio scoprì che Mia aveva da poco iniziato la Magistrale ma viveva in una sorta di blocco che l'aveva portata a stoppare momentaneamente la sua carriera universitaria. Accarezzava qualsiasi gatto randagio si imbatteva nella sua traiettoria e andava pazza per le pesche. Avrebbe potuto stare ad ascoltarla per ore, e se il suo telefono non avesse iniziato a strepitare molto probabilmente era quello che avrebbe fatto.
Lo prese tra le mani e imprecó a denti stretti nel realizzare che ore fossero. L'indomani sarebbe dovuto partire e solo in quell'istante avvertì come un pugno nello stomaco nel realizzare che probabile non avrebbe più visto quella ragazza. Non rispose alla chiamata e fece scivolare il dispositivo nella tasca, tornando a prestare attenzione a Mia.

"Non rispondi?"

Domandó preoccupata. Lui scosse la testa e appoggió pigramente il mento sui palmi delle mani, era una cosa a cui al momento non voleva pensare.

"Nulla di importante."

Minimizzó, provvedendo ad agitare la mano in aria per sottolineare la poca entità della cosa e far scomparire così la preoccupazione dal volto della ragazza.
Proprio in quel momento inizió uno spettacolo pirotecnico, al primo boato entrambi si guardarono intorno confusi e, una volta ricondotto il suono ai fuochi d'artificio, rimasero a guardarli incantati. Sembrava tutto così surreale e magico, entrambi avrebbero voluto mettere in pausa il tutto e lasciare quel frangente vivere per sempre in un loop infinito.
Sul finale Duccio, sentendosi osservato, si voltò verso Mia. Batté le palpebre rapito e, senza pensarci due volte, chiuse le mani a coppa intorno al suo volto per avvicinarla delicatamente a sè e baciarla con dolcezza sulle labbra. Fu dapprima un bacio a stampo, come a volerle timidamente chiedere il permesso, fu lei poi ad approfondire il bacio trasformandolo in qualcosa di più intenso.

Discostandosi notó con piacere il rossore invaderle il volto, sorrise compiaciuto e poi si lasció cadere all'indietro sull'erba subito seguita da Mia, la quale, per comodità, adagió il capo sulla sua spalla. In quella posizione confortevole il sonno sovraggiunse presto, l'uno avviluppato nelle braccia dell'altra sembravano una sola cosa. Al risveglio, però, Mia si ritrovó a stringere il portachiave di Hello Kitty che aveva avuto modo di apprezzare solo qualche ora prima.

Come cuffie in tasca - Piccolo Bnkr44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora