Capitolo 8

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Duccio tamburellava con le dita sulla cassa aucustica, lo sguardo perso in un punto impreciso oltre il palazzetto vuoto. La voce dei compagni impegnati a provare rimbombava nello spazio silenzioso, un eco lontano che forniva un piacevole sottofondo ai suoi pensieri. Pensieri che gravitavano intorno a Mia in maniera incessante nonostante l'avesse sentita poco fa per telefono. Gli aveva confidato di aver ripreso a studiare e lui ne era stato contentissimo, poi lei gli aveva promesso un altro appuntamento per ringraziarlo del supporto e lui era avvampato. Non vedeva l'ora.

"Ehi piccolo!"

La voce di Dario lo portó alla realtà bruscamente.

"Che ti prende? Ci sei?"

Duccio spostó la traiettoria del suo sguardo dal vuoto al suo compagno di band, sul volto un'espressione completamente confusa. Lo vide scuotere la testa e lanciare uno sguardo d'intesa al resto del gruppo, il quale si era momentaneamente preso una pausa per riprendere fiato.

"Se continui così questa sera sarà un flop."

Non aveva tutti i torti. Smise di tamburellare le dita e raddrizzó la schiena, come a voler dimostrare di essere pronto a prendere le prove sul serio. Fu costretto a piegare nuovamente le spalle questa volta sotto il peso del braccio si Andrea, il quale lo stritolo a sé con un ghigno malizioso.

"C'entra una ragazza eh?"

Non rispose ma il rossore che affioró sulle sue gote fu abbastanza eloquente, portando tutti a ridacchiare.

"Su diamoci da fare! Se fate i bravi vi offro un giro da bere."

E ripresero a fare le prove con maggiore grinta grazie a quella promessa.

Il concerto, come previsto, era stato un trionfo. Il pubblico più carico che mai aveva cantato ogni canzone a squarciagola, e l'energia che si era sprigionata dal palco era palpabile, quasi elettrica. Duccio sentiva ancora il corpo percorso da brividi, vedendo tutti quei volti e mani sollevate gli aveva fatto venire la pelle d'oca. A volte si meravigliava del generoso supporto che ricevevano, nonostante avessero faticato a lungo per ottenerlo. Quando le luci si spensero, con tanto di proteste da parte dei fan che desideravano il bis, i membri del gruppo si ritirarono dietro le quinte, ancora immersi in quella sensazione di euforia. Si scambiarono delle pacche per complimentarsi della performance e poi ognuno si ritirò nel proprio camerino. Duccio era nuovamente assente. Si vergognava quasi ad ammetterlo ma per tutta l'esibizione aveva cercato di scorgere il volto di Mia, cosa inutile visto che si trovava a dieci ore di viaggio di distanza. Quando aprì la porta del camerino, però, la distanza parve annullarsi poiché al centro della stanza si ergeva rigoglioso un mazzo di girasoli. Donavano un curioso tocco di colore a quella stanza, con quei petali dorati che sembravano catturare la luce della lampada fioca. Il rosso si avvicinó, il cuore che saltellava allegro nel petto rimbombando attraverso le sue orecchie, e notó un piccolo biglietto legato con un nastro di seta. Lo sciolse e lo aprì con le mani leggermente umidiccie per l'emozione. C'erano poche parole ma bastarono a far affiorare un sorriso enorme sul suo viso, come un bambino.

"In bocca al lupo. Mia xxx"

Scorse anche un disegno e si sorprese nel riconoscere il proprio ritratto, non sapeva che fosse in grado di disegnare così bene. Si fece scivolare il biglietto in tasca, il sorriso ancora presente e il cuore sciolto in una pozza per quel gesto. Quel momento di intimità venne interrotto dagli schiamazzi dei ragazzi che lo raggiunsero nel camerino.

"Uuu ma che abbiamo qui, una fan speciale?"

Duccio cercó invano di nascondere il regalo dietro la schiena, ma gli venne presto sottratto per essere poi ammirato dagli amici.
Se lo passarono di mano, qualcuno sventolandoli al pari di un trofeo e qualcun altro inalandone l'odore incuriosito. Avevano già capito quanto chi gli aveva fatto quel dono fosse importante per lui, e ció non poteva che farlo sentire grato di averli nella propria vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08 ⏰

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