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<<Non vieni a cena?>> chiese Lorenzo seguendomi agli ascensori mentre Daniele era impegnato al cellulare.

Eravamo appena rientrati dal mio shooting fotografico.

<<Non ho fame>> risposi secca ancora ferma sul tenerlo quanto più lontano possibile.

<<Non sarai mica una di quelle che pur di non ingrassare…>> Lo zittii con uno sguardo. <<Okay…>>
Calò il silenzio.

<<Non volevo metterti in difficolta>> disse poco prima che le ante si aprissero <<Però devi ammettere che ho ragione e le balle ti escono bene.>>

Entrai nella cabina.

<<Era un modo per chiederti scusa>>, insistette.

<<Non ha funzionato>> risposi per poi lasciarlo nuovamente solo.

Quella stessa notte, nonostante la stanchezza non riuscii a prendere sonno. Continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto. Lorenzo era il mio tormento. Per quanto mi ostinassi a cercare una spiegazione valida alle sue azioni non ne trovavo nessuna.

Sbuffai e, lasciato il materasso, andai a sciacquarmi il viso. Se solo l’acqua fresca avesse potuto lavare via ogni pensiero.

Chiusi il rubinetto e una melodia costante e ripetitiva attirò la mia attenzione. Mi asciugai il viso gocciolante e mi affacciai alla finestra. Un gruppo di ragazzi, muniti di bicchieri straboccanti di alcol, sembrava divertirsi al ritmo del locale notturno che fronteggiava il retro dell’albergo. Li invidiai.

Avevo la loro stessa età ma non ero mai stata così spensierata. Certo, erano più ubriachi che spensierati, ma non potei fare a meno di invidiarli. Per una volta avrei volevo essere come loro.

Richiusi la finestra e mi appoggiai con la schiena contro l’anta. Chi me lo impediva se non io stessa?

Svuotai la valigia in cerca di qualcosa di adatto e, dopo essermi preparata velocemente, scesi in pista. Lì, tra tutti quegli estranei che non badavano a me, se non per flirtare, mi sentii finalmente libera. Quella musica assordante aveva coperto ogni pensiero. Primo tra tutti Lorenzo.

D’un tratto una mano afferrò saldamente il mio braccio. Mi voltai convinta che si trattasse dell’ennesimo corteggiatore sfacciato o in alternativa di qualche fan in visibilio e di poterlo mandare via in poche mosse ma questo iniziò a trascinarmi con sè.

<<Hey, tu, lasciami! Di qualsiasi cosa si tratti non sono interessata>>

<<Andiamo!>> rispose dandomi le spalle.

Era ben nascosto in una felpa enorme con cappuccio ma ne ero sicura era un ragazzo.

<<Chi sei e che cosa vuoi da me?>>

<<Devi lasciare questo posto>>

<<Mi sembra di non aver fatto nulla di male>>

<<Ci sei venuta!>>

<<Perché ti nascondi?>>

Esitò per un breve istante poi ricominciò a strattonarmi. Opposi quanta più resistenza potetti.

<<Non costringermi a portarti via di peso. Questo posto non fa per te>>

<<E chi lo dice, uno che non ha nemmeno il coraggio di guardarmi dritto negli occhi?>>

Si voltò e nonostante la penombra e il berretto calato sugli occhi sotto il cappuccio della felpa lo riconobbi all’istante.

<<Lorenzo!!>> Non potevo credere ai miei occhi. <<Che cavolo ti è preso!! Mi hai spaventata!>>

Ciak...Amore! (1° Parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora